Feuz e le lacrime in diretta tv per moglie e figlie: "A loro devo tutto". La commovente dedica di Clarey

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Feuz e le lacrime in diretta tv per moglie e figlie: "A loro devo tutto". La commovente dedica di Clarey

Il nuovo campione olimpico di discesa si racconta dopo una sfida sul filo dei centesimi che chiude il cerchio: ora Beat ha davvero vinto tutto. Il francese meraviglioso secondo con il pensiero a David Poisson. E Matthias Mayer? Semplicemente l'uomo dei Giochi.

Un podio bellissimo e di qualità enorme, anche se di nuovo non è riuscito a salirci, dopo il 4° posto di PyeongChang, uno dei discesisti più vincenti del nuovo millennio, e parliamo chiaramente di Dominik Paris che una medaglia olimpica la meriterebbe eccome.

La gara regina dei Giochi di Pechino ha premiato lui, il più forte di tutti negli ultimi anni: Beat Feuz ha coronato una carriera leggendaria, conquistando l'unico titolo che ancora mancava in un palmares da titolo mondiale, poker di coppe di specialità e tripla vittoria nel tempio di Kitzbuehel. Un fuoriclasse che tra quattro giorni festeggerà 35 anni, potrebbe anche lasciare a fine stagione (se ne parla da un bel po'...), ma diventando il quarto sciatore rossocrociato con l'oro olimpico di discesa al collo, ha davvero chiuso un cerchio.

Bellissima, nell'intervista post gara in diretta tv con SRF Sport, la sua commozione parlando a casa con la compagna Katrin assieme alle figlie Clea e Luisa, quest'ultima nata proprio tra le ultime gare di Wengen e Kitzbuehel. Proprio l'ex slalomista con la quale vive una storia d'amore da quasi 15 anni, è stata fondamentale per salvare la carriera di Beat che nel 2012, dopo aver conteso sino alle finali di Schladming la Coppa del Mondo generale a Marcel Hirscher, si era ritrovato con un futuro appeso ad un filo, per una grave infezione al ginocchio sinistro. “Katrin lavora molto più di me, è a casa sola con due bambine e chiunque abbia figli sa quanto può essere difficile – le parole di Feuz – Voglio solo ringraziarla per aver fatto tutto il possibile in modo che potessi essere qui senza preoccupazioni”.

Poco da dire sulla gara, una battaglia con Clarey e Mayer incollati, ma c'è un dato curioso legato al numero di partenza: l'asso grigionese non ha mai vinto in Coppa del Mondo con il 13, ma proprio con quel pettorale trionfò al Mondiale di Sankt Moritz 2017. “Seguo sempre lo stesso schema, proprio Katrin mi dà una prima indicazione con la sua analisi delle prove, poi con il nostro tecnico Reto Nydegger finalizziamo il processo”.

 

LA DEDICA DI CLAREY

 

Da brividi quanto dichiarato da Johan Clarey nel post gara. A 41 anni, il più anziano medagliato nella storia dello sci alpino, che ha concluso appena un decimo più lento di Feuz, parlando a Ski Chrono ha pensato subito a lui, a David Poisson. “Penso molto a David, l'abbiamo perso quattro anni fa (nel tragico incidente in allenamento a Nakiska, ndr). È una delle prime persone a cui ho pensato oggi, poi vengono la mia famiglia e mia moglie, è grazie a loro se ho proseguito la carriera oltre i 35 anni e ora sto vivendo l'annata più bella. Oggi è l'apoteosi del mio percorso ed è incredibile pensando che stamattina mi sono alzato dal letto esausto, a 41 anni capita di soffrire con il recupero.

Di colpo, cinque minuti prima della partenza mi sono sentito benissimo, molto concentrato. E sono riuscito a mettere tutto ciò di cui avevo bisogno”.

Sul terzo gradino del podio, chi se non quel Matthias Mayer che in bacheca aveva già le medaglie d'oro in discesa a Sochi 2014 e in super-g agli ultimi Giochi. E al carinziano sono mancati appena 16 centesimi per diventare il primo atleta della storia a firmare il bis nella gara regina. “E' stata una bella gara ed è un grande risultato per me – ha raccontato l'alfiere del Wunderteam a oesv.at - Voglio congratularmi con Beat per la vittoria olimpica e con Johan per la medaglia d'argento, purtroppo io ho perso troppo tempo nella parte alta, ma sono molto contento del terzo posto”.

E ora il super-g, dove MM farà di nuovo paura a tutti...

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