Il sindaco di Sochi: "Siamo pronti". Ma in Russia sono molte le polemiche sui Giochi

Il sindaco di Sochi: 'Siamo pronti'. Ma in Russia sono molte le polemiche sui Giochi
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OlimpiadiSochi 2014

Il sindaco di Sochi: "Siamo pronti". Ma in Russia sono molte le polemiche sui Giochi

Nonostante le apparenze, e cioè impianti che danno l'impressione di essere dei cantieri, la maggior parte dei siti olimpici di Sochi 2014 sono stati dichiarati pronti. Un'importante eccezione è il Fisht Stadium, dove 40000 spettatori assisteranno alla cerimonia d'apertura del 7 febbraio: il tetto e il cemento interno non sono ancora completati. Quando Akhmed Bilalov, vicepresidente del comitato olimpico russo, è stato accusato di essere in ritardo sul salto con gli sci nel febbraio scorso, il presidente Vladimir Putin lo rimproverò sulla televisione nazionale. E Bilalov ha lasciato il paese.

"Certo che siamo pronti - ha detto il sindaco di Sochi Anatoly Pakhomov aggiungendo che Putin non lo chiama personalmente ma visita frequentemente le sedi -. Il presidente della Federazione Russa è personalmente monitorato del progetto". Il sindaco ha poi fatto presente che la fornitura d'acqua ci sarà in tutta l'area olimpica, ci sono 360 km di strade e 25000 camere d'albergo in più. "Non avevamo niente. Abbiamo costruito tutto da zero" dice.

Queste Olimpiadi, costo stimato di 51 miliardi di dollari, sono le più costose di sempre. I Giochi estivi di Londra 2012 sono stati stimati a 19 miliardi di dollari e quelli estivi di Pechino 2008 a circa 43 miliardi di dollari. Gli attivisti lamentano che l'ambiente ha pagato un grosso prezzo. I rifiuti da costruzione sono stati scaricati sulle colline: lo ha detto Vladimir Kimayev, leader di vigilanza ambientale a Sochi, aumentando il rischio di frane e l'invio di agenti inquinanti nel fiume Mzymta. 

E ha aggiunto che un viale lungo il Mar Nero è stato costruito troppo vicino all'acqua e che la spiaggia era ormai minacciata dall'erosione. "Questo è impossibile - ha detto il sindaco -. Il progetto è stato approvato da esperti di stato. Se ci fossero state violazioni non sarebbe stato approvato". Nel 2008, dopo una lunga controversia con le autorità olimpiche russe, i gruppi ambientalisti erano riusciti a convincere Putin, allora primo ministro, di spostare la pista di bob e il villaggio olimpico di montagna in una posizione meno dannosa . Seguì un periodo di stretta collaborazione che si è conclusa all'inizio del 2010.

"Avevamo avuto incontri mensili ed eravamo d'accordo su molti modi in cui le cose si potevano fare meglio", ha detto Igor Chestin, direttore generale di WWF Russia -. Allora non è successo niente quindi ci siamo ritirati da tutto il progetto". Chestin ha aggiunto che i lavori sono andati avanti così rapidamente che non c'era tempo per un adeguato studio di impatto ambientale. I palazzetti per eventi indoor sono stati costruiti vicino al Mar Nero, su un terreno che non era mai stato considerato perché era troppo paludoso. Non solo sono stati disturbati gli habitat degli animali, soprattutto di uccelli, anfibi e rettili, secondo Chestin, ma gli edifici sono stati costruiti su fondamenta che potrebbero rivelarsi instabili.

Una strada e una ferrovia che conducono dalla costa al sito di montagna costano diversi miliardi di dollari e dopo le Olimpiadi saranno utilizzate poco, sempre secondo Chestin. "Qualcuno ha calcolato che sarebbe stato più conveniente portare tutti in elicottero", ha detto. La Russia avrebbe dovuto spostare il tutto altrove, dice, forse nei più alti monti Altai della Siberia meridionale. "La scelta è stata completamente sbagliata secondo Chestin -. In un paese dove il 60 per cento del territorio è coperto da aree ghiacciate hanno scelto l'unico posto con un clima subtropicale".

Non ci si aspetta che il criticato Bilalov possa tornare in patria. Il sindaco Pakhomov impersona invece l'orgoglio territoriale, dichiarando che Sochi giustamente merita ammirazione per la creazioe di una località di mare e montagna di fama mondiale. "Nessun miracolo. Abbiamo messo i nostri abiti da lavoro e l'abbiamo fatto". Un editoriale scorsa settimana sul rispettato quotidiano Vedomosti riflette lo scetticismo, definendo lo spegnimento della torcia olimpica il simbolo dello stato della società, della politica e dell'economia russa.

La torcia si è spenta il 6 ottobre, subito dopo che è stata accesa da Putin e portata fuori dal Cremlino di notte, e una guardia vicina l'ha riaccesa con un accendino. Da allora si è spenta almeno sette volte lungo il percorso della staffetta. Il popolo di Twitter ha scherzato sul fatto che quando andrà nello spazio un razzo dovrebbe seguirla portando un accendino. Una fabbrica nella città siberiana di Krasnoyarsk ha fatto 16000 fiaccole per una somma di 6,4 milioni di dollari. Produce anche componenti per missili balistici, sollevando domande sulla loro qualità. Il Vedomosti ha citato un blogger, Dmitri Gubin, dicendo che le torce avevano sollevato un misto di imbarazzo, vergogna e gioia maliziosa tra i russi che vedono scarsa qualità per auto e sputnik allo stesso modo.

"Vogliamo essere orgogliosi del nostro paese e vincere le gare, ma i preparativi per i Giochi stanno procedendo a nostre spese e senza la nostra partecipazione - dice il Vedomosti -, e ciò che è stato costruito sarà sicuramente abbattuto". Queste Olimpiadi, secondo il sindaco Pakhomov, introdurranno invece una nuova, abbagliante Russia al mondo. "Siamo pronti - ha detto -. Ora siamo impegnati con le fontane e fiori. E' come una donna che si mette il rossetto".

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