Tornare a sciare sul ghiacciaio dell’Indren, per gli operatori di Gressoney "un progetto sostenibile"

Tornare a sciare sul ghiacciaio dell’Indren, per gli operatori di Gressoney 'un progetto sostenibile'
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Tornare a sciare sul ghiacciaio dell’Indren, per gli operatori di Gressoney "un progetto sostenibile"

Tornare a sciare sul ghiacciaio dell’Indren dove si sciava fino al 1997. E’ quanto chiede Paolo Maria Viganò, assessore al Turismo di Gressoney-La-Trinité, insieme ad alcuni operatori locali che si sono incontrati in questi giorni e che vogliono finanziare la realizzazione di uno studio di fattibilità e di un business plan.

“Si tratta di un piccolo ghiacciaio - scrive Paolo Maria Viganò in un post su Facebook che sta riscuotendo molto successo - situato ai piedi della Piramide Vincent, a Punta Indren, il punto più alto del comprensorio Monterosa Ski (3285 metri) dove si sciava fino al 1997 e dove si potrebbe sciare ancor oggi, nonostante l'autunno più caldo degli ultimi cinquant'anni.

L'impatto economico sarebbe - continua Paolo Maria Viganò - importante per il nostro paese nella stagione autunnale e lo diventerebbe ancor di più in una situazione come questa, in cui ad una settimana dalla data di apertura prevista degli impianti di risalita potremmo già essere operativi, seppur con un'offerta limitata, ad accogliere ed esaudire la grande voglia di neve autunnale che in tutto il nord Italia (e non solo) stiamo vivendo!

Un progetto economicamente sostenibile, importante non solo per l'indotto (che al momento è zero), ma anche per l'attore principale, la Monterosa spa: non occorre inventarsi nulla, basterebbe puntare alla "fame" di sci tipica dell'autunno, a i numerosi sci-snowboard club del nord Italia ed alle squadre valdostane e non solo che continuano a spendere le proprie ricchezze al di fuori della valle o almeno in gran parte.   Un progetto sostenibile in quanto porterebbe un valore aggiunto all'impianto di "arroccamento" Salati - Indren, andando cosi ad aumentarne i "passaggi" che al momento sono decisamente risicati.

Un progetto potenzialmente eco-sostenibile che andrebbe a recuperare un impianto già esistente in passato, senza intaccare un ecosistema vergine, anzi riqualificando ruderi ancor presenti, sopratutto dove sorgeva la stazione di arrivo a forcella di bors; eco-sostenibile perché realizzando un solar-skilift si sfrutterebbe energia pulita, alimentando non solo questo impianto, ma anche la stazione di monte del funifor Salati-Indren, attualmente sprovvista di allacciamento elettrico ed alimentata in parte da pannelli solari che purtroppo bastano solo per l'esercizio ordinario e che dunque spesso necessita l'ausilio dei due "puzzolenti" generatori a gasolio presenti nel piano seminterrato che comunque non rappresentano una valida opportunità per alimentare il bar-ristorante presente nella stazione che ancora oggi resta così tristemente chiuso; eco-sostenibile perché potrebbe permetterci di non dover utilizzare scavatori per interrare un cavidotto in grado di garantire la tensione necessaria per quanto scritto in precedenza; eco-sostenibile perché evitando l'interramento in questo caso specifico si risparmierebbe una gran quantità di denaro che potrebbe essere utilizzata proprio per la realizzazione del solar-skilift.

Viganò sottolinea inoltre che questo investimento potrebbe rappresentare una grande opportunità per facilitare l’accesso alla Balma, dando così l’impulso necessario per il recupero dell’omonima indimenticabile cestovia e portando ricadute importanti non solo sulla Valle del Lys, ma anche sulla Valsesia.

L'incontro svoltasi in questi giorni a Gressoney ha spinto alcuni operatori locali a decidere di unirsi in un gruppo di lavoro, ma soprattutto ad "autotassarsi" per finanziare la realizzazione di uno studio di fattibilità e di un business plan che verrà presentato a Monterosa spa, Comuni e Regione nella speranza di vedere trasformato questo "sogno" in realtà.

Il post su Facebook di Paolo Maria Viganò

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