Il 16 febbraio 2006, ai XX Giochi olimpici invernali, si disputa la sprint femminile che per tutta una serie di circostanze risulta completamente fuori dagli schemi. La gara, tanto emozionante quanto pazza, si risolve con un esito assolutamente imprevedibile.
Fra le superpotenze si notano un paio di cambiamenti di peso rispetto all’individuale. La Germania da’ spazio a Katrin Apel, lasciando a riposo Andrea Henkel nonostante il quinto posto di tre giorni prima. La Russia invece esclude l’impalpabile Anna Bogaly-Titovets per schierare la ben più quotata Olga Zaitseva.
Più delle scelte, tengono banco le strategie. Stando alle previsioni meteo la gara comincerà sotto una fitta nevicata, destinata però a estinguersi nel primo pomeriggio. La partenza è fissata per mezzogiorno, ma non si può prevedere quanto presto la neve smetterà di cadere.
Quindi potrebbe darsi che tutta la prova si disputi con il cielo a scaricare i fiocchi per poi aprirsi a ostilità terminate, oppure potrebbe capitare che l’evento si verifichi quando le atlete sono ancora in pista. Nel primo caso verrebbero avvantaggiate le donne con i pettorali più bassi. Nel secondo sarebbero invece le concorrenti partite tardi a trovare condizioni più favorevoli.
Alla luce dell’incerta situazione, i vari staff tecnici decidono di inserire le proprie atlete nel secondo o nel terzo gruppo di partenza. L’eccezione è la Germania di Uwe Müßiggang che, al contrario, scommette sul persistere della nevicata e opta per il primo gruppo.
In altre parole l’head coach tedesco azzarda la scelta più rischiosa in assoluto e soprattutto dimostra una visione strategica che non va oltre il proprio naso. È l’unico ad avere a disposizione quattro carte da medaglia e quindi il solo a potersi permettere una diversificazione dei gruppi di partenza, ma anziché diluire le proprie risorse le concentra in un unico luogo. L’esito, come vedremo, sarà disastroso.
Dunque in prossimità del via l’incertezza regna sovrana per via del meteo. Come se non bastasse pochi minuti prima della partenza si aggiunge un nuovo elemento insolito. Giunge notizia del forfait di Olga Pyleva, riguardo cui la federazione russa non rilascia alcuna spiegazione. Durante la gara si spargerà la voce di un test antidoping fallito dalla trentenne di Krasnoyarsk, con relativa squalifica dalla 15 km conclusa al secondo posto e conseguente revoca della medaglia. I rumors si riveleranno fondati e la conferma in merito arriverà in serata. Solo in seguito si capiranno i connotati del caso-Pyleva, già ampiamente esaminato nell’articolo relativo all’individuale.
Intanto la situazione meteo migliora rapidamente e ben presto il contesto diventa più favorevole. Ringrazia sentitamente il sorteggio la povera Uschi Disl che, oltre a sbagliare tre volte, parte con il numero 3 ed è quindi brutalmente penalizzata. La veterana tedesca – ancora alla caccia del suo primo oro olimpico – finirà addirittura fuori dalla zona punti, vedendo compromesso anche l’inseguimento.
Nonostante la dissennata scelta di Uwe Müßiggang, la sorte limita i danni per Kati Wilhelm. La leader della classifica generale di Coppa del Mondo prende il via fra le ultime del primo gruppo, solamente cinque minuti prima rispetto ad Anna Carin Olofsson che invece è tra le prime del successivo scaglione. La svedese torna a sovrastare la teutonica sugli sci per la prima volta da dicembre, ed entrambe commettono un errore.
In condizioni normali entrambe sarebbero state certe di una medaglia, ma oggi la situazione è in continuo divenire poiché la pista si sta palesemente velocizzando. In particolare le francesi Sandrine Bailly e Florence Baverel stanno tenendo un ottimo passo. Soprattutto la prima sta letteralmente volando nonostante abbia mancato un bersaglio a terra.
La ventiseienne di Belley però sbaglia anche in piedi, mentre la più esperta e meno blasonata compagna di squadra trova lo zero uscendo dal poligono con 16” di margine su Olofsson. La trentunenne di Pontarlier è una rinomata tiratrice, ma non è certo famosa per le sue qualità sugli sci stretti. Infatti nella tornata finale gli intertempi dimostrano come stia pagando dazio rispetto alla scandinava.
Prima ancora di capire se la transalpina riuscirà a difendere il vantaggio, Albina Akhatova e Olena Zubrilova coprono a loro volta tutti i bersagli. In particolare la prima vanta diversi secondi di vantaggio su una Baverel che nell’ultimo giro si sta difendendo egregiamente.
La francese taglia il traguardo mantenendo un esiguo vantaggio su Olofsson, spodestandola dalla leadership. Neppure il tempo di voltarsi per osservare il passo della russa e della bielorussa che dal poligono giunge notizia di un clamoroso zero di Lilia Efremova. L’ucraina, storicamente molto fallosa al tiro, oggi vive una giornata di grazia in piazzola e non sbaglia nulla entrando incredibilmente in lotta per le medaglie.
Per Akhatova sembrerebbe fatta, tuttavia i colpi di scena non sono finiti. La ventinovenne della Vologda è infatti vittima di un crollo verticale negli ultimi chilometri. Nel frattempo Zubrilova lotta, ma non recupera a sufficienza, mentre Efremova regge.
Più che una gara è un pandemonio. Quando le acque si calmano emerge un’incredula Florence Baverel, la quale si mette al collo una medaglia d’oro che ha del sensazionale. Prima di oggi infatti la transalpina era salita 10 volte sul podio, mai però sul gradino più alto, occupando in cinque occasioni la piazza d’onore e in altrettante la terza posizione.
Nell’odierna sprint invece tutto collima affinché sia lei a risultare la migliore. Il risultato ha peraltro una portata storica poiché le permette di diventare la prima – e tutt’oggi unica – biathleta francese capace di conquistare un oro olimpico individuale.
Sulla carta quel ruolo avrebbe dovuto essere dell’attesissima Bailly, che invece si deve accomodare in sesta piazza, battuta di 11”6 dalla connazionale. Con il senno di poi la sprint di Torino 2006 è la grande occasione sciupata dall’atleta Rhône-Alpes per imporsi nel contesto a Cinque cerchi. In questa gara Sandrine è letteralmente un razzo e fa segnare con ampio margine il miglior tempo sugli sci, ma le due penalità le precludono quel successo olimpico che mancherà per sempre nella sua carriera.
Ben quattro atlete si infilano fra le due transalpine in una prova dove i distacchi sono veramente minimi. La medaglia d’argento va a Olofsson, battuta di 2”4. La svedese può maledire un errore a terra e un sorteggio nemico (fosse partita con un numero più alto, la sua performance nel fondo avrebbe potuto essere anche migliore) ottenendo comunque un risultato di assoluto prestigio certificando di essere diventata biathleta di grido dopo aver fallito come fondista.
La medaglia di bronzo è incredibilmente appannaggio di Efremova, su cui alla vigilia non avrebbero scommesso neppure i suoi genitori. Eppure l’ucraina – staccata di 6”6 dall’altrettanto improbabile vincitrice – trova la più classica “gara della vita” nella giornata dove la posta in palio è altissima e in cui la buona sorte l’avvantaggia non poco.
Quarta, a 8”8 dalla prima posizione, una delusissima Akhatova. Non può bastare la consapevolezza di ricevere il bronzo dell’individuale in virtù della squalifica di Pyleva ad alleviare l’amarezza per un successo e un podio sfumati solo nella tornata finale.
Quinta a 9”1 da Olofsson e a 2”5 dal bronzo l’esperta Zubrilova per la quale il podio olimpico resta stregato nonostante sia una delle biathlete più vincenti di tutti i tempi. Wilhelm alla fine chiude settima, a 18”4 dalla testa. L’inseguimento si annuncia quindi oltremodo incerto e spettacolare.
In casa Italia arriva una buona prestazione di Michela Ponza (0+1) che si classifica 13^. Inoltre, per la prima volta in stagione, Nathalie Santer (1+1) fa il suo ingresso in zona punti piazzandosi 26^. Più attardate Katja Haller (0+1) e Saskia Santer (2+1), rispettivamente 53^ e 57^ e quantomeno qualificate per l’inseguimento.
Wilhelm, nonostante la delusione per il mancato podio, allunga ulteriormente in classifica generale di Coppa del Mondo issandosi a quota 592 punti e mettendo in ghiaccio la conquista della Sfera di cristallo. Disl, seconda, rimane ferma a 447, vedendosi avvicinata da Bailly (443) e Olofsson (437) con Glagow quinta a 421.
Domani riposo, mentre il 18 febbraio andranno in scena entrambi gli inseguimenti.
POS |
| |
ATLETA |
| |
NAT |
| |
TIRO |
| |
TEMPO |
1 |
| |
| |
FRA |
| |
0+0 |
| |
22:31.4 |
|
2 |
| |
OLOFSSON Anna Carin |
| |
SWE |
| |
1+0 |
| |
+2.4 |
3 |
| |
EFREMOVA Lilia |
| |
UKR |
| |
0+0 |
| |
+6.6 |
4 |
| |
AKHATOVA Albina |
| |
RUS |
| |
0+0 |
| |
+8.8 |
5 |
| |
ZUBRILOVA Olena |
| |
BLR |
| |
0+0 |
| |
+9.1 |
6 |
| |
BAILLY Sandrine |
| |
FRA |
| |
1+1 |
| |
+11.6 |
7 |
| |
WILHELM Kati |
| |
GER |
| |
0+1 |
| |
+18.4 |
8 |
| |
NAZAROVA Olga |
| |
BLR |
| |
0+0 |
| |
+21.8 |
9 |
| |
ZAITSEVA Olga |
| |
RUS |
| |
0+0 |
| |
+34.4 |
10 |
| |
ISHMOURATOVA Svetlana |
| |
RUS |
| |
0+1 |
| |
+38.9 |
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BOLLETTINO NEVE
LOCALITÀ | I.APERTI | H. Min/Max |
---|---|---|
Saas-Fee | / | 0-0 cm |
Breuil-Cervinia | 13/15 | 60-150 cm |
Ghiacciaio Val Senales | 6/11 | 25-81 cm |
Ghiacciaio Presena | 0/30 | 10-40 cm |
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