Torino 2006. Marcia trionfale della Germania nella pirotecnica staffetta maschile

Torino 2006. Marcia trionfale della Germania nella pirotecnica staffetta maschile
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BiathlonBiathlon - 10 anni fa

Torino 2006. Marcia trionfale della Germania nella pirotecnica staffetta maschile

Il 21 febbraio 2006 sulla pista di Cesana San Sicario il programma del biathlon ai XX Giochi olimpici invernali prevede la staffetta maschile. Alla vigilia però non tengono banco le scelte degli staff tecnici, bensì lo scandalo che ha travolto l’Austria.

Nella notte fra il 18 e il 19 febbraio i Carabinieri effettuano una perquisizione nelle stanze in cui alloggiano biathleti e fondisti rot-weiß-rot. L’operazione scatta in seguito alla segnalazione della presenza di Walter Mayer,  bandito dal Cio per quanto avvenuto ai precedenti Giochi Olimpici di Salt Lake City 2002.

Quattro anni prima il tecnico ricopriva il ruolo di direttore sportivo del settore nordico austriaco. Pochi giorni dopo la fine della manifestazione, nella stanza occupata dai fondisti Marc Mayer (figlio di Walter) e Achim Walcher, venne trovato materiale utilizzato per l’auto-emotrasfusione. Il comitato olimpico, dopo un’indagine, decise di impedire all’allenatore e ai due atleti di presenziare alle due future manifestazioni a Cinque cerchi (2006 e 2010).

Le istituzioni sportive fiutano però puzza di bruciato già a gennaio 2006, quando un ispettore Wada vede una cartolina celebrativa della squadra austriaca per Torino su cui, assieme a biathleti e allenatori, compare anche lo stesso Mayer, che effettivamente durante i Giochi è aggregato di straforo al team. L'allora quarantanovenne riesce rocambolescamente a scappare dai Carabinieri, ma la sua fuga termina in Austria, quando si schianta contro un posto di controllo della polizia.

La perquisizione porta al ritrovamento di siringhe e sacche di sangue nella stanza di Wolfgang Perner (quarto nella sprint di pochi giorni prima) e Wolfgang Rottmann. I due vengono immediatamente espulsi dalla manifestazione. Un anno dopo saranno squalificati a vita e rimossi da tutte le classifiche di Torino 2006.

Si aprirà anche un processo penale che si concluderà nel luglio 2012 con la condanna dei due atleti e del tecnico Emil Hoch. Gli altri sei imputati – compresi Mayer, il presidente della federazione austriaca Peter Schröksnadel e il direttore sportivo Markus Gandler – saranno invece assolti.  Nel frattempo però Mayer finisce a giudizio per un’altra vicenda anche in Austria, dove nel 2011 viene riconosciuto colpevole di  traffico di sostanze dopanti e condannato a 15 mesi di prigione.

Terminato questo edificante excursus, possiamo arrivare all’aspetto agonistico. Per quanto visto sinora nelle prove individuali la Norvegia è la grande favorita, con la Germania a rappresentare l’alternativa più credibile. Francia e Russia sono molto quotate in ottica podio, ma hanno qualcosa in meno rispetto ai tedeschi e soprattutto agli scandinavi.

Fra le papabili per le medaglie vengono effettuate un paio di scelte non scontate. In ambito teutonico si opta per dare fiducia a Michael Rösch, nonostante la pessima individuale, considerandolo più affidabile al poligono di Alexander Wolf, finito nell’anello di penalità nelle staffette disputate a Hochfilzen e Oberhof.

Il ragionamento del capo allenatore Frank Ullrich ha un suo perché e la stessa ratio è seguita dai russi, che decidono di escludere l’esuberante Maxim Tchoudov. Al ventitreenne di Ufa vengono preferite l’esperienza di Pavel Rostovtsev e Sergei Tchepikov, nonché la solidità al tiro di Ivan Tcherezov e Nikolay Kruglov.

La gara comincia e subito i valori in campo vanno a carte quarantotto.

Fra la sorpresa generale il mattatore del lancio è lo statunitense Jay Hakkinen, che si prende il lusso di staccare tutti e cambiare in testa con un piccolo margine sul giovanissimo ceco Ondrej Moravec. Terzo è il concreto tedesco Ricco Gross, mentre l’Italia è quarta grazie a un ottimo Christian De Lorenzi. Addirittura quinto il polacco Wieslaw Ziemianin.

Sono clamorosamente in grossa difficoltà quartetti molto quotati. Su tutti quello norvegese, con un Halvard Hanevold sottotono a cedere il testimone lontanissimo dalle posizioni di vertice, in compagnia del francese Julien Robert, come sempre tanto preciso quanto poco incisivo sugli sci. Anche i russi non se la passano bene poiché Ivan Tcherezov ha rischiato il giro di penalità a terra salvandosi in extremis. Dunque fra le superpotenze la Germania ha accumulato un importante vantaggio di 23” sulla Russia e di quasi 50” su Norvegia e Francia.

In seconda frazione Michael Rösch si rende protagonista di una prestazione maiuscola che consente al quartetto teutonico di prendere solitario il comando delle operazioni. Il ventitreenne di Altenberg bada a difendersi sugli sci ed è una macchina al tiro, dove copre tutti i bersagli con una rapidità impressionante senza usare neppure una ricarica. A metà gara quindi è la Germania a menare le danze con un margine di circa mezzo minuto sulle sorprendenti Italia e Polonia, in quota grazie a una prestazione più che positiva di René Laurent Vuillermoz e Tomasz Sikora. I polacchi sono destinati a sparire dagli schermi radar, in quanto privi di altri atleti di buon livello, mentre gli azzurri iniziano ad accarezzare il sogno della medaglia.

La lotta per il podio è comunque apertissima poiché la Francia ha mantenuto il distacco nell’ordine dei 50” per merito di un convincente Vincent Defrasne, agganciando una Russia che dal canto suo ha perso terreno a causa delle difficoltà sugli sci di Sergei Tchepikov. I grandi favoriti norvegesi sono invece sull’orlo del precipizio, poiché Stian Eckhoff fatica oltremodo e cambia nono a quasi un minuto e mezzo.

Gli scandinavi naufragano definitivamente al poligono a terra della terza frazione. Frode Andresen incappa in una debacle che condanna definitivamente la Norvegia, ancora digiuna di ori dopo averne vinti 6 su 7 tra Nagano 1998 e Salt Lake City 2002!

In testa Sven Fischer invece sta facendo la voce grossa, ma ha a sua volta un passaggio a vuoto e finisce nel giro di penalità al tiro in piedi. Nello stesso momento svaniscono le speranze italiane poiché vengono fuori tutti i limiti in questa componente di Paolo Longo, ancora saldamente in seconda posizione, ma in stagione accreditato di un 60% nello standing shooting.  Non c’è miracolo per il ventottenne trentino, costretto a percorrere due volte l’infausto anello. Gli azzurri perdono definitivamente il treno per il podio.

Nonostante lo svarione di Fischer, la Germania rimane al comando. Un ottimo Pavel Rostovtsev ha però riportato la Russia a soli 18” di ritardo, mentre un buon Ferreol Cannard permette alla Francia di attestarsi in terza posizione a 40” dai battistrada, seppur raggiunta dalla Svezia che, dopo le inconcludenti prove di Jakub Borjesson e Björn Ferry, è risalita con prepotenza dalle retrovie sino alla lotta per le medaglie, trascinata da un Mattias Nilsson sensazionale! Pienamente in corsa per i metalli anche la Repubblica Ceca, scivolata indietro in seconda frazione a causa dei cronici problemi in piedi di Zdenek Vitek, ma ancora a contatto con transalpini e svedesi grazie a un solido Roman Dostal.

La quarta frazione è palpitante. Michael Greis sugli sci non teme confronti, ma a terra è costretto a ricorrere a due ricariche, vedendosi pericolosamente avvicinato da un Raphael Poirée perfetto, capace di abbattere ben 25 dei 40 secondi di distacco ereditati al cambio. Nikolay Kruglov non riesce invece a tenere il ritmo del tedesco e del francese, scendendo in terza piazza e venendo addirittura messo nel mirino da un brillante Carl Johan Bergman. Michal Slesingr soffre, ma rimane in scia a chi lo precede, nella speranza di approfittare delle sventure altrui.

Nel secondo giro il bavarese alza l’asticella, guadagnando leggermente terreno su tutti gli inseguitori. Dopodiché chiude la partita al tiro usando una sola ricarica, involandosi verso la vittoria quando gli altri non hanno ancora aperto. In piedi il transalpino entra in difficoltà, mentre il russo è pulito e riparte indisturbato verso la piazza d’onore. Il trentunenne nativo dell’Isere si ritrova addirittura spalle al muro quando lo svedese torna in pista utilizzando un unico proiettile extra. Il bleu si salva però dall'abisso dell'anello di penalità con l'ultima ricarica e si rimette in movimento, seppur a 12” dallo scandinavo. Il ceco invece non ha modo di entrare nella contesa e saluta i primi quattro.

Se Greis e Kruglov percorrono la tornata finale in relativa tranquillità, in quanto le loro posizioni sono cristallizzate, dietro Bergman e Poirée stanno inscenando un duello all’arma bianca, con il francese a recuperare progressivamente sul meno quotato rivale. L’aggancio arriva proprio all’inizio del lunghissimo rettilineo d’arrivo e i due si producono in una drammatica ed estenuante volata in parallelo. A pochi metri dal traguardo il nordico opta per la spinta pattinata di gambe, al fine di aumentare la velocità, ma incespica, si sbilancia all’indietro e perde l’inerzia mentre l’avversario si tuffa in avanti, conquistando il gradino più basso del podio letteralmente per pochi centimetri. 

Dunque oro alla Germania, per la quale Torino 2006 sta diventando una marcia trionfale. Argento alla Russia, finalmente a medaglia anche in campo maschile, e bronzo per una più che soddisfatta Francia. Quarta la Svezia, rimasta con un pungo di mosche dopo aver sfiorato una clamorosa impresa. Quinta la Norvegia, risalita nell’ultima frazione grazie a una prestazione monstre di Bjørndalen. Sesta una buona Repubblica Ceca, mentre l’Italia conclude ottava dopo aver flirtato con il podio.

Il 23 febbraio andrà in scena la staffetta femminile, mentre il programma maschile si chiuderà con la mass start del 26.

TORINO 2006 – STAFFETTA MASCHILE
1. GER [Gross, Rösch, Fischer, Greis] (1+8) 1:21’51”5
2. RUS [Tcherezov, Tchepikov, Rostovtsev, Kruglov] (0+6) a 20”9
3. FRA [Robert, Defrasne,Cannard, Poirée] (0+6) a 43”6
4. SWE [Borjesson, Ferry, Nilsson, Bergman] (0+12) a 43”6
5. NOR [Hanevold, Eckhoff, Andresen, Bjørndalen] (2+9) a 1’12”1
6. CZE [Moravec, Vitek, Dostal, Slesingr] (1+11) a 1’12”5
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8. ITA [De Lorenzi, Vuillermoz, Longo, Pallhuber] (2+10) a 1’49”4

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