Kati Wilhelm: "Neuner ha sbagliato i modi, ma lo sport tedesco è in difficoltà e bisogna migliorare"

Kati Wilhelm: 'Neuner ha sbagliato i modi, ma le critiche ogni tanto vanno lanciate'
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Kati Wilhelm: "Neuner ha sbagliato i modi, ma lo sport tedesco è in difficoltà e bisogna migliorare"

Kati Wilhelm, dopo aver inaugurato il proprio ristorante Heimatlon, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano Thüringsche Landeszeitung in cui ha affrontato temi a tutto tondo. Sul lato sportivo non potevano mancare le domande riguardanti la squadra tedesca di biathlon e le critiche mosse da Magdalena Neuner alla  gestione dello staff tecnico a cui la trentottenne ha risposto lanciando ulteriori spunti di riflessione.

Interpellata riguardo la possibilità di tornare nel mondo del biathlon ha dichiarato che "la decisione di aprire un ristorante è stata una nuova sfida, ma non si tratta di una decisione finale sul mio futuro. Probabilmente non sarò mai un'allenatrice della squadra nazionale, ma non escludo di diventare un'alleantrice a livello di sciclub per lavorare con i più giovani".

Al riguardo le è stato fatto notare come lo sport tedesco in generale appaia in difficoltà soprattuto in campo femminile dove, nelle edizioni più recenti dei Giochi olimpici, le medaglie conquistate dalle donne sono in calo e la maggior parte di esse arriva da atlete navigate.

La vincitrice di 3 ori olimpici ha risposto che "non so quali siano i metodi odierni, ma finché sono stata un'atleta ci si allenava molto duramente. Nella nostra società è sempre più difficile trovare nuovi talenti perché ci sono sempre meno ragazze disposte a torturarsi per raggiungere grandi obiettivi.

La mia opinione è che in futuro si debbano stilare più piani di lavoro personalizzati. Ovviamente non ci si può votare in principio all'individualizzazione degli allenamenti, ma allenarsi individualmente è fondamentale. (Wilhelm è esplosa definitivamente a 28 anni quando ha abbandonato la squadra nazionale per seguire piani di allenamento individualizzati seguita dal norvegese Odd Lirhus, ndr) 

La cosa più importante è la comunicazione tra le atlete e i propri allenatori. Questo genere di condivisione è decisivo ed è un aspetto che oggi va migliorato. Sicuramente l'età e l'esperienza giocano un ruolo molto importante perché per le atlete più giovani è difficile discutere apertamente di tutto con i propri tecnici".

Mancata personalizzazione degli allenamenti e assenza di comunicazione tra atleti e tecnici sono due punti su cui Neuner aveva pesantemente attaccato la federazione di sci tedesca. Su questo tema Wilhelm ha spiegato di "non condividere tutto quello che ha detto Magdalena. Soprattutto ritengo abbia sbagliato il modo di effettuare le sue critiche perché lanciarle da fuori è sempre molto facile" aggiungendo poi, richiamando la propria esperienza di commentatrice televisiva per Ard, "so cosa si può dire davanti alle telecamere e cosa non può essere detto e so cosa un'atleta vuole sentire dai media. Però ogni tanto è indispensabile criticare anche pubblicamente".

Non poteva mancare una domanda riguardo il futuro del biathlon femminile tedesco: "quando un'intera generazione di atleti di successo si ritira, chi deve prendere il loro posto fa sempre fatica. Però un ricambio prima o poi arriva. L'esempio è la squadra maschile.

Per quanto riguarda le donne ai prossimi Mondiali non ci potranno essere i trionfi di 5 o 6 anni fa, ma lo scorso inverno si è visto come le nuove biathlete abbiano il potenziale per vincere una medaglia a Kontiolahti 2015".

Infine una chiosa finale su Luise Kummer, grande protagonita ai Mondiali junior 2014 e la più promettente tra le ragazze provenienti dalla Turingia. Il Land di origine di Wilhelm, dopo il recente ritiro di Andrea Henkel, vive il punto più basso della sua storia a causa del fatto di aver perso una generazione. Infatti i più interessanti talenti nati negli anni '80 (ovvero Jenny Adler e Juliane Döll) non sono riuscite a emergere e grandi speranze vengono riposte nella ventunnene campionessa iridata juniores a Presque Isle.

"Luise ha gareggiato in Coppa del Mondo a Oslo e credo si sia resa conto subito di che enorme differenza c'è tra il massimo circuito e il livello junior. Io penso ci sia grande margine di crescita e che abbia ancora molto da imparare. Non ci si può aspettare molto dal suo primo anno di Coppa del Mondo e non bisogna pretendere troppo da lei solo perché è l'unica turingia".

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