Martin Fourcade: "Dopo il 2018 potrei darmi al fondo. Ora penso a divertirmi, e sulla Russia dico che..."

Martin Fourcade: 'Dopo il 2018 potrei darmi al fondo. Ora penso a divertirmi, e sulla Russia dico che...'
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Martin Fourcade: "Dopo il 2018 potrei darmi al fondo. Ora penso a divertirmi, e sulla Russia dico che..."

Alla vigilia dei campionati nazionali estivi, Martin Fourcade è stato intervistato dal quotidiano L'Indépendant. Il fresco ventottenne catalano ha fatto il punto della situazione, parlando della propria estate, degli obiettivi, dei progetti per il futuro ed esprimendo la sua opinione sulle accuse di doping di stato alla Russia.

Come sta andando la preparazione?
“Ho avuto un’estate super. Buone condizioni d’allenamento e nessun problema fisico, a parte un piccolo taglio a un dito. Tutto va bene e sono molto felice della mia preparazione. Questo non significa avere podi garantiti durante l’inverno, ma è già una soddisfazione aver potuto lavorare come volevo. Ho finito la grande fase di carico e ora entrerò in quella atta ad affinare la forma. Quindi ridurrò il numero di ore d’allenamento, ma ne aumenterò l’intensità. Il difficile è passato, ora inizia il divertimento”.

Come sta andando la collaborazione con il nuovo allenatore di tiro Franck Badiou, che ha rimpiazzato Siegfried Mazet, andato in Norvegia?
“Molto bene. All’inizio ero abbastanza preoccupato, perché sapevo ciò che avrei perso senza sapere cosa avrei trovato. Il lavoro è cambiato, ora tra coach e atleta ci sono più dialogo e cooperazione rispetto a prima. Posso esprimermi di più rispetto al passato”.

Quali sono i suoi obiettivi per il prossimo inverno?
“Ho due obiettivi principali. I Mondiali di Hochfilzen e la classifica generale della Coppa del Mondo. Inoltre ho già deciso che non parteciperò alle gare-esibizione di fine stagione in Russia. Questo perché voglio staccare la spina in anticipo rispetto agli altri anni, per cominciare il più riposato possibile la super preparazione in vista dei Giochi olimpici del 2018”.

A proposito di Russia, qual è la sua opinione in merito alla scelta della federazione internazionale di assegnare a Tjumen i Mondiali del 2021? In particolare in relazione alle accuse di doping di stato mosse dal rapporto McLaren?
“Penso che prima di decidere sanzioni riguardo il futuro, sarebbe meglio fare luce sul passato. Il rapporto McLaren indica che le positività di 10 biathleti russi sono state insabbiate fra il 2011 e il 2015. Per quanto mi riguarda, la priorità è sapere quei nomi. Questi atleti trovati positivi dovrebbero essere squalificati. Indipendentemente da questo fatto, io sono contrario a ogni tipo di boicottaggio. La Russia è una nazione bellissima, con un pubblico fantastico. Sarebbe un peccato revocarle i Mondiali per gli errori del passato. Gli errori vanno puniti, certo, ma in maniera tale che il grande pubblico sappia chi ha barato e che gli atleti sappiano a quali russi è possibile stringere la mano e a quali invece no”.

È stato sorpreso dalle rivelazioni del rapporto McLaren, in particolare riguardo i metodi di manipolazione dei test antidoping prima e durante i Giochi di Sochi?
“Sono stato maggiormente sorpreso del fatto che tutte le organizzazioni che avrebbero dovuto combattere il doping non abbiano aumentato i loro sforzi. Se sai che qualcuno può tenere un comportamento illecito, fai di tutto per controllarlo. Quindi, se hai dubbi sul laboratorio di Mosca, fai in modo che non effettui test”.

Sapendo queste cose sulla Russia, ha visto i Giochi di Rio de Janeiro con altri occhi?
“No. Però trovo triste che non vi fossero russi nell’atletica. Anche se ci sono stati problemi con il doping, ritengo sia molto triste squalificare tutta la nazione. Inoltre non mi sono piaciuti gli orari e spero non si ripetano certi errori. Anche se sono un grande appassionato di sport, non ho avuto nessuna voglia di alzarmi alle 4 di mattina per vedere i 100 metri…”

Tornando all’inverno, ha in programma di partecipare a competizioni di sci di fondo?
“No. Il calendario è davvero sfavorevole quest’anno. Preferisco avere come unico obiettivo il biathlon fino ai Giochi di Pyeong Chang. Dopodiché potrei ripartire con un nuovo ciclo di quattro anni fino a Pechino, e allora sarà importante capire quale sarà la strada più stimolante per me. Per esempio, guardando alla stagione 2018-’19, sto valutando l’ipotesi di dedicarmi principalmente al fondo, riducendo le mie presenze nel biathlon, dove avrei come unico obiettivo i Mondiali di Östersund”.

I Giochi olimpici di Pechino 2022 sono quindi un obiettivo a lungo termine?
“Lo scopriremo in futuro. In realtà non ho deciso ancora niente per il dopo-Pyeongchang. Le olimpiadi della Corea saranno un checkpoint dopo il quale farò il punto sulla mia vita. Se mi renderò conto di provare ancora piacere nel praticare sport agonistico, perché dovrei smettere?”

Non penserà di seguire le orme di Bjørndalen che gareggia ancora a 42 anni?
“No no! Nel 2022 avrò 33 anni e sono sicuro di non andare oltre. Però fino a quel momento, la porta per proseguire è aperta”.

Si diverte ancora nonostante le tante stagioni passate dal debutto nel 2009?
“Sì, per di più penso di aver appena passato la mia migliore estate in termini di preparazione. Certo, è sempre più difficile trovare motivazioni. In principio era semplice, si trattava di ottenere determinati risultati. Ora invece ho già raggiunto tutto ciò che potevo raggiungere, quindi se sono ancora in attività è proprio perché il divertimento è l’emozione predominante”.

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