Tchoudov non ha ancora digerito il famoso inseguimento di Pyeongchang 2009 dove fu iridato per qualche ora

Tchoudov non ha ancora digerito il famoso inseguimento di Pyeongchang 2009, con ricorsi e controricorsi
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Tchoudov non ha ancora digerito il famoso inseguimento di Pyeongchang 2009 dove fu iridato per qualche ora

Maxim Tchoudov, ritiratosi dall'attività agonistica lo scorso inverno, ha concesso un'intervista al portale R-Sport in cui, a quasi 6 anni di distanza, torna sul famoso inseguimento iridato di Pyeongchang 2009 in cui, a suo dire, lui e la Russia furono privati di una sacrosanta medaglia d'oro (che in realtà tanto sacrosanta non era).

L'atleta di Ufa festeggia proprio oggi il suo 32° compleanno e ha concluso la sua carriera con 4 vittorie in Coppa del Mondo, compreso un oro iridato (la sprint di Östersund 2008) a cui vanno aggiunti 3 argenti individuali ai Mondiali e svariate medaglie in staffetta.

Proprio l'ultimo dei tre argenti è arrivato nella gara "incriminata" a cui oggi Tchoudov ha fatto riferimento dicendo "all'epoca noi russi non potevamo riprenderci quello che ci spettava, se una persona ha violato le regole deve essere punita"

Probabilmente molti si sono appassionati al biathlon solo di recente, quindi è bene fare una breve lezione di storia.

I FATTI
Il 15 febbraio 2009 si disputò l'inseguimento dei Mondiali di Pyeongchang. Ole Einar Bjørndalen dominò la gara vincendo con un vantaggio di 42" su Tchoudov e 53" su Alexander Os. Tuttavia, dopo la fine della competizione, si scoprì che Bjørndalen e altri 10 atleti avevano sbagliato strada all'inizio della prova passando sopra un ponticello anziché aggirarlo.

Vedere 11 dei 58 partenti fare lo stesso errore e pensare a come l'anno prima Magdalena Neuner fosse incappata nello stesso inconveniente nello stesso punto, suggerì come le segnalazioni fossero caotiche e vi fossero evidenti mancanze in marito da parte dell'organizzazione.

In ogni caso Bjørndalen effettuò un taglio di percorso e la Russia presentò ricorso. La giuria decise di penalizzare di 1 minuto tutti gli atleti coinvolti, pertanto Bjørndalen scivolò dal primo al terzo posto con Tchoudov oro.

Partì immediatamente un contro-ricorso firmato da Norvegia, Germania, Ucraina, Slovenia, Polonia, Francia e Austria su cui decise una sorta di corte d'appello formata da Anders Besseberg, Alexander Tikhonov, Ivor Lehotan, Uwe Müssiggang e Borut Nunar.

L'emittente tedesca Zdf, grazie alla propria regia personalizzata, aveva le immagini del taglio di percorso e dimostrò come il vantaggio acquisito fosse minimo e non avesse inficiato in alcun modo l'esito della competizione.

La suddetta "corte d'appello" a maggioranza votò per cancellare le penalizzazioni e ristabilire l'ordine d'arrivo originario.

Ne conseguì un pandemonio in Russia, peraltro all'epoca nell'occhio del ciclone per via delle positività all'Epo di Ekaterina Iourieva, Albina Akhatova e Dmitry Yaroshenko. Tikhonov e Tchoudov chiesero l'assegnazione dell'oro ex aequo, ma la richiesta della federazione russa fu ripetutamente respinta, anche dal Tas di Losanna, e la classifica non è più stata modificata.

Questa cosa a Tchoudov evidentemente non è mai andata giù, nonostante Bjørndalen non avesse ottenuto un vantaggio apprezzabile e sul traguardo lo abbia preceduto di oltre 40". Peraltro leggende raccontano di un incontro non proprio amichevole tra i due in albergo poche ore dopo la fine della competizione.

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