Stefano Longo, dalle Olimpiadi in casa alle prossime elezioni FISI: "Serve un salto culturale"

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Stefano Longo, dalle Olimpiadi in casa alle prossime elezioni FISI: "Serve un salto culturale"

Abbiamo intervistato il manager padovano, numero 1 di Fondazione Cortina 2026 e candidato alla rielezione nel consiglio federale: "Il bilancio di questa Federazione presenta numeri ottimi, ma si può e si deve migliorare lavorando come un'azienda e responsabilizzando le persone. Giovani e skidome, vi dico come la penso. Per i Giochi siamo in ritardo, ora bisogna correre per diverse infrastrutture".

Stefano Longo sa bene quale FISI vorrebbe vedere per il prossimo quadriennio che porterà al grande appuntamento dei Giochi Olimpici Invernali di Milano Cortina 2026, avendo lavorato nel consiglio federale che terminerà il proprio mandato nei prossimi giorni, verso le nuove elezioni in programma a Milano sabato 15 ottobre.

Il dirigente padovano, classe 1956, manager di alto livello nel ramo delle assicurazioni e ormai nel mondo della neve da oltre un decennio, se pensiamo agli impegni da vice presidente dello Sci Club 18 di Cortina e poi appunto da consigliere negli ultimi 4 anni, è tra i 23 candidati ad un ruolo anche nel prossimo CF.

L'abbiamo raggiunto telefonicamente, proprio qualche ora dopo il consiglio federale odierno, per analizzare quanto e cosa potrà fare la nuova FISI, indipendentemente dal presidente che verrà scelto tra Roda, Dalpez, Falez, Maldifassi e Bisconti. Longo è il numero 1, dallo scorso maggio, di Fondazione Cortina 2026: abbiamo così colto l'occasione per parlare anche di Giochi Olimpici e di quanto l'ente stesso farà nella prossima stagione nella località ampezzana, visto che si occuperà direttamente delle gare di Coppa del Mondo, dal tris dello sci alpino femminile (20-22 gennaio con due super-g e una discesa sull'Olympia delle Tofane) alla conferma di snowboard parallelo e SBX, sino alla grande novità delle prove paralimpiche. “La Fondazione è autonoma da fine giugno e lavoriamo già con un paio di dipendenti fissi, un direttore generale e commerciale – ci spiega Longo – Dal punto di vista operativo, perseguiamo un primo binario che vede Fondazione Cortina 2026 attiva nell'organizzazione degli eventi di CdM, che “riceviamo” dalla FISI e, dal 2023, anche dalla FISIP (la Federazione Italiana Sport Invernali Paralimpici).

Dalle tre gare femminili di velocità, allo snowboard tra dicembre e gennaio (con doppio appuntamento in notturna, una classica per il gigante parallelo sul Faloria e il bis del 2021 per Moioli, che vinse proprio all'esordio, e compagni un mese più tardi), sino alle finali di Coppa del Mondo per lo sci paralimpico, con gigante e slalom nel mese di marzo per una prima volta a Cortina.

Ci tengo a sottolineare quest'ultimo evento, visto che la maggior parte delle Paralimpiadi 2026 si terranno a Cortina e quello della prossima primavera sarà un test molto importante, sotto vari punti di vista pensando ad esempio alla logistica, tanto che grazie all'aiuto dell'associazione albergatori stiamo già lavorando da tempo per accogliere gli atleti diversamente abili secondo le loro esigenze. Potremmo anche avere una terza gara, con lo snowboard cross paralimpico: sarebbe l'ottava in assoluto a Cortina nella stagione 2022/23 di Coppa del Mondo”.

Il secondo binario? Riguarda proprio i Giochi del 2026: “La collaborazione con Milano Cortina 2026 viene seguita in particolare dal nostro direttore generale Michele Di Gallo, oltre ad una consulenza con una società internazionale che ci supporta ed è di fatto l'unico appoggio “esterno”. Mi preme sottolineare il supporto dei comuni e di un territorio che già si era attrezzato per i Mondiali 2021 di sci alpino (Longo era consigliere di Fondazione Cortina 2021, con l'incarico di responsabile del comitato di controllo finanziario, ndr).

I 4-5 anni di lavoro precedenti all'evento iridato sono stati una buonissima università verso l'appuntamento più grande, ovvero le Olimpiadi, anche per impiantisti, albergatori, associazioni sportive e tutte le realtà del tessuto sociale”.

Nel suo programma da consigliere federale, parla di piano d'impresa 2022-2026 e di un nuovo stile di conduzione per avere una FISI evoluta e rinnovata alla fine del prossimo quadriennio. Cosa si attende nello specifico, oltre ad una maggiore capacità di delegare rispetto all'ultima gestione?

La strategia di accentrare, portata avanti in questo decennio di presidenza Roda, credo sia stata comunque corretta perchè bisognava rimettere in sesto una Federazione che nel 2012 era in condizioni patrimoniali e finanziarie molto difficili. Lasciamo un bilancio di chiusura molto buono, con un patrimonio netto di oltre 2 milioni. Dopo 4 anni da consigliere, sento di poter dire che la FISI è talmente complessa, con le sue 15 discipline e numeri impressionanti anche a livello provinciale e regionale, da avere la necessità di fare un salto culturale.

Mi spiego: una Federazione a forte matrice manageriale, delegando maggiormente per fare crescere le persone che si sentiranno così responsabilizzate. Parlo di dirigenti a tutti i livelli, utilizzando tecniche che rendano omogenea la cultura d'azienda. Abbiamo già in casa uno strumento eccezionale come la Scuola Tecnici Federali, che può essere utilizzata anche per le attività di formazione dei dirigenti, non solo degli allenatori. Per riassumere, vorrei una FISI positivamente diversa”.

Che idea si è fatto dei programmi proposti dai vari candidati?

Parliamo di persone con curriculum di livello e specifico per il nostro ambito, ma non è tanto l'idea che ci si può fare della singola persona a fare la differenza. Per la nuova FISI, ciò che sarà maggiormente importante sarà la capacità di mettere assieme una squadra, i 10 consiglieri a livello centrale, che sappiano integrarsi bene tra di loro e con le rispettive esperienze e competenze. La grande capacità di un presidente è quella di fare lavorare assieme queste risorse”.

Nei giorni scorsi, in occasione della sua presentazione ufficiale a Roma, Alessandro Falez ha premuto sul tasto della necessità di avere impianti come gli skidome. La considera una delle tante mancanze a livello infrastrutturale nel nostro paese e una necessità urgente?

Partiamo da un concetto, ovvero le forti criticità legate alla situazione ambientale, basti guardare all'estate pessima dei ghiacciai, e dall'altra parte un momento storico difficilissimo per i costi dell'energia, i report di ANEF in tal senso sono eloquenti. Nella convinzione che non sia semplice trovare una soluzione per uno skidome in Italia, devo dire che mai come quest'anno ho sentito parlare di pulmini di tanti sci club in viaggio verso il nord Europa, tra Germania, Paesi Bassi e Belgio, oppure fino in Lituania avendo la necessità di sciare. Sì, è un'esigenza inerudibile quella di creare le condizioni, con la FISI capofila di imprese nazionali o internazionali specializzate nella costruzione di uno skidome, per arrivare a questo obiettivo con la collaborazione di comuni e regioni, visto che bisognerà trovare le aree giuste per mantenere un impianto di quel tipo, oltre a potervi accedere nella miglior maniera possibile.

Come giudica lo stato del movimento a livello giovanile nello sci alpino che, se tra i ragazzi propone già alcuni elementi della “Generazione Z”, da Vinatzer a Franzoni e Della Vite, su ottimi livelli, fatica maggiormente con le ragazze?

In Federazione c'è stata un'evoluzione negli ultimi anni, io stesso ho sempre notato una chiusura all'interno delle squadre nazionali giovanili, si guardava poco nel corso della stagione a ciò che accadeva sui campi di gara, ma dal 2019 qualcosa è cambiato e si comincia ad intravedere un'apertura anche da parte dei tecnici verso un intero mondo di atleti, non a caso è nato il concetto degli “Osservati” da quel consiglio federale di quasi 4 anni fa.

Credo che questa impostazione darà i suoi frutti nel breve-medio periodo, servirà ancora un po' di tempo e tanta... curiosità. E' una parola che considero importante: bisogna andare a vedere gli atleti, capire cosa ci offrono i migliori sci club, e ne abbiamo tanti di grandissimo valore. In FISI, inoltre, serve avere la cultura del backup: non abbiamo il concetto dei secondi, rimanendo così spesso sguarniti ed è un modello che vale a tutti i livelli, dalla parte politica e dirigenziale arrivando al tema del volontariato, sino a quella tecnica.

Lo stato di salute in chiave generale verso i Giochi di Milano Cortina 2026? E la “famosa” pista per le discipline del budello a Cortina?

Sarebbe una bugia dire che è tutto a posto, bisogna correre forte sul piano delle infrastrutture. Sono convinto che faremo tutto, perchè ci sono località già sostanzialmente pronte, come Anterselva, Livigno, la Val di Fiemme, Cortina per lo sci femminile, mentre rimanendo in ambito ampezzano, e qui mi collego alla domanda sulla pista per bob, skeleton e slittino, bisogna cominciare a vedere i lavori per lo stadio olimpico del ghiaccio che ospiterà il curling.

La “Eugenio Monti”: il Cio si è espresso in modo positivo, ma voglio sottolineare che questa pista non dovrà essere solo un centro federale, ma lavorare sul piano internazionale ospitando allenamenti e gare al di là dell'evento olimpico, d'altronde non è un caso se ci sono solo 16 impianti funzionanti in tutto il mondo. Le attività inizieranno ad ottobre, poi bisognerà procedere rapidamente alla costruzione: si poteva andare in Austria, come dice qualcuno? Forse sì, ma ricordo che avremmo dovuto spendere una ventina di milioni per renderla praticabile per un'edizione dei Giochi, facendolo in casa altrui”.

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