Miki Ando: pronta a lottare per un posto alle Olimpiadi

Miki Ando ready to fight for an Olympic spot
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Miki Ando: pronta a lottare per un posto alle Olimpiadi

Abbiamo avuto l'opportunità di intervistare Miki Ando prima della sua partenza per i campionati nazionali giapponesi. Negli ultimi due mesi la ex campionessa mondiale si è allenata nella pista di Sesto San Giovanni, e la nostra inviata l'ha incontrata per parlare dei Giochi Olimpici, del suo nuovo allenatore e della sua nuova vita di mamma.

La tua prima gara internazionale è stata a Zagabria, nella categoria Novice, giusto?

Sì. Ricordo la città, la pista, l'hotel...è stato bello tornare lì, ho molti bei ricordi di quella gara.

Su cosa hai lavorato nel periodo tra Ice Challenge e Golden Spin?

Non ho potuto allenarmi molto perché mi sono infortunata appena prima di pattinare il Libero a Zagabria. Questa non è la mia gara più importante: i nazionali lo sono.

Non volevo peggiorare il mio infortunio, quindi mi sono presa cura del mio piede, bendandolo ogni giorno in modo da farlo guarire più facilmente.

Ho cercato di pattinare di più con la musica. Adesso il programma corto è molto meglio rispetto a prima, ma nel Long è ancora difficile per me pensare ai salti ed alle trottole. Voglio che libero sia un tutt'uno con la musica. La mia combinazione triplo-triplo e il mio Lutz sono migliorati anch'essi.

Hai intenzione di eseguire il triplo-triplo ai nazionali?

Sì.

Nel programma libero?

Nello short-program. Credo che il corto sia più importante del libero. Se facessi il triplo-triplo nel lungo, poi non potrei ripetere lo stesso salto nella seconda metà del programma, e quindi non potrei guadagnare più punti. Mentre se lo facessi nel corto, potrei guadagnare più punti.

Quindi secondo te la combinazione triplo-triplo è quello di cui hai bisogno per qualificarti ai Giochi Olimpici?

Credo che per me divertirmi mentre pattino sia più importante dei salti in sé.

Per quanto riguarda i Giochi Olimpici, non sono nel team nazionale al momento, perciò devo prima rientrare a far parte della squadra giapponese: in caso contrario, non potrei andare affatto alle Olimpiadi. Quindi dipenderà dalla federazione giapponese, su cosa penseranno e cosa diranno.

Qual è stata la reazione della federazione quando è venuta a conoscenza del tuo ritorno alle gare?

Non hanno detto niente. Hanno solo detto che non facevo parte del team giapponese e che quindi non potevo andare alle gare indossando la giacca del Giappone.

Sei stata invitata al Nebelhorn Trophy a Oberstdorf, alla Ice Challenge a Graz e adesso al Golden Spin a Zagabria, dalle rispettive federazioni. In caso contrario, non avresti potuto gareggiare affatto. Non credo sia successo molte volte, il fatto che ad un atleta sia data la possibilità di tornare a gareggiare grazie agli inviti di diverse federazioni. Che cosa ne pensi?

Per il Nebelhorn Trophy, sapevo di avere la possibilità di gareggiare lì, ma la federazione giapponese non era ancora pronunciata riguardo la mia presenza lì e quindi mi stavo arrendendo perché è la federazione a decidere se possiamo gareggiare o meno in un determinato evento.

Ecco perché mi stavo già preparando per i Sectionals di novembre. Se loro non volevano che io andassi al Nebelhorn, non sarei potuta andare.

Ma non hanno detto niente, e quindi sei potuta andare.

Sì, mi hanno solamente mandato una lettera dicendomi che ero stata invitata dalla federazione tedesca al Nebelhorn. In quel periodo mi stavo preparando per i Sectionals – che si sarebbero tenuti dieci giorni dopo il Nebelhorn – e poi ho ricevuto l'invito. È stato difficile prepararsi per quella gara perché mi ero preparata a pattinare più tardi nella stagione.

Ero senza dubbio sorpresa, e sono veramente grata a queste federazioni perché mi hanno dato l'opportunità di gareggiare di nuovo a livello internazionale. È fantastico. Vorrei davvero ringraziare queste tre federazioni per i loro inviti.

Cosa hai intenzione di fare dopo i nazionali? So che stavi facendo degli show prima di cominciare ad allenarti per gareggiare nuovamente, pattinerai in gala nei prossimi mesi?

Sì, ho uno show in Italia il 29 dicembre. Poi avrò anche degli show in Giappone.

Per quanto riguarda i Giochi Olimpici, chi credi sarà la favorita per il podio? Certamente ci sarà una battaglia tra Mao Asada e Yu Na Kim.

Non mi interessano molto i risultati, voglio solo lavorare duramente e pattinare bene, poi sarò contenta al di là di qualsiasi risultato. Altrimenti il pubblico non può sentire le nostre emozioni e apprezzare il nostro pattinaggio.

Hai deciso che Walter Rizzo sarà il tuo allenatore. Com'è lavorare con lui?

Sai, quando lavoravo con Nikolai lui faceva da aiuto allenatore, quindi sapevo già che tipo di allenatore Walter fosse. Nel 2011 – quando ho vinto i campionati mondiali – mi ha aiutato davvero tanto nel gestire le mie emozioni, perché quella gara era stata estremamente dura dal punto di vista psicologico per me.

È molto divertente lavorare con lui. Anche quando sono triste, lui sa come farmi ridere, sorridere. Durante le gare si fida di me e crede nelle mie capacità. Mi dice sempre: “Sei sul ghiaccio da sola, ma io sono lì al tuo fianco. Pattina, divertiti e goditi quel momento”. Adoro lavorare con lui.

Verrà in Giappone con te dopo il Golden Spin?

Sì, un paio di giorni dopo la gara verrà in Giappone per allenarmi.

Adesso sei una mamma, e non sono molte le mamme che sono tornate a gareggiare, nel pattinaggio. Come senti di essere cambiata dalla nascita di tua figlia?

Mi trasmette una grande energia. Sia fuori che sul ghiaccio. Non so se il mio pattinaggio sia diverso visto dal di fuori, perché non posso vedermi quando pattino (ride).

Ma all'inizio è stato davvero difficile tornare a pattinare. Mi sentivo così pesante nelle trottole, e non ero nemmeno in grado di eseguire i salti doppi. Pensavo che sarei riuscita a fare tutto con facilità, ma non era vero. Quindi quando tornavo a casa dall'allenamento pensavo: “Ok Miki, non puoi farlo, è troppo difficile per te, arrenditi e basta”. Ma poi vedevo mia figlia, era sempre lì a sorridere per me, e quindi ogni volta cambiavo idea. Dovevo mostrare a mia figlia che potevo farcela, che la gente pensava che io non fossi in grado di farlo, ma che ci ero riuscita. Le voglio bene e adesso mi piace molto la mia nuova vita. Ovviamente sono cambiata, ma credo di averlo fatto solo fuori dal ghiaccio, come persona e non come pattinatrice.

Un ringraziamento a Walter Rizzo per avere organizzato l'intervista.

 

Thanks to Walter Rizzo for arranging this interview.

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