Giochi da record per l'Italia, la gioia di Sofia Goggia: "Emozione pura, nulla è paragonabile all'Olimpiade"

Giochi da record per l'Italia, la gioia di Sofia Goggia: 'Emozione pura, nulla è paragonabile all'Olimpiade'
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Sci Alpinol'intervento

Giochi da record per l'Italia, la gioia di Sofia Goggia: "Emozione pura, nulla è paragonabile all'Olimpiade"

Terminate le Olimpiadi estive di Tokyo, già pensiamo a quelle invernali di Pechino, il prossimo febbraio. E la campionessa in carica di discesa, ha regalato un pensiero a 360 gradi dopo aver vissuto oltre due settimane con 40 medaglie azzurre.

Giochi da favola per l'Italia, i migliori di sempre per il nostro paese, con le 40 medaglie e i 10 titoli conquistati a Tokyo.

La cerimonia di chiusura delle Olimpiadi estive, con Marcell Jacobs portabandiera azzurro, proprio lui che è il simbolo di un trionfo con la clamorosa doppietta d'oro sui 100 metri e il contributo determinante alla staffetta 4x100, chiude un capitolo e ne apre già un altro, visto che come mai accaduto nella storia (purtroppo a causa della pandemia), tra soli 6 mesi ci sarà un'altra edizione dei Giochi, quelli invernali in programma a Pechino.

E in Cina, Sofia Goggia difenderà il suo titolo di campionessa olimpica di discesa: la bergamasca ha affidato ai social un profondo pensiero sul valore dei Giochi, per lei semplicemente inarrivabili. “Sono saltata sul divano, ho fatto notti insonni, ho urlato incitando gli atleti italiani – le parole di Sofia – Mi sono venute le lacrime agli occhi, la pelle d'oca e i brividi. A vedere questa splendida Italia a Tokyo 2020 si è riempito il cuore di emozione. Grazie.

Vincere l'Olimpiade è qualcosa di talmente grande che, a parer mio, rimane quasi inconcepibile, è un concetto talmente puro, perfetto e sublime da rimanere in una sorta di Iperuranio. Poi però giro la testa e l'occhio cade sulla medaglia d'oro che ho vinto a PyeongChang 2018; la vedo li, è magnifica, è vera ed è per sempre. Forse non sono ancora riuscita a realizzare. La mia attenzione viene ora catturata dalle interviste degli atleti che hanno appena vinto e che, ancora increduli e pervasi dall'emozione, parlano di come questo fosse il loro sogno sin da piccoli: ancora stentano a crederci.

Allora ieri, nel mio day off, mi è tanto venuta la voglia di tornare nel luogo che ha costituito la culla dei miei, di sogni, portando anche, per la prima volta, quell'oggetto del metallo più bello: sono tornata a Foppolo con la mia medaglia. Nel nostro sport, a differenza di tanti altri, le variabili sono molteplici: bastano un'alitata di vento contro, una fantozziana nuvoletta, un sassolino in pista che mangia la lamina dello sci per cambiare le carte in tavola, motivo per cui tanti sciatori preferiscono, se potessero scegliere a tavolino, le Coppe del Mondo, graduatorie che premiano la costanza e il rendimento espressi nell'arco dell'intera stagione.

Ma qui seduta in cima al Montebello, guardando il piccolo grande comprensorio da cui sono partita, rivedo tutto, le prime curve, le piste, rivivo nel cuore e nella mente il percorso, vedo i sogni di me da piccola e allo stesso tempo, con immensa gratitudine, li stringo forte nelle mie mani; mi sento emozionata per tutto questo ma anche per quello che ho vissuto in questi giorni tramite Tokyo e... mi sento di dire che per me non c'è nulla, nulla di paragonabile all'Immensità dell'Olimpiade.

Penso e sorrido... se mi dovessero chiedere quale sia il mio sogno, risponderei, a distanza di anni, con sincera emozione: lo stesso di quando ero bambina.

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