Simone Del Dio e la sua Francia vincente: "Pinturault e Noel i riferimenti, difficile insegnargli qualcosa"

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Simone Del Dio e la sua Francia vincente: "Pinturault e Noel i riferimenti, difficile insegnargli qualcosa"

Il tecnico piemontese d'adozione è già da quattro anni alla guida della nazionale transalpina di slalom. Ai microfoni di Milano Ski Team ha raccontato che...

E' uno dei tecnici più ricercati, d'altronde non è una novità che gli allenatori italiani siano un riferimento e, assieme al collega Matteo Joris che guida la Svizzera di Daniel Yule, lo slalom mondiale è stato praticamente tutto nelle loro mani.

Simone Del Dio ha festeggiato, da allenatore responsabile della nazionale transalpina, i tre successi stagionali di Clément Noel e la perla di Alexis Pinturault in Val d'Isère, anche se il finale di Coppa del Mondo è stato beffardo, con il fenomenale 22enne nativo dei Vosgi che ha perso la sfera di cristallo di slalom per soli 2 punti (a favore di Henrik Kristoffersen), con le ultime tre gare cancellate, mentre il savoiardo ha lasciato al norvegese la coppa di gigante per 6 punti e quella generale.

Collegato con gli amici di Milano Ski Team, il tecnico genovese diventato “un vero e proprio piemontese d'adozione”, ha raccontato il suo percorso agonistico e quanto realizzato negli ultimi 4 anni con la Francia. “Mi sono laureato in scienze motorie, poi ho affrontato un'avventura che mi ha portato da Prato Nevoso a Bardonecchia, sino ad arrivare ad allenare in comitato con Paolo Deflorian e la Spagna quale prima nazionale. L'Italia maschile ha rappresentato il grande salto, poi dal 2016 eccomi con la Francia”.

Si parla di Clément Noel e di come un classe 1997 sia ormai una certezza dello slalom, se non colui che tutti gli avversari guardano come faro dopo l'addio di Hirscher: “Si vedeva la qualità, ma all'inizio non arrivava mai in fondo – racconta Del Dio riferendosi ai primi approcci in squadra tra il 2016 e il 2017, ndr – Ha avuto poi un'escalation velocissima, ha bruciato le tappe e quando hai a che fare con un'atleta così vincente, come mi insegna Beppe Vercelli (psicologo che da anni lavora anche con la FISI) devi pensare come poter far innalzare il suo livello nelle aree meno sviluppate, ma non è semplice con campioni del genere.

Nel caso di Clément, è talmente intelligente da facilitarti il compito, perchè sa mettere tutto in pratica rapidamente; credo non abbia ancora conosciuto il momento di difficoltà che ogni atleta deve affrontare nell'arco di una carriera, anche se le sue piccole delusioni le ha avute come al Mondiale di Are, ma penso pure che riuscirà a trovare la via d'uscita necessaria”.

Del Dio parla della tensione per un tecnico: “Il bello è sentirla sempre, perchè significa essere vivo e attento, poi ci sono momenti particolari come, ad esempio, ricordo a Sochi con Gross in corsa per la medaglia”, ma anche la gestione stessa della gara nel rapporto con gli atleti: “C'è poco da dirgli in partenza, specialmente in una prima manche di slalom. Con l'Italia, dopo aver ereditato il ruolo di un maestro come Claudio Ravetto, ho sempre vissuto lo start, mentre con la nazionale francese sono in pista ed è un altro modo di viverla”.

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