Tra i messaggi per Ligety spuntano le splendide parole del giovane McGrath: "Quel tuo pettorale è ancora nella mia cameretta"

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Sci Alpinocoppa del mondo maschile

Tra i messaggi per Ligety spuntano le splendide parole del giovane McGrath: "Quel tuo pettorale è ancora nella mia cameretta"

Nel giorno dell'annuncio del ritiro di "Mr. GS", che lascerà con il gigante iridato di Cortina, il ventenne norvegese si è lasciato andare ai ricordi.

Oggi Ted Ligety ha chiuso di fatto un'epoca, anche se solo tra dieci giorni lascerà definitivamente il mondo dello sci con la sua ultima gara.

Tra le migliaia di messaggi arrivati al fuoriclasse statunitense, uno ci ha colpiti particolarmente. E' quello che gli ha dedicato Atle Lie McGrath, lo strepitoso classe 2000 norvegese secondo nel gigante sulla Gran Risa, prima di infortunarsi al ginocchio e chiudere la stagione neppure tre settimane più tardi ad Adelboden.

Uno dei ragazzi della “Generazione Z” che Ligety ha incrociato solo nel finale della sua splendida carriera; ci sono 16 anni di differenza tra i due, ma le parole che il campioncino originario del Vermont ha dedicato al pluricampione del mondo li avvicinano come non mai, da semplici amanti di questo mondo e con un'ammirazione, quella di Atle nei confronti di Ted, davvero sconfinata. “Il mio più grande eroe d'infanzia si ritira dopo i campionati del mondo – ha scritto McGrath - Non dimenticherò mai la prima volta che ti ho incontrato. Guardarti correre a Kvitfjell e riuscire a scattare una foto con te mi ha reso così entusiasta!

Ma quella non è stata la parte più emozionante per me; dopo quella foto, mi hai dato il tuo pettorale. Non sono riuscito a dormire per la settimana successiva...

Mi hai ispirato e hai fatto molto di più per questo sport di quanto tu possa immaginare. Voglio solo dirti grazie e mi dispiace non poter essere lì, per la tua ultima gara, ma sono così felice di essere almeno riuscito a sciare con te per un po'. Goditi l'ultima volta e io continuerò a sognare di essere come te!

P.S. Quel pettorale è ancora appeso sul mio letto”.

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