Lindsey Vonn imbattibile nel superG di Cortina

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Sci Alpino

Lindsey Vonn imbattibile nel superG di Cortina

Fabienne Suter e Anja Paerson sostengono che Lindsey Vonn è in grandissima forma, ma è comunque battibile. Se ci credono la forte svizzera e una campionessa del calibro della svedese, seconda e terza nel superG di Cortina d’Ampezzo che ha aperto la tre giorni di gare di Coppa del Mondo, dovremmo mettere la mano sul fuoco. Analizzando invece la splendida performance della star del Minnesota i sull’Olympia delle Tofane, viene piuttosto da pensare che Lindsey Vonn, di nuovo leader di Coppa del Mondo, coglierà anche  il sesto successo consecutivo in libera. Di più: sarà la grande favorita nelle prove veloci delle imminenti Olimpiadi di Vancouver (12-28 febbraio).

Lindsey Vonn ha sciato da par suo: seconda al primo intermedio, la più veloce nel secondo quando la pista delle Tofane infila la grande esse, sempre in testa al terzo intermedio alle Pale di Rumerlo e semplicemente meravigliosa nell’ultimo tratto quando con gli sci ha dipinto traiettorie perfette. E in discesa va più forte ancora. Insomma, come era abbastanza facile pronosticare, l’americana a stelle e strisce se non sbaglia stravince. E così sarebbe stato anche nel gigante della settimana scorsa a Maribor se nella seconda manche, dopo essere stata la più brava nella prima, non avesse clamorosamente saltato una porta quando aveva ormai la vittoria in tasca. Sessantasette centesimi di distacco dati alla Suter e settantaquattro alla Paerson sono comunque un’enormità considerando che tra la slovena Tina Maze (quarta) e Lucia Recchia (nona e migliore delle azzurre) la differenza è stata meno sostanziosa.

Mentre scendeva, elegantissima, con la bionda coda di cavallo che saltellava sulle forti spalle, la sua rivale quest’anno di Coppa del Mondo, Maria Riesch, la guardava dal paddock d’arrivo con un’aria un po’ estasiata e un po’ crucciata.  La tedesca in effetti doveva dolersi della sua prestazione in superG: aveva pasticciato da non dire all’uscita del bosco e si era dovuta accontentare di un per lei non molto onorevole quindicesimo posto. Né meglio è andata l’attesissima Julia Mancuso relegata ad una posizione in classifica (33esima) che l’ha fatta ripiombare nella crisi più nera dopo che mercoledì, nel primo giorno di prove della libera, era stata invece la migliore. O forse avevano ragione quelli che hanno visto l’altro ieri la Mancuso saltare una porta.

Che dire delle azzurre? Senz’altro che sono state deludenti se si considera che una dopo l’altra Elena Fanchini, Wendy Siorpaes e Daniela Merighetti sono uscite di scena neanche a metà gara sbagliando in pieno più o meno la stessa porta. E di più senz’altro ci si attendeva da Nadia Fanchini che continua ad alternare nella stessa discesa momenti esaltanti ad altri mediocri. Prova ne sia che tra il secondo e il terzo intermedio, ovvero allo Scarpadon, la bresciana della Val Camonica è stata la più veloce di tutte, persino di Lindsey Vonn, ma ha macchiato la sua prestazione (undicesima) nel tratto iniziale (26esimo tempo) e sul salto finale (21esimo tempo).

Lucia Recchia ha colto nel superG di Cortina il miglior risultato stagionale: nona a 1.38 dalla Vonn ma davanti a campionesse della stoffa di Elisabeth Goergl e Maria Riesch. Per partecipare alle Olimpiadi di Vancouver la Federsci italiana ha fissato per le sue sciatrici l’obiettivo minimo dell’ottavo posto, però visto come sono andate le cose quest’anno in superG e anche oggi sull’Olympia delle Tofane, è difficile che il cittì Muck Mair non la inserisca nel quartetto azzurro che andrà in Canada. Difatti l’altoatesina di Brunico, allargandosi in un bel sorriso, si è sbilanciata nel parterre di arrivo: “A Vancouver ci sarò”. D’accordo quando l’ha detto doveva ancora tagliare il traguardo la sorprendente Tina Weirather del Liechtenstein che l’avrebbe fatta scivolare dal nono all’ottavo posto, però la sua prestazione era stata davvero rilevante se si considera che nell’ultima parte del tracciato ha fatto segnare lo stesso tempo parziale di Lindsey Vonn e che non era andata male neanche in partenza se non avesse clamorosamente infilato male la Diagonale della Stra e non avesse perso tutta la velocità acquisita sui due muri del Duca d’Aosta.

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