Sölden: conferma Ligety, esplosione Gut, partenza lenta dell'Italia

Sölden: conferma Ligety, esplosione Gut, partenza lenta dell'Italia
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Sci Alpino

Sölden: conferma Ligety, esplosione Gut, partenza lenta dell'Italia

Il fine settimana inaugurale della Coppa del Mondo 2013-2014 a Sölden ha dato le risposte che ci si attendeva dai favoriti in campo maschile, il probabile primo passo verso il definitivo salto di qualità di una finora solo potenziale grande campionessa e ha evidenziato qualche difficoltà di troppo nelle nostre squadre di gigante.

 

Il report della gara maschile!

Il report della gara femminile!

Premesso che Sölden è solo un prologo alla stagione vera che inizia a fine novembre e che molti possono essere ancora indietro con la preparazione o appesantiti dai carichi di lavoro, senza contare il gran numero di atleti e atlete che tornano da infortuni (a proposito, bentornato a Bode Miller, diciannovesimo), e che quindi i risultati non possono essere presi per oro colato, cominciamo dalla seconda parte del weekend, il gigante maschile di ieri.

I tre grandi favoriti, Ted Ligety, Alexis Pinturault e Marcel Hirscher, hanno rispettato le previsioni della quasi totalità degli addetti ai lavori che li avevano pronosticati sul podio già sul Rettenbach, più esattamente con Ligety primo e Pinturault e Hirscher a giocarsi la piazza d'onore. Così è stato e ora siamo curiosi di vedere cosa farà Ligety a Levi dato che quest'anno in slalom si è allenato alla grande per tornare quello dei podi tra i pali stretti nei primi anni di carriera. Se così sarà allora Hirscher avrà il suo gran daffare per difendere la Coppa del Mondo e l'austriaco deve tenere conto anche del segnale arrivatogli da Aksel Lund Svindal, quarto su una pista dove, a parte la vittoria del 2007, non aveva mai raccolto nulla di buono.

E' stata stupefacente la prestazione della squadra francese che ha piazzato ben cinque suoi rappresentanti nei primi dieci (e sei nei primi undici!). Dopo lunghissimi anni di vacche magre in seguito all'autodistruzione improvvisa dopo i Giochi di Sapporo 1972 della mitica Equipe de France degli anni sessanta-settanta i transalpini piano piano hanno ritrovato dei buoni atleti in gigante e ora hanno anche un fenomeno come Pinturault ma cinque nei dieci non li piazzavano dal gigante casalingo in Val-d'Isère del 12 dicembre 1968 quando furono addirittura sette.

Nel gigante femminile di sabato Lara Gut (nella foto commossa al traguardo) ha finalmente fatto vedere tutto quello di cui è potenzialmente capace e tutto quello che gli appassionati e gli addetti ai lavori si aspettano da lei ormai da anni. La vittoria della 22enne ticinese di Comano è stata sicuramente la più netta delle quattro che ha ottenuto in carriera e il fatto che sia arrivata in gigante, specialità nella quale aveva ottenuto "solo" due terzi posti, è un segnale significativo. Ora sono da testare i progressi di Lara nelle discipline veloci, che in teoria sono le "sue" discipline.

Ma, appunto, all'inizio vero della stagione manca ancora più di un mese e le altre hanno tutto il tempo per colmare il gap e rispondere all'acuto di Lara, su tutte Lindsey Vonn, che ha saltato Sölden e si sta già allenando fortissimo in America, e Tina Maze, in questi giorni troppo distratta da impegni e riconoscimenti quali lo Skieur d'Or e la Lange Icon per stare sufficientemente concentrata sulla gara. Una curiosità: in passato tra le donne solo quattro volte chi ha vinto sul Rettenbach ha poi vinto la Coppa del Mondo ma due di queste si sono verificate nelle due ultime stagioni, con Vonn nel 2011 e Maze nel 2012…

Capitolo Italia. Sölden non è mai stata una località troppo favorevole agli azzurri specialmente per gli uomini che vi hanno raccolto due secondi posti e nove piazzamenti dal quarto al decimo in 15 gare mentre le donne hanno ottenuto una vittoria, con Denise Karbon nel 2007, un secondo, tre terzi posti e dieci piazzamenti tra il quarto e il decimo in 16 gare. Tuttavia solo due anni fa era successo che né tra gli uomini né tra le donne avessimo un piazzamento da top ten anche se per la verità Federica Brignone finì in testa alla prima manche per poi uscire quasi subito nella seconda: Manfred Moelgg fu diciassettesimo e Irene Curtoni diciannovesima. A punti finirono in sette, due donne e cinque uomini, contro i sei di quest'anno, tre uomini e tre donne, Nadia Fanchini è stata quattordicesima e Max Blardone diciassettesimo.

Le ragioni di questa partenza lenta sono evidenti soprattutto fra le donne: quasi tutte tornavano da infortuni ed era difficile per loro essere al meglio già adesso. Livio Magoni ha ammesso che c'è ancora tanto da lavorare e c'è da sperare che nel mese di dicembre, quando sono previsti cinque giganti, la condizione e i risultati siano un po' migliori. Stesso discorso, infortuni a parte, per gli uomini che proprio non riescono a digerire questo pendio soprattutto sul piano finale.

Manfred Moelgg con pochi giorni di allenamento a causa del mal di schiena non poteva certo ripetere il secondo posto di dodici mesi fa e per lui è stato già un successo essere al cancelletto, alcuni avevano ammesso di non essere ancora al meglio, altri hanno lamentato che la squadra è stata l'unica a non allenarsi sul Rettenbach nei giorni precedenti. Ma la parola finale la mette Claudio Ravetto, uno che tradizionalmente non ha peli sulla lingua: lavoro, lavoro e ancora lavoro, e il piano finale non deve essere una scusa perché i ragazzi devono adattarsi a tutte le situazioni di meteo e di neve in vista di Sochi. C'è tutto il tempo per risalire la china.

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