2011-2012: Per Federalberghi una stagione da dimenticare, fatturato -31%

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Turismo

2011-2012: Per Federalberghi una stagione da dimenticare, fatturato -31%

Il dato era nell'aria e alla fine la doccia fredda è arrivata da Federalberghi, che oggi ha diffuso i dati raccolti da un campione statistico: il turismo invernale nella stagione 2011-12 ha registrato pesanti cali. Tra gennaio e marzo sono stati circa 8 milioni e mezzo gli italiani che si sono concessi qualche giorno in località montane o sciistiche italiane: il 16% in meno rispetto ai 10,25 milioni del 2011.  Di questi soltanto 4,3 milioni hanno trascorso sulla neve un'intera settimana, un milione in meno dell’anno scorso (-18%).

E il dato peggiore è che al calo delle presenze corrisponde anche una sensibile contrazione del  giro d'affari complessivo: dai 4,32 miliardi di euro dei primi tre mesi del  2011 si è passati a 2,93 miliardi, con un calo intorno al 30%.

La grandissima maggioranza dei nostri connazionali ha scelto di rimanere entro i confini nazionali, nonostante oltre confine si siano verificate condizioni di innevamento nettamente migliori. Il Trentino Alto Adige si conferma la Regione più gettonata con il 29% della domanda (l'anno scorso era stata preferita dal 36% degli italiani); seguono Lombardia con il 12% della domanda, in crescita rispetto all'8% del 2011, Valle d’Aosta, con il 10,5% e Piemonte, con il 9%.   L'albergo rimane sempre la struttura prescelta dalla maggior parte dei vacanzieri (42% del campione); seguono case di parenti o amici (17% rispetto all’11,6% del 2011), case di proprietà (11,4% rispetto al 14,5 del 2011), appartamenti in affitto (9% rispetto all’11% del 2011) e villaggi turistici (5% rispetto al 4,6% del 2011).

I dati diffusi da Federalberghi, sebbene non sia fornita la dimensione del campione su cui sono stati ottenuti, sono decisamente negativi e sono state soprattutto le famiglie con figli ad aver tagliato dal loro bilancio la vacanza sulla neve. “La crisi economica che ha condizionato la spesa delle famiglie e l’altalenante meteo che da periodi di siccità è passato ad una ondata di gelo polare, costituiscono quel mix di concause che hanno fortemente influito sull’andamento dei consumi turistici degli italiani durante l’inverno appena concluso”. È questo il commento di Bernabò Bocca, presidente Federalberghi, alla lettura dei risultati relativi al consuntivo delle settimane bianche e weekend sulla neve. “Il calo diffuso che ha riguardato l’intero ‘popolo’ degli italiani appassionati di sport invernali, facendo registrare diminuzioni sia nelle storiche settimane bianche, sia nei weekend sulla neve, si caratterizza in particolar modo per la forte mancanza delle famiglie con figli. È infatti il drastico ridimensionamento dei nuclei familiari -aggiunge il presidente di Federalberghi - l’elemento che più di tutti ha influito sul risultato finale, portando la flessione ad un risultato a due cifre, segnale evidente di come genitori e figli fatichino a far quadrare i conti domestici, obbligando le famiglie a compiere delle scelte nelle quali la vacanza invernale si colloca automaticamente tra i bisogni non indispensabili. Ciò pur a fronte di una attenta politica dei prezzi che gli albergatori italiani da soli, senza alcun incentivo pubblico, hanno attuato assecondando il grave momento che il mondo intero sta attraversando, sobbarcandosi iniziative promozionali ed offerte che purtroppo, alla luce dei risultati, non sono riuscite ad invertire una tendenza al ribasso. Alla luce pertanto di questi preoccupanti risultati - conclude Bocca -, che colpiscono un quarto dei 34mila alberghi esistenti in Italia e rappresentano il perno dell’economia di innumerevoli piccole e piccolissime realtà montane, non possiamo che ribadire al Governo il varo da un lato di politiche mirate al rilancio dell’immagine turistica dell’Italia, al fine di accrescere l’attrattività sia per gli italiani sia per gli stranieri del nostro giacimento montano e, dall’altro lato, a considerare seriamente il ricorso a misure di sgravi fiscali per le imprese interessate da questo stato di crisi, peraltro sempre più stremate da oltre tre anni di cali di fatturato dovuti al prolungarsi della crisi mondiale”.

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