Ecco la pista per bob, slittino e skeleton ai Giochi 2026: i costi sono lievitati di quasi 25 mln di euro

Ecco la pista per bob, slittino e skeleton ai Giochi 2026: i costi sono lievitati di quasi 25 mln di euro
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Ecco la pista per bob, slittino e skeleton ai Giochi 2026: i costi sono lievitati di quasi 25 mln di euro

Il Fatto Quotidiano svela il progetto definitivo per il budello di Cortina che ospiterà le gare dei Giochi Olimpici Invernali. Della storica "Eugenio Monti" cambierà parecchio il finale.

Una pista, quella che ospiterà le gare olimpiche di bob, slittino e skeleton, che fa discutere da anni e ora pare arrivata alla sua definizione completa, ma non senza un aumento dei costi enorme (quasi 25 milioni di euro) e le problematiche che, a livello ambientale, continueranno probabilmente a far parlare.

“Il Fatto Quotidiano” ha pubblicato l'intero progetto riguardo al budello di Cortina che sarà uno dei nodi cruciali dei Giochi Olimpici Invernali del 2026.

Stando a quando riportato in esclusiva dal quotidiano, per quasi 3 anni è stato pensato un progetto poi rifatto completamente, visto che il tracciato risultava troppo veloce, con eccessive accelerazioni gravitazionali. Si è virato così su una sorta di ottovolante, con un sistema di alimentazione per creare il ghiaccio che utilizzerà l'ammoniaca, a dispetto di quanto era stato dichiarato ufficialmente.

La nuova “Eugenio Monti” non avrà lo stesso percorso dei Giochi 1956, ma proporrà 17 curve con un tracciato di certo molto spettacolare e il cui progetto definitivo ora è arrivato sul tavolo della Conferenza dei servizi, composta dagli enti amministrativi locali e da quelli che sovrintendono al rispetto di piani e vincoli che gravano sull'area delle Dolomiti.

 

IL NUOVO PROGETTO

 

I documenti del budello di Cortina portano la firma del progettista, l'ingegnere tedesco Uwe Deyle della società Planungsbuero Deyle GmbH che ha sede a Stoccarda e che da Torino 2006 a Pechino 2022 si è occupata dei principali impianti per le gare olimpiche di bob, slittino e skeleton. Il responsabile unico del procedimento è l'ingegnere Alessandra Grosso, dirigente della Regione Veneto, procuratore dei tedeschi invece l'ing. Ludovico De Lotto.

Il primo progetto prevedeva di rifare la “Eugenio Monti” così com'era, su incarico di Coni Servizi e sviluppata nel 2019 a livello di pre-fattibilità. Lo scorso mese di novembre le federazioni (a livello internazionale) contestarono un problema riguardo le velocità massime e le forze gravitazionali in gioco nella parte bassa del percorso.

Ora le variazioni sono rilevanti, con l'introduzione di una chicane a forma di “otto” e la lunghezza del tracciato che passa da 1495 metri a 1512, con la pista nel suo complesso che va da 1982 a 2001 mt. “Dopo la curva Cristallo viene proposta una soluzione che disegna un diverso tratto finale della pista rispetto al tracciato storico, compiendo un giro completo sul versante alle spalle della palestra di roccia e incrociando per due volte il tracciato dopo la curva Cristallo e la curva Antelao – si legge nel documento a firma dei progettisti - Questa soluzione comporta un effetto molto meno significativo rispetto all'opzione 1”.

Secondo le simulazioni effettuate, la sopraelevata oscura lo sfondo delle vette della conca ampezzana; nel secondo caso l'impatto è meno evidente, anche se il serpente di ghiaccio e cemento è pur sempre imponente, con un eccesso di 11160 metri cubi di terra, 2.322 metri cubi in più degli 8838 della prima soluzione. I costi? Secondo il report de “Il Fatto Quotidiano”, si passa dai 61 mln di euro previsti inizialmente sino a quota 85. E i tempi stringono, con la realizzazione da completare entro il 2025 per i necessari test.

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