SOCHI (Russia) – Due giorni e poi... si farà già sul serio, da giovedì 6 febbraio, con la prima delle cinque (!) prove cronometrate della discesa femminile, prevista mercoledì 12 febbraio, due giorni dopo la libera della supercombinata. Con il Direttore Tecnico femminile, ex responsabile della velociste, passiamo in rassegna tutte le piste di Sochi e le ragazze italiane che andranno a caccia di una medaglia olimpica dopo una prima parte di stagione in cui hanno raccolto poco rispetto alle loro possibilità.
Oggi scatta ufficialmente l’operazione-Sochi anche per la squadra femminile di sci alpino, che salperà alla volta della Russia, da Bergamo, in mattinata, per un viaggio di circa tre ore e mezza, senza scali, con il direttore tecnico Raimund Plancker, tutte le velociste (Nadia&Elena Fanchini, Daniela Merighetti, Verena Stuffer, Francesca Marsaglia) più Federica Brignone, che parteciperà alla supercombinata, lunedì 10 febbraio, il giorno dopo la discesa maschile (oltre che disputare slaom e gigante), assieme a Marsaglia ed Elena Fanchini.
In Russia la neve non manca, bisogna capire solamente come sarà ed è anche per questo che in anticipo sono volati a Sochi proprio il responsabile della squadra di discesa e superG, Alberto Ghezze, assieme ai tecnici Feltrin, Viale e a uno skiman. Per curare tutto il materiale come si deve e testarlo subito sulla neve che si troverà nel resort russo.
“Le ragazze sono pronte e per fortuna stanno tutte bene fisicamente – ci dice il dt Raimund Plancker -. Proveremo a… rovinare la festa alle favorite. Perché no? Le piste sono molto belle, l’unica un po’ facile, all’apparenza, è quella del gigante, che sarà comunque un po’ lavorata, soprattutto nella prima parte, con dossi e contropendenze. Il tracciato della discesa è bello, completo; rispetto a due anni fa, quando ci gareggiammo nelle preolimpiche di Coppa del Mondo, hanno modificato solo la parte iniziale, chiamata “Devil’s Spine” (una sorta di traversa che si raggiunge attraverso un tratto quasi in salita, stile Mondiali di Schladming), diciamo un po’ smussata, per evitare rischi di velocità troppo bassa in entrata e problemi poi anche in uscita. L’hanno arrotondata un po’, prima era troppo “secca”, difficile tracciare lì sopra in quella situazione, non si trovava la giusta velocità. Poi avremo un’altra traversa, poco più avanti dopo qualche curva, il salto del tunnel, una zona molto mossa che immette nella parte più ripida, un altro salto e la parte finale di puro scorrimento. Pista perfetta. Come sempre, molto dipenderà dalla neve, è fondamentale soprattutto in discesa. La difficoltà o meno delle gare in velocità è legata al fondo che si trova. Se sarà quanto meno compatto, allora le prove saranno toste. In slalom la pista è molto bella, tutta in pendenza, più accentuata nella prima parte. Quella del gigante è effettivamente la pista meno bella, ma so che la… aggiusteranno in qualche modo con un po’ di “onde” e contropendenze. Ha comunque un muro centrale, dove si tracceranno più o meno 7-8 porte, poi però si torna di nuovo sul piano per il traguardo. Ed è un piano lungo, tipo quello finale di Soelden”.
Dopo le piste, passiamo in rassegna le ragazze italiane che gareggeranno a Sochi, cominciando dalle velociste/polivalenti.
Francesca Marsaglia: “Ha fatto sicuramente un bel salto di qualità, già quest’estate sciava molto bene in gigante, ma vi dico che in superG non è stata ancora premiata per il suo valore reale. E’ stata un po’ sfortunata in nordamerica. A Beaver Creek è uscita a Lake Louise ha sbagliato in fondo: in entrambi i casi poteva ottenere molto di più, soprattutto in Canada, dove avrebbe potuto arrivare anche il suo miglior risultato in assoluto. Quindi penso possa fare bene in questa specialità, così come tra le porte larghe, dove ha ottenuto buoni risultati con numeri altissimi. E il gigante di Sochi secondo me le viene anche incontro come pendio. Fisicamente sta bene, può provarci senza problemi!”.
Nadia Fanchini: “Per quelle che sono le sue potenzialità, ha fatto una stagione discreta, ma vale di più naturalmente. Lei vuole continuare a fare discesa, superG e gigante, e la capisco, però così è sempre al limite fisicamente. Forse se si dedicasse solo a gigante e superG sarebbe perfetto, ma è anche vero che in discesa ha vinto la medaglia d’argento ai Mondiali, un anno fa… Può andare forte in superG a Sochi, indubbiamente. Sui piani soffre e soffre parecchio. Non è mai stata uno scorrevolissima, nemmeno prima dell’infortunio di St. Moritz, in più è dimagrita e quindi ha perso ancora più veocità in quei tratti con qualche chilo in meno. Resta il fatto che nelle sezioni più difficili, in tutte e tre le discipline, è sempre, e dico sempre, tra le migliori cinque. Oltretutto spesso le capita di entrare nelle parti ripide più lenta delle altre, per le difficoltà sui piani che ho spiegato”.
Elena Fanchini: “Non ha ritrovato ancora del tutto fiducia dopo quelle due cadute consecutive, tra Val d’Isere (soprattutto, è stata brutta) e Zauchensee, dove è atterrata male dopo un salto, da sempre il suo tallone d’Achille. Ma, così come è riuscita a salire sul podio a Beaver Creek dopo che nelle prove era andata sempre male, può provare a trovare la forma giusta anche a Sochi, soprattutto se, attraverso le prove, si renderà conto che non ci sono troppi problemi, troppi rischi, nella discesa olimpica. Discesa che senz’altro si addice a lei, a maggior ragione se troveremo una neve con il grano grosso, dove i suoi sci vanno sicuramente meglio”.
Daniela Merighetti: “Deve ritrovare quella spensieratezza in gara che ha avuto negli ultimi due anni, quando non si tirava indietro mai, nemmeno in condizioni molto difficili. Se la ritrova, tutto può succedere".
Verena Stuffer: "Da Beaver Creek ha affrontato le gare con un altro atteggiamento, sia in discesa che superG, e i risultati si sono visti subito, rispetto al passato. Poi i risultati danno fiducia ed ecco spiegato anche il 4° posto di Cortina in superG. Peccato perché poteva starci anche il podio, per soli 6 centesimi...".
Federica Brignone: “Sta molto bene, crediamo nelle sue possibilità in slalom e anche in superG per il futuro, ovviamente il gigante resta la sua disciplina di riferimento. La pista non è difficilissima, come detto, a Sochi, ma lei è migliorata molto sui piani quest’anno. Poi dobbiamo tenere presente una cosa: non è facile rientrare dopo una stagione intera persa e andare subito a fare risultati importanti. Lei ha dovuto farlo per centrare la qualifica e l’ha fatto già in Val d’Isere, non è poco. Peccato per l’annullamente della gara a Kranjska, ma certo non c’erano le condizioni di sicurezza per gareggiare. Tutto questo deve essere però un monito per la FIS, che da due stagioni sta mettendo in piedi un calendario orribile in gigante. La gara di Kranjska Gora dovrebbe essere in ogni caso recuperata ad Are, dove a questo punto si terranno due gigante e uno slalom, prima delle Finali di Lenzerheide. Diciamo che arriveremo al gigante olimpico senza grossi riferimenti, noi e tutti gli altri. Potrebbero rimescolarsi le carte non poco. Il gigante resta la specialità dove abbiamo una squadra più competitiva e anche dietro si intravedono giovani interessanti. E’ quella dove abbiamo più futuro, indubbiamente”.
Denise Karbon: “Denise sta bene, sta solo tribolando un po’ con il materiale, lei è una che testa molto, è ancora alla ricerca di uno sci all’altezza di altre marche. Per il resto, tutto ok”.
Chiara Costazza: “In allenamento scia molto bene, deve mettere assieme queste benedette due manche nella stessa gara. A Pozza di Fassa ci siamo allenati con le americane, prima di Kranjska Gora: ebbene, la Shiffrin era sì la più veloce di tutte, ma non dava mai più di 3-4 decimi a Chiara. Mai. Questo vuol dire che c’è, eccome, il problema che in gara non riesce ancora a fare quelle manche che in allenamento le riescono quasi sempre. Avrà un pettorale attorno al 19, la pista di slalom è molto bella a Sochi, può fare bene anche lei”.
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