Il 14 febbraio è la festa degli innamorati.
Ma può essere anche considerata la festa dell'amore in senso più ampio. L'amore per le persone, ma anche per i luoghi e per le montagne. Di questo vorrei raccontarvi oggi. Di un amore incondizionato per le montagne, per la neve, per lo sci. E, naturalmente, per le persone. Oggi, nella festa degli innamorati, voglio ricordare un uomo innamorato della vita, della neve, della sua famiglia.
Paolo Colarelli, per tutti Coca, è stato una persona che della neve e delle curve disegnate sulle piste di Sestriere - e non solo - ha fatto la sua storia. Una storia che è stata interrotta in autunno, allorché la forza di vivere non è stata sufficiente a combattere un male tremendo e impietoso, che però non ha potuto fermare il coraggio nell'affrontarlo e il flusso di energia positiva che Paolo ha lasciato, come una scia sul manto bianco. Una scia fatta di ottimismo, di una travolgente simpatia, di un approccio professionale ma anche giustamente scanzonato alle cose. Unito alla sua risata incontenibile che diventava coinvolgente.
I nostri cognomi (Colarelli e Cigolla) ci hanno uniti nel mondo degli istruttori nazionali, fatti di molti anni di corsi e di verifiche triennali, in cui la vicinanza di pettorale ha creato un sodalizio speciale in momenti di emozione e di impegno. Infatti alle verifiche tecniche Paolo, con la sua inguaribile simpatia, riusciva a sdrammatizzare e ironizzare sulle nostre prove imminenti.
Con il suo sorriso aperto mi diceva sempre: “Vai Nasty, fammi una bella traccia così poi io ti seguo e la faccio uguale!” In questo modo riusciva a creare un’atmosfera piacevole e una fortissima energia positiva che mi permetteva di partire, in ogni prova, con un’efficacissima concentrazione rilassata.
Questa volta Paolo ha fatto la traccia a noi, indicandoci la pista del coraggio con cui si può affrontare la prova più importante. E noi proveremo a riportare sui nostri volti tutti quei sorrisi radiosi che ci ha scatenato prima, durante e dopo le nostre emozionanti sciate
Pubblichiamo il testo del ricordo della famiglia.
Il mondo dello sci è in lutto. All’alba del 1/12/15, a Torino, sua città natale, ci ha lasciato Paolo Colarelli, una delle figure più rappresentative dello sci italiano.
Paolo era un uomo vero, autentico come raramente se ne trovano; una vita semplice, essenziale la sua a contatto con la montagna e lo sci, che è stato il suo lavoro e la sua passione.
La sua vita era dedicata interamente allo sci ed alla montagna.
Sestrière era la sua casa, qui ha cominciato a muovere i primi passi sugli sci fino ai successi nelle gare dove il suo talento gli ha consentito fin da bambino di primeggiare e vincere (quando i concorrenti vedevano il suo nome tra gli iscritti facevano il pronostico solo dal II posto in giù perché lo sapevano già che a vincere tanto sarebbe stato sempre comunque solo lui Paolo Colarelli, “il Coca”).
Poi le gare più importanti, il palcoscenico delle gare nazionali, la Coppa Italia e le gare FIS e per finire, a coronamento della carriera, il titolo di istruttore nazionale e la partecipazione alla Interski di Cransmontana.
Da giovane è stato uno dei più giovani talenti che lo sci italiano abbia espresso, Vincitore assoluto ed incontrastato di tutte le più importanti gare, si è aggiudicato più volte l’edizione dell’Uovo d’Oro ed ha vinto la fase internazionale del “Trofeo Nordica” a Cortina, lasciando dietro sciatori del calibro di Armin Bitner e tanti altri.
Poi una brillante carriera di istruttore nazionale che lo ha portato a far parte delle Commissioni Esami Maestri e dei corsi di formazione.
Contemporaneamente fonda la Scuola di sci “Via Lattea” a Sestrière, insieme agli inseparabili amici Matteo Blanc e Paolo Mosconi.
La sua vita era dedicata interamente allo sci ed alla montagna.
La mattina era abituato ad alzarsi di buon ora, era sempre il primo ad arrivare alla Scuola di sci e sulle piste con tutti i tempi ed in tutte le condizioni, anche con temperature polari.
In certe occasioni il freddo tagliava il volto come le lamine degli sci di Paolo tagliano il ghiaccio.
Paolo trascorreva la giornata sulle piste da sci della sua adorata Sestriere, trasmettendo ai suoi allievi la sua esperienza ed i suoi valori, la sua passione per la montagna .
Paolo andava oltre il semplice consiglio tecnico, ai suoi allievi dava molto, dava tutto sé stesso e per questo lo cercavano tutti e a Sestrière arrivavano da tutta Italia per sciare con lui.
Con i suoi allievi Paolo aveva un rapporto particolare, trasmetteva loro i valori della vita, dava loro i giusti consigli non solo tecnici, li seguiva nella preparazione degli sci.
Nei corsi di formazione maestri, negli aggiornamenti maestri, nelle verifiche degli istruttori osservava scrupolosamente gli orari, era il primo ad andare a letto ed il primo a svegliarsi, preparava con cura i corsi e le lezioni e quando lo invitavano da qualche parte magari dopo cena , rispondeva “ grazie, non posso, debbo preparare la lezione di domani” oppure “debbo fare gli sci dei ragazzi”.
Rispetto e disciplina : questi i suoi canoni.
A maggio ha fatto la verifica da istruttore, è stata la sua ultima verifica; il male aveva cominciato a farsi strada nel suo corpo, ma la sua mente gli consentiva ancora di fare la differenza.
Era stanco, visibilmente provato, ma ciò nonostante ha sostenuto la prova e passata la verifica (l’ultima).
Sfido chiunque a superare la verifica da istruttore in quelle condizioni; nessuno avrebbe mai potuto farcela.
Paolo era un combattente, affrontava la vita con serietà e dedizione così come ogni curva sugli sci, nella quale metteva tutto il suo impegno dal primo centimetro all’ultimo; mai una sbavatura, una imperfezione: solo un rigo perfetto, bello da vedere e difficile, se non impossibile da imitare.
Ed è stato un combattente anche contro la morte contro la quale ha lottato e sofferto in questi ultimi anni, senza mai lasciare trasparire dolore e sofferenza, sempre con dignità.
Prima di partire per la cura in America, regalandosi l’ultima speranza, mi aveva detto “lotterò come una belva”.
Ci ha provato, ce l’ha messa tutta ma non ce l’ha fatta, nulla ha potuto contro un mostro invisibile ed invincibile (vigliaccamente invincibile).
La sofferenza degli ultimi tempi è stata atroce, la vita si è accanita ingiustamente contro di lui; Paolo ha risposto fino alla fine con dignità, assistito amorevolmente dalle persone care, prima tra tutte la figlia Francesca, che lo hanno accompagnato fino alla fine.
Il ricordo di Paolo vive e vivrà in ognuno di noi ed in particolare nella figlia Francesca, che sarà fiera di portare il nome di un uomo onesto e leale, conosciuto e apprezzato da tutti, come dimostra il numero delle persone presenti a rendergli l’ultimo saluto oggi. Paolo continuerà a vivere soprattutto attraverso Francesca, Chicca, come amorevolmente la chiamava.
In particolare il ricordo di Paolo vive e vivrà in tutti noi quando al mattino presto il cielo sarà più azzurro del solito e l’aria più fredda, quando riusciremo a fare una bella curva con gli sci, cercando di imitarlo, quando un raggio di sole sarà più luminoso ed illuminerà un punto nella neve facendola brillare e rendendolo visibile soltanto alle persone vere ed autentiche come Paolo.
Cinquant’anni sono pochi per andarsene in questo modo, specialmente quando la vita è stata condotta in modo serio e sano, senza mai fumare e bere a contatto con la natura in un mondo sportivo.
La chiesa di Sestrière era gremita di gente ed anche il piazzale antistante: c’era tutto il mondo dello sci; i maestri di sci della Via Lattea gli istruttori nazionali, tutti in divisa per rendere l’ultimo saluto a Paolo insieme ai più importanti personaggi dello sci venuti da tutta Italia.
Paolo De Chiesa in un commovente e struggente discorso ha ricordato che alla fine degli anni Settanta faceva parte dello sci club Sestrière insieme a Paolo Colarelli; lui si stava mettendo in luce nelle prime gare in Coppa del Mondo mentre l’altro Paolo vinceva tutte le gare giovanili in Italia.
Appena potevo portavo Paolo a sciare con me per cercare di trasmettergli tutto ciò che avevo imparato per arrivare in Coppa del Mondo.
E’ stato proprio Paolo Colarelli come istruttore nazionale a fare il corso di aggiornamento maestri a Paolo De Chiesa, lo scorso mesi di aprile a Sestrière; i ruoli sono invertiti, racconta Paolo De Chiesa, questa volta sono io che imparo da lui.
De Chiesa afferma di non essere mai stato un buon maestro , conclude però dicendo che le lezioni e gli insegnamenti di Paolo Colarelli non se li scorderà più per tutta la vita.
Marco Vottero, responsabile degli Istruttori nazionali del Piemonte, ha ricordato l’ultima verifica di Paolo come istruttore nazionale, ad aprile al Tonale, nella quale aveva il numero di pettorale subito dopo Paolo Colarelli; all’arrivo di una prova, gli istruttori hanno rivolto parole di elogio nei confronti di Paolo per l’ottima prova effettuata, terminando con un vero e proprio applauso: quasi un presagio che quella per Paolo sarebbe stata l’ultima verifica
***
Il modo migliore per rendere omaggio a Paolo è ricordarlo tutti insieme nei suoi monti, quando sciava con la sua inimitabile serpentina.
“Lo vedo passare adesso ancora una volta (l’ultima) con la sua famigerata serpentina, è rapido, è veloce, inimitabile ed irraggiungibile; come al solito nemmeno riesco a stargli dietro, scompare dietro il cambio di pendenza , se ne va, questa volta per sempre”.
Paolo se ne è andato per sempre al mattino presto di buon ora come ha sempre fatto tutti i giorni della sua vita, in silenzio e con dignità.
Addio Paolo, addio Coca, riposa in pace tra i tuoi monti in una vita migliore.
Approfondimenti
Informazioni turistiche
Sestriere, Sauze d'Oulx, Sansicario, Cesana, Claviere, MontgenèvreBOLLETTINO NEVE
LOCALITÀ | I.APERTI | H. Min/Max |
---|---|---|
La Thuile | 31/38 | 20-40 cm |
Passo Costalunga | 13/13 | 80-130 cm |
Passo del Tonale | 29/30 | 20-70 cm |
Madesimo | 10/11 | 20-30 cm |
Obereggen | 17/20 | 10-40 cm |
Courmayeur | 16/18 | 15-30 cm |
Folgarida | 22/24 | 20-65 cm |
Gabiet | 10/11 | 0-40 cm |
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