Il tragico destino di Ermanno Salvaterra: il grande alpinista è morto sulle sue Dolomiti di Brenta

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Ermanno Salvaterra

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Il tragico destino di Ermanno Salvaterra: il grande alpinista è morto sulle sue Dolomiti di Brenta

Venerdì pomeriggio il dramma sulla cresta ovest del Campanile Alto: illeso il compagno di cordata. Il 68enne trentino era una vera e propria istituzione per guide e appassionati della montagna. Il ricordo di Paolo De Chiesa.

Un tragico destino sulle sue montagne, per uno degli alpinisti italiani più noti, una vera e propria istituzione in Trentino.

Ermanno Salvaterra è morto nella giornata di venerdì, fatale il volo di una ventina di metri (probabilmente a causa del cedimento di un appiglio) mentre il classe 1955 stava percorrendo, con un compagno di cordata uscito miracolosamente illeso, la via Hartmann-Krauss sulla cresta ovest del Campanile Alto, nel cuore delle Dolomiti di Brenta attorno a quota 2750 mt.

Nativo di Pinzolo, Salvaterra aveva gestito anche il Rifugio XII Apostoli come avevano fatto per tantissimi anni i genitori. Il Corriere del Trentino ha riportato che la chiamata al 112 è arrivata intorno alle ore 14.15 di ieri, ma non c'era più nulla da fare per l'alpinista, con i soccorritori che hanno potuto solo constatarne il decesso dopo l'intervento dell'elisoccorso arrivato sino al rifugio Tosa Pedrotti.

Ermanno Salvaterra ha firmato tantissime imprese, a partire da quelle nel gruppo del Brenta, ma era diventato famoso per gli appassionati con le tante vie aperte in Patagonia e in particolare sul Cerro Torre, guadagnandosi il soprannome di “L'uomo del Torre”.

Paolo De Chiesa lo conosceva bene e gli ha dedicato un dolce ricordo attraverso i suoi profili social. “Ermanno Salvaterra, figura epica dell'alpinismo, il re del Cerro Torre, è precipitato ieri sulle sue pareti delle Dolomiti del Brenta. Quante volte ti ho fatto raccontare quelle infinite notti abbarbicato su una cengia stagliata nel vuoto e spazzata dai venti gelidi della tua Patagonia – le parole dell'ex alfiere del nostro sci nei magici anni '70 e '80 – Non mi stancavo di ascoltarti, come un bambino incantato! Ti piango Ermanno, non ti dimenticherò amico caro”.

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