L'alpinista bergamasco potrebbe diventare il primo, assieme allo spagnolo Alex Txikon, a scalare nell'inverno autentico alpinistico gli 8163 mt dell'ottava vetta del pianeta.
Lunedì 26 Dicembre 2022
Siamo proprio sicuri che tutti i 14 giganti sono stati saliti nella stagione più fredda?!
Forse il primo a dubitarne è Simone Moro, che con 22 esplorazioni invernali sugli Ottomila, potrebbe diventare il primo, con lo spagnolo Alex Txikon, a scalare per davvero d'inverno gli 8163 metri dell'ottava vetta del pianeta, il Manaslu. Il 55enne bergamasco sostiene infatti da sempre che sia l'inverno astronomico (dal 21 dicembre al 21 marzo) e non quello metereologico l'unica e autentica “winter season” nell'emisfero settentrionale.
Moro non ha mai toccato la montagna in anticipo sul solstizio d'inverno, in occasione delle prime assolute invernali su Shisha Pangma (8027 metri nel 2005), Makalu (8463 mt nel 2009), Gasherbrum II (8035 mt nel 2011) e soprattutto il capolavoro al Nanga Parbat (8126 mt nel 2016). Le 4 spedizioni e i 15 alpinisti accreditati della salita, hanno tutti anticipato i tempi: dalla Corea e Nepal sono arrivati in cima il 6 dicembre 1998, dal Kazakistan l'8 dicembre 1995, dal Giappone il 14 dicembre 1985 e soprattutto il 12 gennaio 1984 i pionieri polacchi Berbeka e Gajewski.
Partiti a metà novembre, il 2 dicembre avevano già piazzato il campo base e il 21 allestito il campo tre avanzato. Il russo naturalizzato polacco Denis Urubko, ex compagno di cordata di Moro, con il quale ha condiviso le storiche primizie al Makalu e al Gasherbrum II, ritiene quella dei connazionali una invernale, in tutto e per tutto, perché compresa tra l'inizio di dicembre e la fine di febbraio. Per la cronaca, per tali distinguo, si ricorda una celebre disputa tra Moro e Lafaille, volta a determinare l'attribuzione della prima invernale dello Shisha Pangma: quella del francese, effettuata l'11 dicembre, non venne ritenuta valida, a differenza della salita del 14 gennaio dell'orobico.
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