Sempre più donne in montagna

Sempre più donne in montagna
Alpinismo

Sempre più donne in montagna

Sono passati 150 anni dalla conquista del Monviso da parte di Alessandra Boarelli, oggi sono 700 mila le scalatrici italiane

Era il 16 agosto del 1864 quando Alessandra Boarelli e Cecilia Fillia conquistavano i 3842 metri della vetta del Monviso, la montagna più alta delle Alpi Cozie.

Quest'anno, esattamente 150 dopo l’impresa, saranno dodici le donne alpiniste a ripetere la salita. Una cordata fucsia per ricordare le due piemontesi che portarono a termine la prima ascesa al femminile del Re di Pietra, nel 1864.

Andare in montagna richiede sempre preparazione e fatica, ma l’impresa della contessa ventiseienne Alessandra Boarelli e della sua fidata damigella Cecilia Fillia di soli quattordici anni, fu davvero straordinaria. Non c’erano abiti tecnici, ma solo gonne di lana, scarponi in pelle chiodati e corde pesanti. Per loro fu una prova di volontà e forza: combatterono contro fatica, freddo e pregiudizi.  L’aristocratica piemontese però era granitica. L’anno precedente aveva dovuto rinunciare per via del brutto tempo, ma nella sua testa nulla poteva distoglierla dalla conquista del suo obiettivo.

Da allora l’alpinismo, da sempre territorio degli uomini, ha cambiato volto ed è diventato sempre più rosa. «Circa il 33 per cento dei nostri 311mila iscritti sono donne» dice Andreina Maggiore, direttore del CAI ed è un trend in continua crescita.  
Quando le donne si impegnano i risultati arrivano. In tante hanno già raggiunto l’eccellenza, ma la più forte alpinista italiana di tutti i tempi resta Nives Meroi unica ad aver salito dodici cime sopra gli ottomila metri, senza uso di bombole di ossigeno e senza impiego di portatori d’alta quota.

Nives ha anche inaugurato l’alpinismo di coppia, insieme con il marito romano Benet condivide vita, passioni, imprese e sogni segno che, maschile e femminile si completano anche ad alta quota.  «Fare squadra scalando una cima è un modo per accrescere autostima e fiducia in se stesse» afferma Anna Torretta, 43 anni, torinese, una delle 17 guide alpine donna italiane (su circa 1500 guide totali), la più quotata scalatrice di cascate di ghiaccio in Italia. «Me ne accorgo facendo corsi di alpinismo riservati alle signore- continua-  quando una donna si appassiona diventa molto brava perché e più diligente, disciplinata, costante. Ha anche maggiore consapevolezza e percezione del pericolo».

Le donne hanno già dimostrato di essere forti e capaci ogni qualvolta hanno incominciato a intraprendere attività prettamente maschili.  Ora è arrivato il tempo di smettere di adeguarsi ai modelli maschili permeati solo di competizione e agonismo e cercare una strada nuova di avvicinamento alla montagna: cosi ci sarà un vero cambio di mentalità. Perché in montagna, forse più che altrove, si azzerano le differenze ed emerge la vera essenza di ogni alpinista uomo o donna che sia.

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