La domanda sorge spontanea: qual è la ragione dell'assordante silenzio attorno alla positività di Alexander Loginov, il cui caso di doping è ormai in sospeso da oltre 5 mesi?
Da quel momento però non si è saputo più nulla riguardo il caso, figlio di nuovi test effettuati su campioni prelevati a novembre 2013.
Al contrario l'ucraino Serguei Sednev, la cui positività era stata annunciata ufficialmente dalla federazione internazionale assieme a quella di Loginov, è stato formalmente squalificato per 2 anni ad aprile.
Che l'Ibu non abbia ancora preso decisioni in merito alla positività del ventitreenne di Saratov è confermato dal fatto di vedere ancora l'atleta in tutte le classifiche dell'inverno 2013-'14, da cui invece dovrebbe essere sistematicamente cancellato.
Pertanto viene da chiedersi come mai vi siano queste lungaggini, soprattutto perchè anche lo scorso anno si dovette aspettare luglio per risolvere i casi di Irina Starykh ed Ekaterina Iourieva, trovate positive tra dicembre e gennaio 2014.
Eppure non ci sono congressi in vista nei prossimi mesi. Quindi, perché l'Ibu ha bisogno di così tanto tempo per decidere il da farsi quando ci sono di mezzo i russi?
I tempi burocratici possono giustificare attese di mesi quando durante i Giochi olimpici il Cio ha squalificato Evi Sachenbacher-Stehle nel giro di pochi giorni?
Si tratta dell'ennesimo scivolone di un organo di governo sportivo che negli ultimi anni sta dimostrando enormi limiti sul piano della comunicazione e della trasparenza del suo agire, non solo nell'ambito del doping.
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