Johannes Boe e i suoi compagni sbancano Nove Mesto, ma non superano il tabù staffetta

Johannes Boe e i suoi compagni sbancano Nove Mesto ma non superano il tabù staffetta
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Johannes Boe e i suoi compagni sbancano Nove Mesto, ma non superano il tabù staffetta

Johannes Thingnes Boe è stato senza ombra di dubbio MVP "pound for pound" dei Campionati Mondiali di Biathlon, dove nelle prove maschili individuali lo squadrone norvegese ha lasciato agli altri solo le briciole. L'Italia, oltre all'Argento nella Single Mixed, deve accontentarsi del ritorno in top 10 in una prova individuale grazie al nono posto di Lukas Hofer nella Pursuit.

Quattro titoli mondiali su quattro gare individuali disputate, nove presenze sul podio su dodici, solo Norvegia sul podio della Sprint e nelle prime cinque posizioni dell'Inseguimento: come la stagione indicava chiaramente lo squadrone norvegese è dominante in campo maschile. Il paradosso è rappresentato dal fatto che la Norvegia dal 23 gennaio 2022 ha sempre vinto le staffette maschili di Coppa del Mondo (11) oltre alla medaglia d'Oro alle Olimpiadi di Pechino ma nelle ultime due stagioni ha perso l'appuntamento mondiale, inchinandosi alla Francia a Oberhof dodici mesi fa e alla Svezia a Nove Mesto. Inopinatamente in entrambe le occasioni il dito è stato puntato su Vetle Christiansen; a Oberhof, in concorso di colpa con l'inopinata scelta di metterlo al lancio, e in  questi Mondiali con una poco felice prima frazione di Laegreid. Fatto è che i tre giri di penalità accumulati all'ultimo poligono da Christiansen, che in decine di staffette ha fatto il sigillatore finale, hanno portato ad un Argento a soli 11 secondi dal titolo mondiale. 

Il grande Johannes Boe ha dovuto, quindi, andare a caccia di medaglie d'Oro nelle prove individuali. Il campionissimo norvegese che ad Oberhof aveva scritto la storia con 7 medaglie su 7 gare in programma si è ripetuto a Nove Mesto ed è andato a meno di 4 secondi, quelli che lo hanno separato da Sturla Holm Laegreid nella Sprint nonostante un errore di differenza, da un en plein leggendario. Alla fine per l'indiscutibile MVP della manifestazione sono tre medaglie d'Oro, tre d'Argento e un Bronzo. 

Una medaglia d'Oro due Argenti sono il bottino di Laegreid, un Argento e due Bronzi per Christiansen e tre medaglie d'Argento per Tarjei Boe. Il fratellone di casa Boe, a 35 anni, sale sul secondo gradino del podio nella 20 km con una grande prova di longevità sportiva tredici anni dopo le sue prime medaglie iridate raccolte nel 2011 in quel di Khanty Mansiysk. 

A proposito di longevità, a 36 anni il lettone Andrejs Rastorgujevs corona la sua carriera con il suo miglior mondiale della carriera, medaglia d'Argento nella Mass Start e quarto posto nella 20 km, e riporta la Lettonia sul podio iridato 19 anni dopo la medaglia di Bronzo di Irmars Bricis nella Sprint di Hochfilzen 2005 che seguiva il Bronzo della stesso atleta nella 20 km di Pokljuka 2001. 

In casa Italia, a prima vista verrebbe di parlare di un mondiale senza lampi con qualche sprazzo di orgoglio senza dimenticare il buon contributo di Tommaso Giacome trascinato da Lisa Vittozzi alla medaglia d'Argento nella Mixed Relay. Restano nella mente soprattutto le frazioni, inutili, di Lukas Hofer e del ragazzo del Primiero nella Staffetta, sesta ma senza essere mai stata in lotta per l'eccellenza. Analizzando i risultati emerge però come il nono posto di Lukas Hofer nell'Inseguimento riporti l'Italia, in ambito Campionati Mondiali, di nuovo nei primi dieci di una gara, una posizione che mancava dal settimo posto di Hofer stesso nella Mass Start del 2021. Per quanto riguarda Tommaso Giacomel i quindicesimi posti di Sprint e Mass Start migliorano i diciassettesimi posti di Sprint e 20 km di Oberhof. 

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