È lotta aperta tra le pretendenti al trono femminile [Presentazione stagionale]

È lotta apertatra le pretendenti al trono femminile [Prestanzione stagionale]
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È lotta aperta tra le pretendenti al trono femminile [Presentazione stagionale]

Domenica prenderà il via da Östersund la XXX edizione della Coppa del Mondo femminile di biathlon. Si comincerà con un antipasto rappresentato da due prove miste. Dopodiché si inizierà a fare sul serio il 30 novembre, quando si scenderà in pista per la 15km, prima gara individuale dell’inverno.

A differenza del settore maschile, fare le carte alla stagione dell’altra metà del cielo non è per niente semplice. Infatti in questo momento il circuito rosa è autentica terra di nessuno, essendo privo di un punto di riferimento fisso che possa rappresentare una sorta di gold standard a cui tutte debbano rapportarsi. Esiste, invece, un gruppo di atlete di vertice i cui valori appaiono in continua fluttuazione, con relativa incertezza riguardo a delle gerarchie che appaiono decisamente fluide.

Proviamo comunque a fare ordine in un contesto instabile e in perenne evoluzione. Sulla carta il ruolo di favorita per la conquista della Sfera di Cristallo va assegnato a Laura Dahlmeier. La giovane tedesca ha messo in mostra i crismi di predestinata sin dal suo esordio, avvenuto sul finire del 2012-’13.

Da allora la ventitreenne bavarese è cresciuta regolarmente sino a raggiungere l’attuale livello di eccellenza assoluta. Sugli sci è ormai tra le migliori cinque del circuito, mentre al poligono le percentuali sono impressionanti. L’unica debolezza è rappresentata da tempi di esecuzione decisamente più dilatati rispetto alla media. Tuttavia con le sue performance nel fondo e la sua precisione, tale problema è ampiamente sormontabile.

Per la teutonica l’incognita principale è rappresentata dalla salute, sinora dimostratasi piuttosto cagionevole. D’altronde se Dahlmeier non ha lottato per la Coppa del Mondo già nella scorsa stagione, è solo perché si è ammalata due volte, dovendo saltare troppe gare per poter risultare competitiva in classifica generale.

Se dovesse essere lasciata in pace dai bacilli, allora il biathlon femminile potrebbe ritrovare quel punto di riferimento attualmente assente. Laura ha dichiarato di non puntare alla graduatoria assoluta, ma di avere come priorità i Mondiali. L’impressione però è che si tratti di pretattica, ovvero di frasi pronunciate allo scopo di scrollarsi un po’ di pressione dalle spalle, almeno nell’inizio dell’inverno.

Teoricamente l’unica avversaria dotata di una solidità comparabile a quella della tedesca  è la detentrice della Sfera di cristallo, quella Gabriela Soukalova che in primavera si è sposata con il signor Koukal e dovremo quindi abituarci a chiamare Koukalova. La ceca però si è chiamata fuori dalla contesa, spiegando che dopo il successo dello scorso anno ha vissuto un’estate difficile sul piano delle motivazioni e di aver ritrovato la voglia di allenarsi solo in autunno

Abbiamo ormai imparato a conoscere il tenore delle uscite della ventisettenne di Jablonec nad Nisou, le cui analisi su sé stessa sono raramente oggettive e sovente molto più negative rispetto alla realtà dei fatti.

In questo caso, però, quanto detto dovrebbe corrispondere al vero e difficilmente la boema riproporrà l’impressionante rendimento  del 2015-’16, quando ha chiuso venti gare su venticinque nella top-5, senza mai uscire dalle migliori 11.

Verosimilmente partirà piano, salvo poi crescere di condizione cammin facendo per presentarsi al top ai Mondiali di Hochfilzen. Considerando il suo talento, potrà comunque togliersi delle soddisfazioni e chiudere la classifica generale nelle prime posizioni, ma sarebbe davvero sorprendente vederla lottare per la Coppa del Mondo. Dovesse accadere il contrario, le dovrebbe essere assegnato automaticamente il premio “Poker Face” e/o il “Piangina d’oro”.

Di certo sarà decisamente più probabile vedere Marie Dorin Habert duellare per quella Sfera di cristallo che già lo scorso anno ha conteso sino all’ultimo. Ormai la francese non teme confronti nel fondo ed è diventata una sorta di Terminator nel tiro a terra, dove le sue percentuali si attestano attorno al 95%. Il suo tallone d’Achille è rappresentato dalla posizione in piedi, dove invece è decisamente più instabile.

Ci sono però incognite sul suo reale stato di salute, poiché ormai da un paio di mesi appare tormentata ripetuti problemi. A fine settembre ha dovuto fermarsi completamente per far fronte a un sovraffaticamento, mentre a metà novembre ha rinunciato alle gare di Sjusjøen a causa di un fortissimo mal di schiena. Dovesse presentarsi sana ai nastri di partenza dell’individuale di settimana prossima, sarebbe una seria candidata alla conquista della classifica generale.

Coltivano speranze di primeggiare nella graduatoria assoluta anche Kaisa Mäkäräinen e Tiril Eckhoff, per molti aspetti atlete gemelle. Entrambe potranno risultare devastanti sugli sci stretti, ma sono destinate a pagare dazio al tiro, componente in cui le loro percentuali (soprattutto quelle della norvegese) e i tempi di esecuzione (quelli della finlandese in particolare) lasciano ampiamente a desiderare. Per ambedue le possibilità di stringere tra le mani il “Coppone” passano dalla capacità di sparare bene.

Discorso opposto per Dorothea Wierer che, in virtù di quanto fatto nel 2015-’16, va giocoforza inserita nel novero delle pretendenti alla Sfera di cristallo. Per non risultare ripetitivi sul tema Italia, invitiamo a leggere il dettagliato articolo dedicato al movimento azzurro, raggiungibile cliccando su queste parole.

Quelle citate sinora sono, chi più chi meno, le favorite per la Coppa del Mondo. Tuttavia in una terra di nessuno non può certo essere sottovalutato l’ampio numero delle outsider. Chi appartiene a questo novero di atlete parte con l’ambizione di chiudere la classifica generale nella top-5. Però in un circuito privo di dominatrice come quello del biathlon femminile, ognuna di esse potrebbe anche sorprendere e rivelarsi una contender per il successo assoluto.  Vale la pena di citarne cinque su tutte.

In casa Germania ci sono le due Franziska. L’esperta Hildebrand e la giovane Preuß. La prima, migliorata in maniera incredibile nel corso degli anni, ha cambiato materiali passando da Salomon a Rossignol. La ventinovenne di scuola Clausthal-Zellerfeld è ormai una delle migliori dieci sia in tema di performance nel fondo che alla voce precisione, quindi dovremo aspettarcela spesso e volentieri nelle posizioni di vertice. La seconda è invece reduce da un’annata difficile a causa di un serio infortunio muscolare, ma il suo potenziale è decisamente più alto di quanto visto sinora. Non sarà quindi sorprendente ritrovarla sul podio e vederla arpionare il primo successo della carriera.  

L’Europa dell’Est offre invece Veronika Vitkova, Olena Pidhrushna e Yuliia Dzhima. La ceca per essere competitiva al massimo livello necessita di ritrovare il passo sugli sci di due anni orsono e di ridurre gli errori a terra. Le ucraine invece sono atlete di solidità impressionante e con un piccolo step in avanti nel fondo potrebbero fare paura a molte.

Se poche settimane orsono Marte Olsbu non fosse stata costretta a operarsi d’appendicite, allora avrebbe dovuto essere inserita di forza nel novero delle outsider. Tuttavia l’intervento, e la conseguente anestesia totale, rischiano di aver compromesso in partenza la competitività della norvegese cresciuta prepotentemente nel finale della passata stagione.

Ai nastri di partenza di ogni inverno ci si chiede chi possa essere il “volto nuovo” in grado di proporsi nei quartieri nobili delle classifiche. In tal senso il primo nome a venire in mente è quello di Justine Braisaz, ancora in età juniores. La ventenne francese sta però crescendo rapidamente ed è un seria candidata a chiudere la classifica generale nelle prime 10 posizioni.

In realtà uno dei temi forti del circuito femminile sarà quello dei ritorni illustri. Darya Domracheva, diventata mamma di Xenia Bjørndalen a inizio ottobre, tornerà in gara a partire da gennaio. Anastasiya Kuzmina, ferma da due anni, ritroverà le piste già dalla tappa di Pokljuka. Inoltre le sorti della superpotenza decaduta Russia potrebbero essere parzialmente risollevate da Ekaterina Glazyrina, a sua volta reduce da maternità, o dalla rediviva Svetlana Sleptsova.

Sarà interessante scoprire il livello di ognuna di loro. Di sicuro, dovessero essere quelle di una volta, non sarà peregrino rivederle sul podio, magari spesso e volentieri.

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