Domenica prenderà il via da Östersund la XL edizione della Coppa del Mondo maschile di biathlon. Si comincerà con due prove miste, che rappresenteranno una sorta di prologo. L’inizio vero e proprio delle ostilità è fissato per l’1 dicembre, quando si scenderà in pista per la 20km, prima gara individuale dell’inverno.
Ancora una volta Martin Fourcade parte con i crismi di favorito numero uno per la conquista della Sfera di cristallo. Non potrebbe essere altrimenti, considerando come il transalpino si sia imposto nella classifica generale delle ultime 5 stagioni, realizzando un filotto senza precedenti nella storia della disciplina. Almeno per quanto riguarda gli uomini.
Sì perché nell’altra metà del cielo c’è chi ha fatto meglio. Si tratta di Magdalena Forsberg, capace di primeggiare nella graduatoria assoluta per 6 anni consecutivi tra il 1996-’97 e il 2001-’02.
Pertanto il catalano con un'eventuale sesta affermazione non solo allungherebbe la sua striscia-record in campo maschile, ma pareggerebbe anche il dominio più lungo tout-court mai visto nel biathlon. Inoltre un nuovo successo gli permetterebbe di eguagliare anche il primato di Sfere di cristallo raccolte da Ole Einar Bjørndalen, a sua volta arrivato a 6 tra il 1997-’98 e il 2008-’09.
Tradotto il 2016-’17 potrebbe permettere a Martin Fourcade di entrare nell’Empireo degli esacampioni, a cui sinora hanno guadagnato accesso solo i due leggendari scandinavi. Ci sarebbe però una non trascurabile differenza. Il norvegese ha messo le mani sulla sesta Coppa del Mondo a 35 anni, la svedese lo ha fatto a 34. Il francese potrebbe riuscirci a 28!
Chiaramente la sua vittoria – per quanto probabile – non è scontata. Sia perché i malanni sono sempre in agguato per tutti, sia perché tre uomini hanno l’ambizione e la potenzialità di sfidare il devastante transalpino. Si tratta, in ordine non solo alfabetico, di Johannes Bø, Simon Schempp e Anton Shipulin.
Il norvegese è indubbiamente il rivale più accreditato dai mass media. Primo perché è di un lustro più giovane dell’attuale dominatore. Secondo perché è unanimemente riconosciuto come colui che un giorno succederà al trono attualmente occupato da Fourcade.
Se quel giorno possa arrivare già nel 2017 è difficile dirlo. Il diretto interessato ha nicchiato, dichiarando di non ritenersi ancora all’altezza del ventottenne di Fort Romeu e di non essere dotato della continuità necessaria per sfidarlo nel lungo periodo, soprattutto a causa di alcune controprestazioni al tiro (in particolare in piedi) di cui è di tanto in tanto vittima.
Quanto detto dal giovane Bø è sicuramente vero, sinora gli è mancata la costanza per poter battagliare ad armi pari nella classifica generale. È però anche vero che i margini di miglioramento sono enormi, sia al poligono che sugli sci stretti. Oggettivamente l’avvicendamento tra Johannes e Martin sembra solo questione di tempo, anche perché il catalano per il post Pyeong Chang 2018 ha espresso l’intenzione di dedicarsi anche allo sci di fondo.
Solo la pista ci dirà quando i tempi saranno maturi per un cambio della guardia al vertice del circuito. Di sicuro il primo confronto stagionale tra i due, disputato il 12 novembre a Sjusjøen, ha visto il monarca piegare la resistenza del suo aspirante successore. Vedremo quali saranno i valori a Östersund.
Attenzione però a non sottovalutare Schempp e Shipulin. Il tedesco lo scorso inverno è stato più volte stoppato dai malanni, ma finché è rimasto in salute ha dato prova di poter essere un serio candidato alla conquista della Sfera di cristallo. Il russo, invece, negli ultimi due anni ha chiuso sul podio la classifica generale, dimostrando di avere quella continuità necessaria per poter ambire a raggiungere l’unica posizione non ancora occupata, la prima.
Il problema di Simon e Anton è molto semplice. Possono fare tutto ciò che è necessario per vincere la Coppa del Mondo, ma Fourcade lo sa fare meglio. Competitività nel fondo, precisione al poligono, tempi di esecuzione sono di assoluta eccellenza. Però in ogni componente cedono qualcosa al transalpino. Alla lunga, la somma di queste piccole deficienze fa la differenza.
Per ribaltare le gerarchie sia il ventottenne del Baden-Württemberg che il ventinovenne siberiano devono imboccare la più classica delle stagioni di grazia. Ovvero devono rimanere in salute, trovare un’anomalia positiva nelle percentuali (leggasi sparare meglio del normale) e magari avere qualche colpo di fortuna, componente che può sempre avere il suo peso.
Altri seri candidati alla Sfera di cristallo non sembrano essercene e sarebbe una sorpresa vedere in cima alla classifica generale un nome diverso dal quartetto appena analizzato.
D’altronde Emil Hegle Svendsen e Tarjei Bø hanno dovuto fare i conti con svariati problemi di salute durante la loro preparazione. Inoltre, sebbene esista almeno una ventina di biathleti in grado di vincere o di salire sul podio, nessuno di essi appare avere la continuità necessaria per affiancarsi ai “Fab Four” di cui sopra.
Tra chi ha saltuarie ambizioni di gloria vi sono anche due italiani, ma per un’analisi più dettagliata della squadra azzurra rimandiamo all’articolo dedicato, che può essere raggiunto cliccando su queste parole.
In generale la lista dei nomi di chi può ambire a piazzamenti di prestigio è lunghissima. Fra di essi val la pena di citare quello di Ole Einar Bjørndalen, che dopo aver annunciato di volersi ritirare a marzo 2016 ha deciso di tornare sui propri passi e di prolungare la sua carriera fino ai Giochi olimpici di PyeongChang 2018. Ormai prossimo ai 43 anni e appena diventato padre della piccola Xenia, il più grande biathleta di tutti i tempi accarezza il sogno di raggiungere quota 100 vittorie (attualmente è a 95). Difficile possa effettivamente riuscirci, ma di sicuro potrà togliersi ancora soddisfazioni di prestigio, come avvenuto agli scorsi Mondiali.
Merita una citazione anche Julian Eberhard. Giunto ormai alla soglia dei 30 anni, questo biathleta sembra aver finalmente trovato il modo di mettere a frutto il suo altissimo potenziale. Dati alla mano, stiamo parlando di uno dei migliori due/tre fondisti nel circuito del biathlon. Lo scorso anno il solo Fourcade gli è stato indiscutibilmente superiore, mentre le prestazioni dello stesso Johannes Bø sono risultate più o meno al livello di quelle dell’austriaco. Non lo si è notato un granché, perché il trentenne di Saalfelden ha percentuali pessime (viaggia attorno al 70%). Tuttavia ha già testimoniato di poter mettere in riga chiunque, come avvenuto nella sprint di Khanty-Mansiysk. Non vincerà mai la Coppa del Mondo, ma parte per vincere ogni sprint. Le tante vedove di Lars Berger (forse lo siamo tutti) si possono consolare. Abbiamo l’erede.
Ai nastri di partenza di ogni stagione viene da chiedersi chi possa essere il “nome nuovo” in grado di proporsi nei quartieri nobili delle classifiche. In tal senso sono tre gli uomini che negli ultimi mesi hanno seminato le maggiori speranze. Si tratta del russo Anton Babikov (classe 1991), del francese Fabien Claude (1994) e dell’austriaco Felix Leitner (1996). Ognuno di loro andrà seguito con interesse, perché di sicuro il talento non gli fa difetto.
BOLLETTINO NEVE
LOCALITÀ | I.APERTI | H. Min/Max |
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Saas-Fee | / | 0-0 cm |
Ghiacciaio Val Senales | 6/11 | 25-81 cm |
Ghiacciaio Presena | 0/30 | 0-20 cm |
Breuil-Cervinia | 11/15 | 60-150 cm |
FONDO, SCELTI DAI LETTORI
BOTTERO SKI
ARC TEC - squadretta in allumino 88
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