Julia Lipnitskaia regola di misura Akiko Suzuki nel corto del Finlandia Trophy

Julia Lipnitskaia regola di misura Akiko Suzuki nel corto del Finlandia Trophy
Figure skating - Ondrej Nepela Trophy

Julia Lipnitskaia regola di misura Akiko Suzuki nel corto del Finlandia Trophy

Nel programma corto femminile della diciottesima edizione del Finlandia Trophy non sono mancati i fuochi di artificio e l'evento si è rivelato decisamente gradevole per pubblico e addetti ai lavori.

Sul ghiaccio della Barona Areena di Espoo si sono fronteggiate quattordici atlete con tanto di alcune esponenti di grido del movimento.

Al termine di un serrato testa a testa, la prima posizione è stata occupata dalla quindicenne russa Julia Lipnitskaia (65,49), che finalmente ha ritrovato quel "tocco magico" perso per via di un incidente avvenuto in allenamento nei primi giorni dello scorso dicembre. A distanza di un anno, pregi e difetti dell'allieva di Eteri Tutberdize, tecnico sempre più gettonato in patria, sono rimasti i medesimi. Infatti, se da un lato trottole e passi continuano a farsi ammirare per ricercatezza e indiscussa qualità, dall'altro i salti, seppure completati, non rubano mai l'occhio in quanto di rado risultano ben scivolati. Inoltre, resta aperto il problema relativo al filo di entrata del lutz, di certo non un filo interno, ma neppure marcatamente esterno come il regolamente vorrebbe.

In ogni caso, l'algida Lipnitskaia, apparsa cresciuta in altezza e molto filiforme, ha pattinato un corto di indiscusso valore raccogliendo un eloquente 36,37 sul fronte tecnico, punteggio di competenza delle prime della classe.

La veterana giapponese Akiko Suzuki (64,57) si è, invece, dovuta accontentare della seconda moneta, penalizzata da un arrivo con evidente step-out sul triplo flip preceduto dal passo. Per il resto, il corto dell'ormai ventotenne di Aichi è stato esente da sbavature ed impreziosito dall'ottima combinazione triplo toeloop/triplo toeloop con cui ha aperto il disco. Ovviamente rispetto alla più flessibile Lipnitskaia, Suzuki ha pagato dazio sugli elementi di trottola riuscendo però a recuperare terreno grazie alla valutazione di ciascuna componente del programma.

Il terzo posto è andato alla statunitense Vanessa Lam (56,31) al debutto in una gara senior internazionale. La diciottenne di origini asiatiche si è lasciata apprezzare sugli elementi di trottola ed è riuscita a completare un "disco" abbastanza pulito, nonostante abbia presentato un chiaro esempio di flutz (lutz con approccio da un filo interno) come salto preceduto dal passo.

A seguire si è piazzata, la statunitense di origini nipponiche Mirai Nagasu (54,01), come di consueto dotata di una trottola rovesciata di stordente bellezza, ma al contempo sempre al limite con le rotazioni dei salti. Proprio per via dell'ormai atavico problema, ha lasciato qualche dubbio la scelta di presentare due elementi di salto nella seconda metà, compreso un triplo rittberger giudicato sottoruotato.

La palma di delusione di giornata tocca, invece, alla russa Elizaveta Tuktamisheva (52,13), pattinatrice ritenuta sopravvalutata da diversi addetti ai lavori. La sedicenne di stanza a San Pietroburgo ha presentato un nuovo programma, sulle note di Gopher Mambo, ricco di ammiccamenti al pubblico e moine, ma è venuta meno sul piatto forte della casa, al secolo i salti. Infatti, dopo aver aperto completamente il lutz della combinazione, riuscendo ad attaccare comunque un triplo toeloop, è caduta rovinosamente sul triplo rittberger preceduto dal passo. Ciò nonostante, si sono visti miglioramenti su ogni trottola ed è arrivato addirittura un inedito livello quattro sulla rovesciata, chiamata che però andrebbe analizzata con attenzione.

Tukatamisheva è stata preceduta dalla soprendente svedese Isabelle Olsson (52,17), che, molto silenziosamente ha completato una prova senza sbavature con tanto di combinazione triplo lutz/dppio toeloop da fare invidia alla più illustre connazionale Viktoria Helgesson, impegnata fino a ieri nel Ondrej Nepela Trophy di Bratislava.

Nella competizione odierna hanno calcato il ghiaccio anche due esponenti della scuola italiana.

La sedicenne di stanza a Torino Giada Russo (43,51) si è piazzata al decimo posto, evidenziando la consueta dimestichezza sugli elementi di trottola tutti eseguiti al meglio, ma pagando dazio su combinazione e triplo salchow preceduto dal passo, nel caso di specie anche mancante di rotazione.

La ventenne altoatesina Carol Bressanutti (36,54) ha, invece, pescato una giornata negativa sugli elementi di salto non andando oltre la tredicesima posizione.

 

In precedenza si è disputato il programma corto maschile, mentre attualmente è in corso di svolgimento la danza libera.

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