Mao Asada trascina alla vittoria il Giappone nel Japan Open 2013

Mao Asada trascina alla vittoria il Giappone nel Japan Open 2013
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Mao Asada trascina alla vittoria il Giappone nel Japan Open 2013

Nel rispetto dello scontato pronostico della vigilia, il Giappone si è imposto nell'ottava edizione del Japan Open, difendendo il titolo conquistato dodici mesi or sono.

I padroni di casa hanno totalizzato 544,85 ed hanno preceduto di quasi sedici lunghezze la squadra nordaemericana (528,89).  Il team europeo, sostanzialmente tenuto in piedi dal solo Javier Fernandez, ha, invece, chiuso mestamente terzo (477,84).

I primi a scendere sul ghiaccio dell'imponente Super Arena di Saitama, sede dei prossimi Campionati Mondiali, sono stati gli invitati del settore maschile.

Il migliore del lotto è stato lo spagnolo Javier Fernandez (176,91), che fin dal primo salto ha lasciato intendere di essere già in forma olimpica. Il nuovo libero, coreogrfato da Kurt Browning  sulla colonna sonora di Peter Gunn (Henry Mancini) e Harlem Nocturne (Earle Hagen) ha, infatti, ottenuto una meritata standing ovation da parte del pubblico locale. L'allievo di Brian Orser ha aperto il programma presentando quadruplo toeloop, combinazione quadruplo salchow/doppio toeloop e triplo axel. Ancora in forze, ha eseguito nella seconda metà del disco un altro quadruplo salchow, una combinazione triplo lutz/doppio toeloop, un triplo rittberger atterrato con un mezzo step-out, una combinazione triplo flip/rittberger/triplo salchow e a chiudere un triplo salchow. A conti fatti, Fernandez, che sul fronte tecnico ha raccolto la bellezza di 91,35 punti , è riuscito a mettere insieme in un programma di inizio ottobre ben tre quadrupli e sei tripli, impresa che si commenta da sè e la dice lunga sulla piega presa dal pattinaggio maschile nel quadriennio olimpico in corso.

Dietro all'inarrivabile spagnolo, si è piazzato il giapponese Takahiko Kozuka (158,42), che ha dato l'impressione di aver completamente risolto i problemi fisici della passata stagione. La prestazione odierna, infatti, è stata senza dubbio convincente nonostante un passaggio a vuoto sul primo elemento della seconda metà del disco, un axel completamente aperto anzichè la combinazione triplo axel/doppio toeloop pianficata. Il ventiquattrenne di Nagoya ha comunque ben eseguito gli altri elementi di salto iniziando il programma con un buon quadruplo toeloop, seguito da un triplo axel e poi da una combinazione tripo lutz/doppio toeloop/doppio rittberger. Alla fine, si sono contati un quadruplo e sei salti tripli, che rappresentano un bottino più che accettabile in questa fase della stagione. A margine, va ricordato che l'allievo di Nobuo Sato ha riproposto il libero della scorso anno "Introduction and Rondo Capriccioso" di Camille Saint-Saëns, coreografato da Marina Zueva.

Kozuka ha preceduto di stretta misura lo statunitense Jeremy Abbott (157,70), invitato all'ultimo momento per sostituire l'infortunato Kevin Reynolds. Il veterano statunitense, malgrado non avesse preparato al meglio la gara, è riuscito ad esprimersi su livelli superiori rispetto a quelli della scorsa stagione ed ha approfittato dell'occasione per presentare il nuovo programma libero da lui stesso coreografato, con la collaborazione di Yuka Sato, sulla musica dei Muse "Exogenesys". Il dato positivo per il veterano di stanza a Detrot si è rivelato la tenuta atletica che gli ha consentito, in controtendenza con le ultime uscite, di completare ben quattro tripli, axel compreso, nella seconda metà del disco. Resta, invece, un po' di rammarico non tanto per la caduta sul quadruplo toeloop di apertura, quanto per i problemi su un flip, completato solamente doppio, cui è stato attaccato in qualche modo un toeloop singolo.

Chiusa la parte relativa a coloro che si sono ben disimpegnati, è doveroso aprire il capitolo sugli atleti che non hanno rubato l'occhio, nè ci sono andati vicini. L'atteso padrone di casa Daisuke Takahashi (149,12), pur avendo ricevuto valutazioni sulle componenti del programma superiori alla concorrenza, ha pescato una rara giornata in cui il triplo axel non è mai voluto entrare. Il veterano giapponese ha così collezionato due cadute (quadruplo toeloop e triplo axel), un atterraggio con mano in terra di un triplo rittbgerer ed ha completamente aperto il secondo tentativo di triplo axel, completando una sola rotazione. I tanti errori non hanno perciò consentito di apprezzare al meglio il nuovo libero coreografato da Lori Nichol su un medley dei Beatles. A seguire si sono piazzati, il canadese Jeffrey Buttle (127,43), che da atleta in pensione e coreografo di successo quale è diventato, ha fatto il possibile al cospetto di esponenti di vertice del circuito maschile, e il ceco Michal Brezina (125,74), ben lontano dal migliore stato di forma e penalizzato da diverse sbavature tra cui il tentativo di quadruplo salchow andato a vuoto, un atterraggio con mano in terra del secondo triplo axel che sarebbe dovuto essere in combinazione, una caduta rovinosa sull'atterraggio di un triplo lutz ed una combinzione finale aperta da un salchow doppio, anzichè triplo.

 

Anche la gara femminile può essere idealmente divisa in due blocchi. Da un lato, infatti, si pongono tre atlete apparse decisamente in palla e dall'altro coloro che si sono espresse ben al di sotto del rispettivo potenziale.

La protagonista principale è stata la beniamina locale Mao Asada (135,16), assai brillante fin dalle prime sessioni di allenamento. L'allieva di Nobuo Sato, oltre ad essersi tolta la soddisfazione di avere nettamente battutto due degli uomini in gara (a tal proposito, è doveroso ricordare che nel settore maschile è previsto un elemento di salto in più), ha dimostrato di trovarsi da subito a suo agio nel nuovo libero coreografato dallo staff di Tatiana Tarasova su musica di Rachmaninov (Concerto per pianoforte e orchestra n.2). L'allieva di Nobuo Sato ha tentato sei salti tripli, compresi un discreto triplo axel da esaminare con attenzione per via dell'atterraggio su due piedi, un lutz non preso da un filo propriamente esterno e un salchow completato con mani in terra. Rispetto all'idea originale, è di certa mancata la combinazione doppio axel/triplo toeloop in quanto il toeloop è stato completato solamente doppio, ma al di là dei particolari la performance è stato positiva ed ha trovato enorme consenso tra il pubblico. Peraltro, Mao Asada, penultima a scendere sul ghiaccio, ha di fatto regalato il successo alla compagine giapponese in quanto dopo di lei è stato il turno della seconda atleta europea, che ha pattinato a classifica ormai definita.

Il posto d'onore è andato ad una superlativa Joannie Rochette (123,99), capace, nonostante l'annunciato pensionamento dall'agonismo, di sfoderare una delle prestazioni migliori della carriera sulle note di "Notre-Dame de Paris" di Riccardo Cocciante. La veterana canadese si è concessa il lusso di completare in maniera esemplare ben sei salti tripli, compresa una combinazione triplo toeloop/rittberger semplice/triplo salchow strappa applausi. L'unico peccato veniale è stato un axel completato singolo, ma nulla che abbia fatto venire meno il rimpianto di non poterla ammirare nei prossimi Giochi Olimpici.

Supportata dalla solita grinta da combattente, la statunitense Ashley Wagner (119,77) ha fatto segnare il terzo punteggio. La ventiduenne di stanza in California ha proposto un ambizioso programma con ben sette salti tripli tentati, compresa una combinazione triplo flip/triplo toeloop dalla rotazione molto più che sospetta e un lutz preso da un filo interno. Tuttavia, rispetto alle avversarie che l'hanno preceduta, ha pagato dazio in maniera importante sul totale delle componenti del programma. Nell'occasione, l'allieva del navigato John Nicks, coadiuvato dalla passata primavera da Rafael Arutyunyan, ha presentato il nuovo libero coreografato da David Wilson sul Romeo e Giulietta, versione Rachmaninov.

Nel novero delle delusioni, figurano, invece, la giovane russa Adelina Sotnikova (105,95) e la giapponese Kanako Murakami (102,15), entrambe alle prese con atterraggi incerti e qualche rotazione al limite. In particolare, la padrona di casa è stata abbandonata dal triplo rittberger, mai completato, oltre ad aver evidenziato una condizione atletica approssimativa.

Come da copione, l'ultimo posto in classifica è toccato all'ex atleta russa Irina Slutskaja (69.24), ritiratasi ormai dall'agonismo oltre sette anni fa. La pluri-campionessa europea e mondiale ha collezionato due cadute su tentativi di triplo flip e triplo rittberger, completando a seguire solamente salti doppi.
 

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Javier FERNANDEZ - Japan Open 2013 - free program

icechannel2011, Sabato 5 Ottobre 2013

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