Giorgia Collomb: "Mi piacciono la sfida e l’adrenalina. Partire con pettorali alti mi stimola, ma cercherò di abbassarli"

Giorgia Collomb: 'Mi piacciono la sfida e l’adrenalina. Partire con pettorali alti mi stimola, ma cercherò di abbassarli'
Info foto

Pentaphoto

Sci AlpinoINTERVISTA

Giorgia Collomb: "Mi piacciono la sfida e l’adrenalina. Partire con pettorali alti mi stimola, ma cercherò di abbassarli"

Giorgia Collomb, rivelazione della squadra azzurra di slalom e gigante, racconta a NEVEITALIA i suoi primi risultati in Coppa del Mondo, il suo percorso agonistico, il rapporto stretto con Federica Brignone e le sfide in passato con Lara Colturi.

Ha carattere, grinta e testa. Giorgia Collomb ha solo 18 anni, è alla sua prima stagione di Coppa del Mondo,  eppure ha conquistato il pubblico italiano dello sci per il suo atteggiamento in gara già dopo l’uscita all’ultima porta nello slalom di Gurgl. Quello stesso atteggiamento che ha messo in pista anche nello slalom e nel gigante di Killington dove ha colto i primi punti in Coppa del Mondo qualificandosi rispettivamente al 16esimo e al 19esimo posto seppur partita con pettorali alti (numero 59 e numero 54 ndr).
In particolare, nella gara tra i pali stretti della trasferta americana, Giorgia Collomb ha recuperato ben 10 posizioni nella seconda manche tagliando il traguardo con la luce verde. Una grande gioia che le ha permesso di godersi per qualche istante l’angolo delle leader, quel posto dove ha sempre sognato di sedersi sin da quando era bambina e vedeva le gare in tv.

Come ti sei avvicinata allo sci?
Sono cresciuta a La Thuile, ho iniziato a sciare sulle nevi di casa con mio padre che mi faceva da allenatore. Ho cominciato a fare le gare in categoria “baby” e ancora adesso i rapporti con gli allenatori dello Sci Club La Thuile sono stretti. Il primo anno di gare Fis l’ho passato con il comitato Asiva e nella stagione 2023/2024 mi hanno subito inserita nel gruppo di Coppa Europa. Per me è stato molto emozionante, sinceramente non mi sarei aspettata un percorso del genere. Da quest’anno sono nel gruppo di Coppa del Mondo di gigante e slalom. È molto bello, oggi ripenso a quella bambina che era felice, si divertiva e che il weekend andava a fare i salti con i suoi amici.

Hai debuttato in Coppa del Mondo giovanissima, all’età di 18 anni…
Sì, è già un bel traguardo, sono contenta. È un percorso, è un continuo salire e scendere, tutto serve per l’esperienza, per crescere. Questa giovane età mi aiuta, ma mi hanno sempre detto che l’esperienza non la si può comprare quindi sono contenta di poterne fare ogni giorno. Sono sempre stata tanto grintosa, sin da bambina, soprattutto nello sci, ma anche in altri sport. Sono fatta cosi, mi piace la sfida, ma in particolare mi piace l’adrenalina, mi piace mettercela tutta, arrivare giù in fondo e dire che ho dato tutto quello che avevo.

Hai già conquistato i primi punti in Coppa del Mondo sia in slalom che in gigante, ti aspettavi questi risultati prima di iniziare la stagione?
No, in realtà non me l’aspettavo.  Ero consapevole che stavo lavorando bene con la squadra, ci tiriamo molto a vicenda, quindi c’è la possibilità di crescere. Però sinceramente non mi aspettavo questi risultati anche perché non è mai facile. È stato bello perché quando sono arrivata in Coppa del Mondo era tutto nuovo per me, infatti a Soelden forse ero un po’ spaesata. Dalle gare dopo ho capito bene un po’ il meccanismo, a Killington mi sono detta che mi dovevo divertire. E quindi da lì ho iniziato un po’ a cambiare atteggiamento, anzi già da Gurgl dopo la caduta all’ultima porta.

Che effetto ti ha fatto vedere la luce verde al traguardo nello slalom di Killington?
È stato bello, ero contenta perché sentivo di aver fatto una bella manche, anche se un po' meno nella parte finale, ma mi sentivo bene. Quando ho visto la luce verde ho pensato che finalmente potevo sedermi nel corner dove si siedono le big. Quando guardavo le gare mi chiedevo sempre che effetto facesse stare lì seduti dove si mettono gli atleti e le atlete che mi piacciono.

Nello slalom di Killington sei anche stata la migliore delle azzurre
Si, Martina Peterlini stava andando bene ma è uscita alle ultime due porte. Le gare di Coppa del Mondo, non solo lo slalom, sono dure e per delle piccolezze si può sbagliare o arrivare davanti di tante posizioni. Ogni gara è una storia a sé. Sono sicuramente molto contenta di Killington.

Con pettorali più bassi potremmo vedere gare ancora più belle…
Si, l’obiettivo è quello di abbassare il pettorale, anche se in realtà mi stimola partire con numeri alti. Per esempio a Gurgl ho visto Beatrice Sola che nella prima manche è riuscita a entrare nelle 30 con il pettorale 38. Ero così contenta per lei che mi sono detta che si poteva fare, mi sono gasata. Mi piace provarci sempre anche se il pettorale è alto, però certo adesso l’obiettivo è abbassarlo. Un passo alla volta. Con lo staff abbiamo deciso di fare anche gare di Coppa Europa sia perché ho bisogno di fare esperienza e sia per cercare di abbassare i punti Fis, mentre in Coppa del Mondo cercherò di fare qualche altro punticino.

Quale disciplina ti si addice di più tra slalom e gigante?
È una bella domanda, non saprei rispondere. Fino all’anno scorso era il gigante, ho avuto una stagione un po’ difficile in slalom, non riuscivo a sbloccarmi, ad uscirne e a dare quel qualcosina in più. Quest’anno invece mi sono allenata un po’ di più in slalom e sono arrivata a Levi che avevo fatto un po’ di giorni di allenamento, quindi ho trovato di nuovo fiducia in questa disciplina e sono partita bene. Mi diverte sia lo slalom che il gigante, non saprei dire qual è la mia disciplina.

In passato ti sei sfidata spesso con Lara Colturi, anche lei giovane atleta di Coppa del Mondo come te. Che rapporto c’è tra di voi?
Siamo amiche, è una brava ragazza, abbiamo fatto un sacco di gare insieme prima di passare alla categoria Fis. Quando eravamo “children” ci siamo stimolate molto a vicenda, tutte e due volevamo sempre dare di più. Ora siamo cresciute, abbiamo fatto un percorso diverso, per tornare in sfida con lei adesso ci vorrà un pochino di tempo.

C’è un’atleta in Coppa del Mondo a cui ti ispiri?
Federica Brignone che tra l’altro è la mia vicina di casa. È sempre stata il mio idolo da bambina. Ero a Soelden quando ha vinto per la prima volta in Coppa del Mondo nel 2015 e mi ricordo che mi ha dato la sua bottiglia della vittoria. Da bambina l’ho sempre adorata, mi piaceva come ragazza e soprattutto come atleta. Adesso essere in squadra con lei è una cosa molto bella, mi dà consigli, mi aiuta, è più grande, ha un’esperienza che in pochi hanno mi aiuta anche a crescere.

Visto il buon inizio di stagione, ci pensi ai Mondiali di Saalbach?
I Mondiali sono un evento secco. Non ci penso più di tanto, sarebbe bello andarci ma se non sarà quest’anno sarà tra due stagioni. Io voglio pensare a fare le mie giornate, una gara alla volta, una curva alla volta. Pensare ai Mondiali è un po’ prematuro, quando sarà il momento gli allenatori prenderanno le loro decisioni.

Che obiettivi hai per questa tua prima stagione in Coppa del Mondo?
I miei obiettivi sono già cambiati dalla prima gara di stagione. Punto a dare sempre il meglio e a ogni gara cercherò di fare qualcosina in più. Più che degli obiettivi di gara, mi pongo degli obiettivi tecnici. Gli obiettivi per le gare arriveranno più in là perché è un continuo cambiamento.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
5
Consensi sui social

Più letti in scialpino