Parla Breezy Johnson: "Ho commesso un errore umano, ma non sono mai risultata positiva. Penso a Beaver Creek"

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Parla Breezy Johnson: "Ho commesso un errore umano, ma non sono mai risultata positiva. Penso a Beaver Creek"

La discesista statunitense si esprime sul caso che l'ha vista squalificata per 14 mesi in violazione del codice antidoping, avendo saltato tre controlli nell'arco di 12 mesi. Potrà tornare per la prima tappa di velocità della prossima CdM, ma ci tiene a chiarire di essere stata testata "almeno dieci volte in un anno e mezzo e lavoro con l'Usada per migliorare il sistema di localizzazione visto quanto mi è accaduto".

Breezy Johnson ha voluto dire la sua, dopo la notizia emersa nelle scorse ore, in seguito all'ufficialità da parte dell'agenzia antidoping statunitense, l'USADA, sulla squalifica di 14 mesi comminata dalla stessa alla velocista classe 1996.

Tre i controlli saltati nell'arco di 12 mesi (da ottobre 2022 a ottobre 2023), ecco quindi scattare lo stop che non impedirà comunque alla specialista dell'Idaho di poter tornare a gareggiare pochi giorni dopo la scadenza della sanzione (che decorre dalla data dell'ultimo “Whereabouts” mancato, con data 10 ottobre dello scorso anno), in occasione della prima discesa e del primo super-g della prossima Coppa del Mondo, proprio negli States con lo storico debutto delle ragazze sulla “Birds of Prey” di Beaver Creek (14-15 dicembre).

Johnson, che si era di fatto auto sospesa per collaborare all'indagine avviata dall'USADA, saltando così la stagione 2023/24, ha voluto “chiarire che questa situazione non è una positività del test antidoping ma, come dice il nome stesso, un problema legato alla mancata reperibilità per i controlli.

Sono stata testata molte volte nell'ultimo anno e mezzo, credo più di dieci volte tra WADA (l'agenzia antidoping a livello mondiale) e USADA (quella statunitense, appunto). Tutti i miei test sono risultati puliti: mi scuso con i miei tifosi per averli delusi e per non aver potuto correre la scorsa stagione ma, pur facendo del mio meglio, sono un essere umano e ho commesso un errore e ne sto pagando le conseguenze.

Lavoro con l'USADA da mesi, fin da prima del mio terzo test mancato, per cercare di migliorare il loro sistema di localizzazione in modo che gli atleti possano essere trovati più facilmente per i test senza preavviso. Ho ricevuto decine di mail e diverse telefonate per fare sì che gli atleti non saltino affatto alcun test, è quello che tutti noi desideriamo. Potrò tornare a competere per la prima tappa di velocità a Beaver Creek, non vedo l'ora di lavorare il più duramente possibile per rendere orgogliosi tutti i fans la prossima stagione”.

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