Sofia a 360° dopo la sua coppa bis: "E' stato un azzardo ponderato, ho avuto un recupero impressionante"

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Sofia a 360° dopo la sua coppa bis: "E' stato un azzardo ponderato, ho avuto un recupero impressionante"

Goggia e il suo rientro a Lenzerheide raccontato nei dettagli: "Ero pronta eccome per gareggiare, ora riposerò prima di poter fare venti giorni di test. Devo migliorare su tanti aspetti, dalla scorrevolezza ai salti".

Un recupero che lei stessa ha definito “impressionante”, per presentarsi al cancelletto di partenza di quella discesa che doveva risultare decisiva per la difesa di una Coppa del Mondo di specialità che aveva dominato.

Oggi Sofia Goggia ha festeggiato a Lenzerheide la sua seconda sfera di cristallo, pur senza scendere in pista con la cancellazione di quell'ultimo appuntamento che la fuoriclasse bergamasca si era regalata a soli 45 giorni dalla frattura al piatto tibiale laterale del ginocchio destro rimediata a Garmisch. E attenzione, perchè la campionessa olimpica ci ha tenuto a ribadire, parlando nel primo pomeriggio in una conferenza online con i media italiani, che lei sulla “Beltrametti” se la sarebbe giocata eccome, “visto che ho gareggiato in condizioni ben peggiori rispetto a come sto ora”.

Non disputerà ovviamente il super-g di giovedì e neppure il gigante di domenica (“tornerò per festeggiare la coppa della Bassino”), potendo ora mettersi sotto per un pieno recupero dopo aver ottenuto il suo obiettivo. “Quando mi metto in gioco, anche se non al top della forma, significa che posso fare gran belle cose – ha spiegato Goggia – Quando ho vinto l'oro olimpico, avevo un male alle ginocchia da faticare a fare le scale...

Credo non ci siano dubbi su quale ragazza meritasse questa coppa per il rendimento stagionale: ricordo che 3 anni fa ad Are c'era il rischio cancellazione, ma dentro di me dissi che preferivo giocarmela fino in fondo e arrivare anche seconda, piuttosto che vincerla a tavolino (ci riuscì chiudendo 2^ nella discesa finale dietro a Lindsey Vonn, battuta per 3 punti), ma in questo caso il discorso è diverso visto che, pur saltando due gare, ero comunque a +70 sulla seconda.

E' stato un recupero azzardato? No, lo definirei un azzardo ponderato, non mi piace l'idea che sia apparso come un folle tentativo. Quando ho capito che avrei potuto rivincere la coppa? Dopo la seconda discesa in Val d'Isère, quando vinsi sciando all'80%”.

Sofia considera questa coppa una sorta di risarcimento per il Mondiale di Cortina perso in quel modo? Nì... “La crudeltà di quell'infortunio è stata tanta, ho avuto molti momenti difficili nei primi venti giorni, un vero e proprio limbo nel quale ho vissuto. Penso altresì che il destino mi abbia aiutata per la caparbietà che ho messo in campo per presentarmi al via qui a Lenzerheide, perchè non era facile mettere assieme i tempi di recupero, i carichi da gestire e le terapie. Ci siamo riusciti con le persone giuste al fianco, e pensare che gli stessi allenatori che mi hanno vista arrivare a Livigno, non pensavano di trovarmi in condizioni così buone.

Ho avuto un recupero impressionante, ma chi mi conosce bene sa che non è una cosa così strana”.

Goggia ha accorciato i tempi di una ventina di giorni, dandosi così la possibilità di gestire meglio questa post season che è tanto importante pensando già al 2021/22. “Riposerò questa settimana, poi mi attendono una decina di giorni di ri-atletizzazione per dare al ginocchio l'elasticità necessaria, per poi tornare sugli sci con un camp di una ventina di giorni dopo Pasqua e sino a fine aprile, se ci sarà permesso. Su cosa lavoreremo? Ho patito tanto sui piani, basti pensare a quanto perdevo nelle gare in Val d'Isère, quindi dovrò concentrarmi sulla scorrevolezza e mi piacerebbe fare un lavoro sui salti, perchè lì sono ancora carente.

Il tutto unito alle specifiche sui materiali, visto che in super-g non ho trovato ancora il set-up ideale come invece tra discesa e gigante, dove l'equilibrio è stato davvero perfetto”. Se si parla di materiali, ecco che entra in ballo lo skiman Barnaba Greppi, bergamasco come Sofia che, dalla scorsa primavera, ha cominciato a lavorare con la fuoriclasse azzurra. “E' stata una bellissima scoperta – racconta lei stessa – Dopo aver chiuso un cerchio con Brunelli, al quale sarò sempre riconoscente e che ha deciso di lasciare l'agonismo, è nata questa possibilità di lavorare con “Babi”, che ricordo da quando 12 anni fa prendevo un paio di sci da Lara (Gut-Behrami, ndr), che lavorava già con lui.

Interagire con lui è speciale, inoltre ha dato una ventata di leggerezza alla squadra. Dal mio infortunio, era mancato un po' a tutte”.

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