Vlhova a cuore aperto al "Corriere della Sera": "Magoni la mia svolta, Brignone la più completa"

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Sci Alpinol'intervista

Vlhova a cuore aperto al "Corriere della Sera": "Magoni la mia svolta, Brignone la più completa"

La leader di coppa ha concesso una bella intervista a Flavio Vanetti. "Fede ha meritato la sfera di cristallo, ma è il passato e penso solo a vincere".

E' difficile entrare nel cuore di Petra Vlhova, ma sulle colonne del “Corriere della Sera” si può scoprire qualcosa di più sui segreti della numero 1 di coppa, vincitrice quattro volte in stagione e ora chiamata a difendere il primato nelle gare veloci di St. Anton. La campionessa del mondo di gigante ha rilasciato un'intervista in esclusiva al collega Flavio Vanetti, partendo dalle sue origini e da come sia arrivata a giocarsi la sfera di cristallo, già nella passata stagione, con un lavoro durissimo alle spalle e un team in buona parte italiano che risulta determinante nella sua crescita. “Non mi aspettavo di farcela in breve tempo e a un livello tanto alto, ma la svolta è stata aver scelto Livio Magoni come coach – le parole di Vlhova – Dopo tre mesi mi era già tutto chiaro, Livio è certamente un duro ma ha ragione lui, perchè emerge solo chi si impegna più del normale.

Lui stesso mi ha trasmesso il concetto di cross training, perchè fare qualcosa di differente aiuta proprio nella tua disciplina; mio fratello Boris mi ha avviata al motocross, che migliora l'equilibrio. Come faceva Hirscher e ora lo stesso Kristoffersen (o l'azzurro Luca De Aliprandini, giusto per citare un altro caso, ndr). Alleno il mio corpo in tanti modi, dal ciclismo al tennis, dal kayak alle arrampicate. E suono pure la batteria con un italiano (per coordinare mani e piedi), Paolo Jack Alemanno”.

Petra indica in Janica Kostelic “la mia eroina d'infanzia, quando l'ho conosciuta aveva già smesso, ma ho ricevuto consigli e la situazione del mio team è simile a quella che aveva lei, ovvero una piccola squadra. E va benissimo così, perchè tutto è pensato per la mia crescita”.

Il passaggio dalle discipline tecniche a quelle veloci? “Come schiacciare un interruttore, non mi risulta difficile. Ho la forza mentale per farlo, ma lo svantaggio è quello di fare meno allenamenti mirati”.

E se le vecchie polemiche con Shiffrin sembrano messe da parte (“tutto a posto, non torno sulla vicenda”), la slovacca ha parlato nell'intervista anche dello spionaggio nel mondo dello sci (“rubano perfino il materiale per studiarne i segreti, ma tutti possono spiare tutti”), di escludere categoricamente di posare per un calendario come fatto in passato, ad esempio, da Julia Mancuso e Anna Veith, e indica in Federica Brignone un modello. “Se mi chiedete delle tre italiane, dico che Fede è la più completa e non voglio trovare scuse per il finale della scorsa Coppa del Mondo. Le farei un torto, rifiuto i concetti di fortuna o sfortuna per le gare cancellate, ha meritato facendo più punti di tutte.

E' il passato, comunque, e io sono qui per vincere ora”.

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