Hirscher, un anno dopo l'addio del mito: ora c'è più spazio per tutti, ma il suo spettacolo manca

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Sci Alpinola storia di un mito

Hirscher, un anno dopo l'addio del mito: ora c'è più spazio per tutti, ma il suo spettacolo manca

Il 4 settembre 2019, Marcel annunciava l'addio allo sci dopo aver scritto la storia con 8 Coppe del Mondo consecutive. Un record irraggiungibile per chiunque.

Un anno dopo l'addio di un mito, colui che pur chiudendo la carriera a “soli” 30 anni (anche se non è certo l'unico caso nel mondo dello sci, specialmente nella storia recente), ha firmato record su record e un primato, quello delle otto sfere di cristallo assolute, e in maniera consecutiva, che rimarrà scolpito in eterno.

Era un mercoledì sera, poco dopo le ore 20.00 di quel 4 settembre 2019 in cui, al centro Gusswerk di Salisburgo, Marcel Hirscher annunciava in diretta tv l'addio allo sci e all'agonismo, oltre 12 anni dopo il suo esordio in Coppa del Mondo, quasi 10 dalla sua prima vittoria nel gigante in Val d'Isère. Ha lasciato da vincente assoluto, come solo i grandi campioni hanno saputo fare: forse con la paura di non poter tenere ancora per lungo tempo quel livello straordinario mostrato per quasi un decennio, forse perchè da vincere, oggettivamente, non c'era rimasto più nulla, o forse perchè le priorità erano diventate altre, con la nascita del piccolo di famiglia e la moglie Laura a reclamare una vita diversa, lontana dai riflettori che impedivano a Marcel anche solo di bere un caffè fuori casa.

Non è un caso se, da quel giorno dell'annuncio, Hirscher si sia defilato rilasciando pochissime interviste e non apparendo in pubblico (ad eccezione di un progetto con ORF per un programma tv sulle vacanze in Austria), divertendosi con la sua moto da cross (assieme all'amico e campione Matthias Walkner) e non pensando mai realmente al ritorno in pista, come si è provato ad ipotizzare da più parti in casa Austria, considerando pure la crisi che ha chiaramente colpito l'intero Wunderteam nella prima stagione post era Hirscher.

C'è chi ha parlato di gare più divertenti senza il fuoriclasse salisburghese, certamente più aperte e ricche di sorprese, chi di livello più basso considerato l'equilibrio che ha regnato sovrano con tante sorprese e un vincitore della Coppa del Mondo che ha portato a casa la sfera di cristallo con un solo successo di tappa. Quel che è certo, Marcel Hirscher ha portato tutti gli avversari ad innalzare il livello, Pinturault e Kristoffersen in primis, tanto che gli stessi atleti del circo bianco hanno definito l'era del classe '89 di Annaberg come quella che “ci ha portato in un'altra dimensione”.

Le vittorie più belle di Hirscher, lasciando da parte il gigante di Garmisch 2015 vinto con 3”28 di vantaggio sul primo inseguitore, le sei perle consecutive sulla Gran Risa e... tutto il resto, sono state forse proprio quelle delle ultime due stagioni anche perchè condite da numeri fuori dal comune, come quelli di Campiglio (slalom) e Adelboden (in gigante) rialzandosi praticamente da terra, quelli che sanno incendiare il cuore degli appassionati, nonostante la freddezza e gli occhi di ghiacciaio del “G.O.A.T.”.

Si è ritirato troppo presto? Forse, ma con la consapevolezza che avrebbe lasciato un segno indelebile nella storia dello sport mondiale. Perchè l'era di Marcel Hirscher, numeri alla mano, non sarà replicabile per tanto, tanto tempo...

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