Sesto appuntamento per analizzare, disciplina per disciplina, la prossima stagione del circo bianco con il nostro "5+5".
Con il ritiro di Marcel Hirscher, lo squarcio più grande si apre proprio in una specialità come il gigante maschile, in cui la Coppa del Mondo era finita nelle mani del fuoriclasse salisburghese negli ultimi cinque anni.
Nell'ultimo decennio, sei sfere di cristallo sono andate a Hirscher, quattro a Ligety (che vinse la sua prima nel 2008), ergo l'ultima a vincere che non fosse uno dei due è risultato Benjamin Raich nel 2009. Considerando che la parabola del cow-boy statunitense è discendente da tempo, anche se il tri-iridato di specialità ha deciso di continuare almeno per un altro anno, dovremmo assistere ad un erede e le possibilità che esca dal duello tra Henrik Kristoffersen e Alexis Pinturault sono parecchio alte. Anche se c'è un Marco Odermatt che ora fa paura a tutti.
Giovedì sera, settima puntata con lo slalom femminile.
LA SVIZZERA DI MEZZO
1.Henrik Kristoffersen: sesto nel 2015, poi terzo, quinto, secondo e di nuovo in piazza d'onore nella scorsa stagione, sempre alle spalle di Marcel Hirscher. E' lo score di Henrik Kristoffersen nella classifica di specialità tra le porte larghe, ma la crescita dimostrata negli ultimi 12 mesi dal 25enne norvegese è stata evidente, tanto che l'ha portato al titolo mondiale e, proprio dopo il colpaccio di Are, ad ottenere una dietro l'altra le sue prime vittorie in gigante in gare di Coppa del Mondo, tra Bansko e Kranjska Gora, a distanza di quasi 4 anni dall'unico sigillo che firmò nelle finali di Meribel 2015.
Senza la sua bestia nera che l'ha costretto a otto secondi posti, Henrik ha il potenziale per diventare il riferimento in questa specialità, forse ancor più che in slalom dove Noel (ma non solo il francesino) l'ha piegato più volte.
2.Alexis Pinturault: non ha mai vinto una coppa di disciplina, se escludiamo quelle di combinate con un paio di gare a stagione, e seppur l'obiettivo del savoiardo sia direttamente la sfera di cristallo generale, partire dal gigante stando davanti a tutti sarebbe fondamentale anche in ottica “coppone”.
Con il ritiro di Fanara e la crisi di Faivre (nonché un calo delle prestazioni di Muffat-Jeandet), è il riferimento assoluto di una Francia che si aggrappa a lui; con 11 successi in specialità, è il secondo in attività alle spalle di Ligety ed è impressionante la sua continuità negli ultimi otto anni. Dal 2012, quando concluse al 4° posto, è poi sempre salito sul podio nella classifica di gigante, con cinque terzi posti e due secondi (nel 2015 e 2016, manco a dirlo dietro a Hirscher). Ha vinto l'ultimo gigante disputato, dominando sulle nevi di Soldeu, ed è pronto a prendersi tutto. Kristoffersen permettendo...
3.Marco Odermatt: è l'uomo che può far saltare il banco, se pensiamo che al primo vero anno in Coppa del Mondo ha ottenuto i suoi primi podi proprio nei due giganti conclusivi, con il 3° posto di Kranjska Gora e il 2° di Soldeu, piazzandosi ottavo nella graduatoria finale con 245 punti. E' già entrato in primo gruppo e, a 22 anni compiuti lo scorso 8 ottobre, sembra già pronto a battere tutti in questa specialità: si era capito che avesse dentro qualcosa di speciale quando, col pettorale 27, nella 1^ manche sulla Gran Risa si è piazzato al 3° posto, deragliando poi nella run decisiva. Di lui un certo Marcel Hirscher ha detto: “E' l'uomo del futuro, vincerà tutto”. Fate un po' voi...
4.Zan Kranjec: si è costruito col tempo e, a 26 anni, è una certezza del gigante mondiale. La prima vittoria è arrivata lo scorso dicembre a Saalbach-Hinterglemm, al termine di una gara un po' pazza ma che meritò pienamente, poi è salito sul podio anche a Soldeu, col 3° posto, e ha terminato quarto nella classifica di specialità dopo il sesto del 2017/18.
E' migliorato molto anche in slalom, a conferma di una maturità psico-fisica raggiunta che ci fa pensare come sia uomo da podio praticamente ad ogni gara. A partire da Soelden.
5.Loic Meillard: se gli infortuni ne hanno rallentato la crescita, la classe non è mai stata in discussione e in compagnia di Odermatt e del rientrante Murisier forma un trio dalle prospettive straordinarie per la Svizzera.
E' vero, è un po' calato nella seconda parte della scorsa stagione, quella che l'ha visto conquistare a dicembre i suoi primi podi in Coppa del Mondo, tra l'altro nel giro di 24 ore a Saalbach-Hinterglemm, con due secondi posti in gigante e slalom che dicono tutto della sua completezza.
Nono nella coppa di gigante 2017/18, quinto lo scorso anno, si è pure piazzato 4° nella gara mondiale di Are con una grande 2^ manche. La prima vittoria è solo questione di tempo.
GLI ALTRI UOMINI DA PODIO
Stefan Luitz è stato uno degli uomini più discussi della scorsa stagione: la prima vittoria della carriera, ottenuta a Beaver Creek davanti a Hirscher, gli fu tolta per il “caso dell'ossigeno”, poi restituita a pochi giorni dalla conclusione di un'annata già terminata per il gigantista tedesco, a causa dell'ennesimo infortunio al ginocchio patito nella gara iridata di Are (dopo la lussazione alla spalla subita poche settimane prima ad Adelboden).
L'estate è stata comunque positiva sul piano del recupero, del quale ormai Luitz è uno specialista, quindi bisogna attenderselo là davanti perchè parliamo di un ragazzo che, nonostante almeno tre stop pesantissimi, è sempre stato un uomo pericolosissimo in vari contesti di gara.
Matts Olsson aveva palesato propositi di ritiro, poi rientrati, a soli 30 anni e al termine di una stagione tra le più positive della sua carriera, con il 6° posto finale in specialità (dopo il 5° del 2017/18 e l'8° dell'anno precedente): è un regolarista che difficilmente può mettere paura con costanza ai grandi, ma lo scorso dicembre in Val d'Isere ha ritrovato il podio (3° posto) ad un anno di distanza dalla sua prima e unica vittoria in Coppa, arrivata nel gigante parallelo in Alta Badia.
Un po' a sorpresa, anche se il talento non è mai stato in discussione, a 30 anni partirà in primo gruppo a Soelden (grazie ai ritiri di Hirscher e Fanara) un nome come quello di Tommy Ford, che di podi in CdM non ne ha mai ottenuti, ma lo scorso anno ha vissuto la stagione più bella, piazzandosi tra il 5° e il 6° posto in tre classicissime quali Val d'Isere, Alta Badia e Adelboden.
Ha concluso solo 14° in classifica, dopo il 4° della stagione precedente, un Manuel Feller reduce da un periodo difficile in gigante, ma con un potenziale sotto gli occhi di tutti anche se, l'attesissimo primo podio in Coppa del Mondo, sinora è arrivato solo in slalom con il 2° posto di Wengen.
Infine Luca De Aliprandini: a livello di risultato finale nella graduatoria di specialità, è vero che ha sinora raccolto solo un 11°, un 16° e un 15° posto finale nelle ultime tre stagioni, e parliamo di un ragazzo che a 29 anni è considerato il miglior uomo della squadra di Saracco per assaltare un podio che agli azzurri manca da quel 3° posto di Florian Eisath sulla Gran Risa, nel dicembre 2016.
Il miglior piazzamento del trentino rimane il 4° di Adelboden 2018, mentre lo scorso anno è stata un'altalena continua (come nel finale della stagione 2017/18, tra quella grande 1^ manche olimpica e gli “zero” delle ultime gare), con il miglior tempo nella 2^ manche in Alta Badia e relativo 7° posto finale, bissato a Soldeu con una prestazione che dà fiducia per pensare di poter vedere De Aliprandini costantemente in top 10. Come minimo, visto che lo spazio per emergere tra i migliori al mondo nella specialità c'è, eccome.
BOLLETTINO NEVE
LOCALITÀ | I.APERTI | H. Min/Max |
---|---|---|
Racines Giovo | 6/9 | 5-46 cm |
Klausberg | 5/11 | 47-191 cm |
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