I primi 40 anni del "Razzo": "Emanuele ci ha cambiato la vita, per fare l'allenatore ci sarà tempo"

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I primi 40 anni del "Razzo": "Emanuele ci ha cambiato la vita, per fare l'allenatore ci sarà tempo"

Giuliano Razzoli ha festeggiato ieri un compleanno speciale, 24 ore prima dell'emiliano che riscrisse la storia, Alberto Tomba. Alla Gazzetta di Reggio, il campione olimpico 2010 ha raccontato del suo addio al termine della scorsa stagione, degli sci rimessi ai piedi dopo 9 mesi solo nei giorni scorsi a Campiglio in vista della notte della 3Tre (dove farà l'apripista), del bambino arrivato in famiglia, la sua attività e... tanto altro.

Oggi Alberto Tomba ha spento 58 candeline, nella giornata di ieri era stato il turno di Giuliano Razzoli, 24 ore prima ancora aveva compiuto 40 anni, proprio come lo slalomista di Villa Minozzo, Christof Innerhofer impegnato nelle prove in Val Gardena.

Il “Razzo” ha parlato di questa ricorrenza speciale al collega Giuseppe Galli, sulle colonne della “Gazzetta di Reggio”, raccontando che solo nei giorni scorsi, poche ore prima di presentarsi a Trento per l’ultima tappa del “3Tre on Tour”, ha rimesso gli sci ai piedi a 9 mesi dall’ultima gara disputata ad Aspen (il 3 marzo, ndr), proprio sul Canalone Miramonti di Madonna di Campiglio per “assaggiare” la neve che lo vedrà protagonista dello slalom della 3Tre, il prossimo 8 gennaio, in qualità di apripista.

“Sono andato alla partenza e mi sembrava che fosse passato un secondo dall’ultima gara della carriera. La nostalgia ci sta, soprattutto quando ti trovi su una pista come quella”, ha spiegato il campione olimpico dello slalom di Vancouver 2010.

La sua vita però è davvero pienissima e in particolare, la scorsa primavera (prima di annunciare ufficialmente l’addio a maggio, ma la decisione era già stata presa per salutare tutti a Kranjska Gora, gara poi cancellata) è nato il piccolo Emanuele, che ha stravolto l’esistenza di Giuliano e della moglie Elisa: “Vederlo nascere e crescere, giorno dopo giorno, è un’emozione incredibile. Emanuele ha cambiato la nostra vita e ora tutte le attenzioni sono rivolte a lui e la nostra casa è ormai piena delle sue cose.

Se devo essere sincero, molti dei trofei vinti in trent’anni di gare sono in solaio, tutti dai miei genitori. A casa mia praticamente non ce ne sono, ora non c’è proprio posto”.

Tra eventi e cerimonie, in particolare legate al suo ruolo di imprenditore, visto che Giuliano ha avviato l’Acetaia Razzoli assieme alla famiglia, l’ex slalomista azzurro non sta davvero mai fermo. “Quando mi allenavo ed ero impegnato con le gare, ho dovuto dirne tanti, troppi, di no. Così oggi, quando è possibile e mi chiamano, cerco sempre di dare una mano, di essere presente, sia come sportivo sia come presidente del Consorzio di tutela dell’aceto balsamico di Reggio Emilia Dop. Lo faccio per gli amici e per il nostro territorio, che ha bisogno di iniziative che lo tengano vivo”.

Un futuro da allenatore per il Razzo? A quanto pare, almeno per ora, non ci pensa: “Credo che non sia ancora il momento, sarebbe un impegno importante e si è sempre in trasferta, come quando sei un atleta. Ho appena smesso e attualmente le priorità sono altre. L’Acetaia è un sogno che si è avverato: abbiamo fatto tutto qui, nella vecchia casa in pietra dove mio nonno realizzò la prima batteria di aceto balsamico. Oggi produciamo un aceto balsamico tradizionale prelevato da 56 batterie certificate da cui, ogni anno, vengono estratte poche decine di litri, per mantenerne e preservarne l’eccellenza qualitativa.

Siamo una piccola realtà, ma va bene così: facciamo visite su appuntamento, mentre in estate il territorio è più frequentato e arriva gente da ogni parte, anche se siamo un po’ fuori zona. Come consorzio, invece, abbiamo 60 associati, ovviamente tutti reggiani, che producono un aceto balsamico di altissima qualità: bisogna promuoverlo e farlo conoscere in tutto il mondo e le iniziative, in questo senso, non mancano”.

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