Il settore maschile in crisi e la riflessione di De Aliprandini: "Siamo gli unici a non avere le squadre a maggio"

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Il settore maschile in crisi e la riflessione di De Aliprandini: "Siamo gli unici a non avere le squadre a maggio"

Due sole vittorie in stagione grazie a Paris, nessuna coppa e medaglia olimpica, il cambio alla guida tecnica dello slalom e il punto di riferimento del gigante che, dopo la gara finale di Méribel, ha parlato chiaro...

E' stata una stagione difficilissima per il settore maschile dell'Italsci, che dall'altra parte ha ricevuto di nuovo tantissime soddisfazioni dalle ragazze, che hanno vinto 11 gare di Coppa del Mondo (record) contro le 2 sole degli uomini, entrambe portate da Dominik Paris, hanno vinto le 4 medaglie olimpiche del settore sci alpino ai Giochi di Pechino, e portato in bacheca due sfere di cristallo di specialità, che non sono arrivate dai ragazzi.

Il “caso Casse-Marsaglia” in Cina ha fatto il resto, così come la notizia dell'addio di Jacques Theolier al team dello slalom, che dovrebbe però essere l'unico a cambiare la guida tecnica, con Simone Del Dio che, una volta lasciata la Francia con l'oro olimpico di Noel, potrebbe anche essere l'erede dell'allenatore transalpino.

Alle finali di coppa di Courchevel-Méribel, non sono passate inosservate le parole, rilasciate ai microfoni di Rai Sport, del capitano del team di gigante Luca De Aliprandini. Il vice campione del mondo di specialità non si è nascosto, guardando già al futuro visto che gli azzurri hanno faticato soprattutto in condizioni di neve primaverile, sulla quale si sono esaltati ad esempio i norvegesi, che non a caso lavorano tantissimo tra aprile e maggio. “Non lo dico per criticare chi ci dirige, anche perchè so che ne pagherò le conseguenze, ma siamo l'unica federazione che fino a maggio non ha le squadre.

Non si può lavorare ad aprile, non c'è un piano di allenamento, io stesso per un anno mi sono organizzato da solo. Queste sono poi le conseguenze che dobbiamo pagare noi atleti; ok, c'è la chiusura di un quadriennio olimpico, ma non esiste che nessuno sappia cosa fare da domani.

Io stesso devo fare mea culpa e pensare a cosa migliorare, ma anche qualcun altro dovrebbe farlo”.

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