Kristoffer Jakobsen punta in alto. E tra pochi giorni comincerà il lavoro con il nuovo tecnico della nazionale

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Sci Alpinocoppa del mondo maschile

Kristoffer Jakobsen punta in alto. E tra pochi giorni comincerà il lavoro con il nuovo tecnico della nazionale

Lo slalomista svedese, erede di Myhrer e Hargin, è cresciuto tanto nella scorsa stagione, gettando davvero parecchie occasioni per un risultato top già nelle sue corde. A 26 anni, in patria sono convinti sia pronto al grande salto.

In casa Svezia si lavora a qualche novità verso la stagione olimpica, in particolare per quanto riguarda la squadra che è sempre stata il riferimento dell'intera nazionale maschile, ovvero quella degli slalomisti.

Certo, non ci sono più il campione olimpico André Myhrer, che a Pechino non difenderà il suo titolo, e Mattias Hargin ritiratosi invece nel 2019, ma Kristoffer Jakobsen è davvero diventato un atleta in grado di potersi giocare anche il podio in una specialità molto aperta, come dimostra l'alternanza di risultati tra i tanti uomini da vertice.

La novità riguarda il cambio della guida tecnica, con Mika Gustafsson nuovo responsabile a partire dal prossimo 1 agosto, come ha annunciato nelle scorse il team manager del settore alpino nel team scandinavo, Lars Melin. Si vogliono crescere tanti giovani alle spalle di Jakobsen che, ormai, si trova nel pieno della maturità agonistica visto che festeggerà 27 anni il prossimo 9 settembre: un atleta che nella passata stagione ha fatto il salto di qualità sul piano della prestazione pura, ma non ancora in termini di continuità.

Il buon Kristoffer, infatti, è stato più volte in corsa per la top 3 con prime manche di grande qualità oppure, al tempo stesso, rimonte da sogno come quelle di inizio stagione. Spesso, però, ha gettato al vento chances enormi, Mondiale di Cortina compreso, ed ecco che in fin dei conti sono arrivate solo tre top ten, con l'8° posto nello slalom di Flachau quale miglior risultato. L'obiettivo è quello di giocarsi qualcosa di grosso ai prossimi Giochi Olimpici, sulla scia proprio di quanto fatto da Myhrer che, nel gran finale della sua carriera, ha chiuso col botto in quel giorno magico a PyeongChang.

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