L'Italslalom pronta a ripartire dal faro Vinatzer, ma i "vecchi" continueranno sino a Pechino 2022

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Sci Alpinocoppa del mondo maschile

L'Italslalom pronta a ripartire dal faro Vinatzer, ma i "vecchi" continueranno sino a Pechino 2022

Il gardenese ha dimostrato, con un podio e tre quarti posti (Mondiale compreso), di essere ormai il riferimento di un team che potrà ancora contare per un anno su Moelgg, Gross e Razzoli. Attesissimo il ritorno di Maurberger dopo il secondo stop, ma c'è bisogno che gli altri giovani emergano presto: i nomi non mancano...

Domenica si è conclusa una stagione che per l'Italslalom maschile è stata soddisfacente solo in parte, o meglio solo grazie all'ascesa, già intuita in quella precedente con il podio di Zagabria, di Alex Vinatzer.

Il gardenese, che ha subito una marea di critiche per i cinque “zero” consecutivi nel mese di gennaio prima della lenta ripresa a Chamonix, dai Mondiali di Cortina in avanti ha dimostrato di essersi ritrovato completamente, ormai pronto a giocarsi anche la prima vittoria, lui che quest'anno ha portato a casa il podio di Campiglio (3°) e tre quarti posti, dalla prima gara in Badia all'ultima di Lenzerheide, passando appunto per lo slalom iridato.

E' l'unico azzurro nei quindici e la vera carta da medaglia ragionando in ottica Pechino, ma si giocheranno un pass per le prossime Olimpiadi anche i tre veterani del gruppo guidato da Jacques Theolier (che ha un contratto appunto sino al 2022). Manfred Moelgg (classe '82), anche se deve sciogliere completamente la riserva, Giuliano Razzoli ('84) e Stefano Gross ('86), ci saranno infatti anche nella prossima stagione e rappresentano ancora la colonna portante del team di slalom, loro che navigano comunque in zona top 30, anche se il campione olimpico è sempre rimasto sul confine e, così come il fassano, non ha ottenuto il pass per le finali di Coppa del Mondo.

Colui che può avere i maggiori rimpianti, soprattutto pensando alla gara di Cortina, è “Sabo” Gross, che ha trovato la condizione migliore con il passare delle gare, ma ha pagato i pettorali alti e un paio di errori cruciali.

Dietro di loro, Vinatzer a parte, c'è bisogno però di costruire quell'intelaiatura base di 6-7 ragazzi pronti a gareggiare costantemente in Coppa del Mondo; quest'anno abbiamo visto solo nella prima parte Simon Maurberger, poi costretto a tornare sotto i ferri e davvero atteso al via della stagione 2021/22, perchè ciò che aveva dimostrato il classe '95 della Valle Aurina, proprio in tandem con Vinatzer, prima di infortunarsi a Chamonix, era stato molto importante.

Il futuro di Sala, Liberatore e del jolly Tonetti? Hanno fatto spesso dentro e fuori dalla squadra di slalom, tra problemi fisici e scelte tecniche (relativamente al bolzanino), con il brianzolo che almeno ha ritrovato un buon livello in Coppa Europa, ma serve fare un salto di qualità e, ricordando che ci sono atleti come Hans Vaccari (che si è rotto però nuovamente il crociato a Flachau e avrà bisogno di tempo) e lo stesso Hannes Zingerle, che può fare bene pure tra i pali stretti, è sui giovanissimi che bisogna dirigersi.

Parliamo di Filippo Della Vite, che ha tanta qualità anche in slalom ed è ormai in pianta stabile nella squadra di gigante, di Tobias Kastlunger che ha già esordito in Coppa del Mondo ed è stato il miglior azzurro nella classifica di specialità in Coppa Europa (decimo), ma pure di ragazzi che ancora devono affacciarsi sul massimo circuito, vedi Bendotti, Saccardi, Canins. Il tempo scorre e, dopo l'ultimo ballo dei veterani, toccherà anche a loro.

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