Paris e il futuro: "Il recupero procede bene, non penso perderò molto dai miei avversari"

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Sci Alpinol'intervista

Paris e il futuro: "Il recupero procede bene, non penso perderò molto dai miei avversari"

Nel corso di una diretta in casa FISI, il campionissimo azzurro si è detto fiducioso di "poter rientrare già ad un buon livello, ma attendo anche i nostri giovani".

Dominik Paris già scalpita, tra recupero post infortunio e allenamento per tornare già al top a fine novembre, quando gli uomini jet dovrebbero (necessario utilizzare il condizionale, considerata la situazione globale) riprendere con la prima tappa di velocità per la Coppa del Mondo 2020/21.

Nella sua casa in Val d'Ultimo, “Domme” ha dialogato con i tifosi e con i responsabili dell'ufficio stampa federale, Max Vergani e Andrea Facchinetti, nel corso della diretta social “FISI Private Room”. Una mezz'oretta di chiacchierata affrontando vari temi, compreso quello familiare con l'arrivo del secondo figlio Lio ormai poco più di tre settimane fa. “Ho sempre sognato una famiglia, cerco di aiutare mia moglie e in cucina non me la cavo male. Sono fortunato, però, perchè riesco a dormire senza problemi...”.

L'asso dell'Italjet si è detto felice di come stia procedendo il recupero dall'infortunio di metà gennaio: “La visita prevista dopo tre mesi è stata positiva, sono abbastanza libero di poter fare tutti i lavori necessari, avendo anche la palestra in casa – ha raccontato Paris – Il ginocchio sta guarendo bene, ma più avanti capiremo come muoverci. E' stato il mio primo vero infortunio, ma penso al rientro di poter essere lì, vicino ai miei avversari; sarà più che altro una questione di fiducia, sul piano fisico e tecnico non penso di perdere molto, anche perchè pure gli altri non stanno facendo test”.

Ricordando il suo esordio in Coppa del Mondo, nel super-g in Val Gardena del dicembre 2008, “fu molto speciale anche perchè incontrai in ricognizione il mio idolo Hermann Maier. Non lo mollavo più...”, mentre Dominik considera la discesa “una specialità che non è cambiata molto, da quando affrontavo Miller, Cuche, Walchhofer. Avversari a parte, le uniche variazioni importanti riguardano l'ordine di partenza e un po' i materiali”.

Uomo del back to back, vincendo due gare nel giro di 24 ore tra Bormio (due volte), Kvitfjell e Soldeu, Domme spiega che si tratta di “un mix di esperienza, continuità, forma fisica, ma soprattutto impari a gestire lo stress e il post gara. Non è come la prima volta che vinci, quando non capisci più nulla”.

L'avversario più duro? “Beat Feuz, per la sua costanza negli ultimi due anni che è stata determinante nella lotta per la coppa di discesa, anche se nell'ultima stagione ero riuscito anch'io ad avere un rendimento di quel tipo. Prima della nostra sfida, però, il numero 1 era Svindal”. E sugli obiettivi a lungo termine, come di consueto il fuoriclasse altoatesino è concreto: “Per me conta la singola gara, essere il più veloce indipendentemente dal contesto. Quello che spero è che i giovani possano pian piano prendere in mano la squadra, perchè magari il mio fisico reggerà solo un altro paio d'anni, chi lo sa”.

Dominik non ha rimpianti nella sua carriera, ma confessa di “aver spesso pensato a quei piccoli errorini che ti costano i centesimi decisivi, come nella discesa di Kitzbuehel persa nel 2015 da Jansrud (per 2 centesimi) o il super-g del 2019 sempre sulla Streif. Spesso, però, mi è andata anche bene come quando vinsi per la prima volta a Bormio, ex aequo con Reichelt e con gli stessi Svindal e Kroell incollati”.

Dedicarsi di nuovo al gigante pensando alla generale? Paris non la vede attualmente come una strada percorribile: “E' difficile, ma lo farò come allenamento utile in ottica super-g. Vedremo per qualche gara più avanti, ma la classifica di Coppa del Mondo la vedo lontana come obiettivo, anche rispetto a quanto poteva sembrare nella scorsa stagione”.

La prossima stagione potrebbe risultare di nuovo condizionata dal Coronavirus come il finale della precedente, ma il jet azzurro non fa previsioni: “E' sicuramente un calendario abbastanza estremo, soprattutto per atleti come Kilde e Pinturault. Spesso tra l'altro si gareggia in località con pochi spettatori, oppure disputando gare come i paralleli che per me hanno poco senso. Noi discesisti non possiamo lamentarci per la nostra logistica, vedremo cosa accadrà anche per le eventuali gare pre olimpiche in Cina”.

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