Razzoli vuole due anni alla grande: "Fino ai Giochi di Pechino con l'obiettivo di tornare sul podio"

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Sci Alpinocoppa del mondo maschile

Razzoli vuole due anni alla grande: "Fino ai Giochi di Pechino con l'obiettivo di tornare sul podio"

Il campione olimpico di slalom ripercorre con Milano Ski Team il suo viaggio nel circo bianco, tutt'altro che finito. E rivela qualche particolare molto interessante...

E' tornato vicino al podio nella stagione 2018/19, confermandosi su buoni livelli nell'ultima che l'ha visto concludere 7° nella “sua” Kitzbuehel e 11° a Wengen, prima di perdere la possibilità di giocarsi un risultato top negli ultimi tre slalom poi cancellati.

A 35 anni, Giuliano Razzoli è ancora competitivo e quindi fiducioso di giocarsi qualcosa di “grosso” nelle annate che lo porteranno, come aveva già annunciato nel corso dell'inverno, ai Mondiali di Cortina 2021 e ai Giochi Olimpici di Pechino 2022 quale ultimo grande obiettivo della carriera. Ricordando i magici momenti di quell'oro di Vancouver 2010, il “Razzo” di Villa Minozzo si è raccontato ai ragazzi di Milano Ski Team. Con la solita franchezza: “L'obiettivo è quello di tornare sul podio, non mollo di certo. Voglio fare per bene altri due anni, poi penserò al mio futuro post sci che potrebbe essere anche nell'ambiente del circo bianco, seppur io sia sempre alla ricerca di stimoli e ho altre passioni, come il vino e la produzione di aceto balsamico. Vedremo se si potrà conciliare tutto quanto”.

L'olimpionico di slalom sta vivendo una quarantena serena: “Devo dire la verità, è una post season non troppo diversa dal solito per me che ho sempre staccato dopo la conclusione delle gare. Siamo pensierosi per il futuro, ma dobbiamo cercare di guardare avanti con fiducia e ovviamente noi atleti allenarci per farci trovare pronti verso la prossima stagione, seppur con tutti i dubbi che ci sono”.

Lo slalomista reggiano analizza quanto sia cambiata la sua specialità nel corso di un decennio: “Dalla mia vittoria olimpica in avanti ho dovuto certamente adattarmi, perchè soprattutto i tracciati sono variati e se prima la mia potenza era un vantaggio, poi è risultato il contrario e ho così cercato di puntare maggiormente sulla rapidità, ritrovando il mio livello con i podi nel 2015 (nel giro di una settimana tra Kranjska Gora e Meribel, ndr) dopo anni faticosi. Fino all'infortunio di Kitz...”. Razzoli continua: “Non è stato facile, a quell'età, ripartire da zero in tutti i sensi, dal punto di vista fisico e senza più punti FIS. Servono tanti stimoli e amare ciò che si fa”.

Un Razzo che si definisce un atleta “pignolo, ma anche sensibile e quindi vulnerabile, nel senso che questo può essere un punto di forza ma anche di debolezza, visto che io ho sempre faticato a far funzionare il materiale se non si adattava perfettamente alle mie caratteristiche, avendo una sciata molto equilibrata e precisa. E' certamente un limite che riconosco”.

E poi i ricordi dell'esordio in Coppa del Mondo nel giorno del 22° compleanno, il 18 dicembre 2006 in Alta Badia, per celebrare quei tifosi che l'hanno sempre seguito, nel bene e nel male. “Il mio fan club occupava mezza tribuna, per me sono sempre stati importanti e hanno trasmesso uno spirito unico, con energia positiva per tutti i tifosi presenti alle gare. Io non sono stato il miglior atleta degli ultimi 20 anni, loro invece sono sempre stati il top”.

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