Tommaso Sala: "Le Finali di Soldeu? Non mi pongo obiettivi, ma potrei giocarmela per il podio"

Tommaso Sala: 'Le Finali di Soldeu? Non mi pongo obiettivi, ma potrei giocarmela per il podio'
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Tommaso Sala: "Le Finali di Soldeu? Non mi pongo obiettivi, ma potrei giocarmela per il podio"

Una stagione costante, tre top ten e altri quattro piazzamenti nei quindici, in lotta per il primo podio della carriera in Coppa del Mondo. Tommaso Sala, miglior azzurro nella classifica di slalom, si racconta a NEVEITALIA tra risultati, il suo primo Mondiale, le caratteristiche degli avversari e cosa conta per essere tra i più forti al mondo in slalom.

Ad un passo dalle Finali di Soldeu, come valuti la tua stagione disputata sinora in Coppa del Mondo?
La valuto positiva. Onestamente mi sarebbe piaciuto raccogliere qualcosa in più perchè quest’anno mi sono presentato ad inizio stagione in forma, stavo bene. Da Madonna di Campiglio in poi è iniziato un po’ un calvario dal punto di vista fisico: mi sono bloccato con la schiena e non ho ancora recuperato del tutto in quanto ho disputato le gare una dietro all’altra nel mese di gennaio e anche febbraio è stato abbastanza impegnativo. Adesso è il primo momento in cui sono più tranquillo. Di conseguenza durante l’inverno mi sono allenato pochissimo, avrò fatto circa una decina di giornate sugli sci a parte le gare e questo mi ha condizionato. Nonostante ciò, ho dato tutto me stesso ad ogni gara, come sempre. Alcune mi sono venute meglio, altre meno, ma in generale è una stagione positiva finora.

Prima dell’inizio stagione, ti saresti aspettato questi risultati?
Sì, l’anno scorso ero riuscito a fare praticamente la stessa stagione partendo più indietro, con le piste più segnate nella prima manche e quindi bisognava sempre recuperare. Come detto prima, ad inizio stagione stavo bene, ero in forma, sapevo che avrei potuto fare dei buoni risultati e avrei sperato in qualcosa di meglio rispetto a quello che ho portato a casa. Ad esempio, in America ho avuto una bella chance, ero davanti fino all’ultimo intermedio sull'atleta (Alexander Steen Olsen) che poi ha vinto la gara e guardando le video analisi sarei potuto salire sicuramente sul podio o, forse, sarebbe potuta essere anche una vittoria. Purtroppo ho fatto un errore abbastanza grosso e sono arrivato nono a mezzo secondo.

Non solo a Palisades Tahoe, ma anche in altre gare hai lottato per la conquista del tuo primo podio. Cosa è mancato per essere tra i primi tre della classifica?
Per salire sul podio entrano in gioco tante cose. In slalom, soprattutto, c’è un fattore di rischio molto alto tra errori, uscite, inforcate. Tanti atleti possono salire sul podio perché in tanti sciamo molto forte. Dipende anche da come arrivi alla gara: se magari nei due giorni prima hai sciato meglio rispetto al solito, se gli sci quel giorno sono performanti, perché in base alle condizioni della neve cambia anche il modello dello sci, devi azzeccare l’attrezzatura giusta. E poi conta anche una piccola percentuale di fortuna.

Per la prima volta hai partecipato ad un Mondiale. Come hai vissuto quest’esperienza?
Ai Mondiali di Courchevel/Méribel ero molto calmo, è stato un bell’evento, organizzato benissimo. L’ho sentito forse un po' meno rispetto alle Olimpiadi, però è stata una bella gara. Purtroppo quel giorno non è girato nulla dalla mia parte: dalla neve allo sci, al tipo di tracciatura. Non sono riuscito ad esprimermi. È andata cosi.

 

Nel corso della stagione sono spiccati diversi talenti dello slalom tra cui il greco AJ Ginnis ed il norvegese Alexander Steen Olsen. Quali sono le loro qualità?
AJ Ginnis lo conosco da una vita. Siamo cresciuti tanto assieme, è sempre stato forte. Non è esploso dal nulla. Lui ha trovato uno sci che gli ha permesso di andare più veloce. È quello che dicevo prima: ha trovato un qualcosa che al momento giusto gli ha dato una spinta in più e che messo insieme alla sua bravura e ad altri fattori, lo ha fatto esplodere. Come sarebbe potuto accadere a chiunque e in questo momento è capitato a lui.
Alexander Steen Olsen
, invece, è un discorso diverso: è un atleta veramente forte, sia in gigante che in slalom, se lo merita, è giovane, ha le capacità. Non so esattamente cosa lo renda così bravo. Lui forse ha molta spensieratezza, perché è un atleta che qualsiasi cosa succede va sempre forte come se fosse l’ultima gara della sua vita. Non gli interessa se, per esempio, esce. Gli interessa solo sciare veloce il più possibile. E questa dovrebbe essere la mentalità di tutti, cosa che anch'io provo ad avere.

Com’è cambiato il livello dello slalom rispetto ai primi anni in cui gareggiavi in Coppa del Mondo?
È cambiato tanto, i primi anni che gareggiavo c’era un’altra tecnica sugli sci. Ora è diversa e ci si è dovuti adattare molto. E, soprattutto, prima c’erano 3 o 4 persone – come Marcel Hirscher, Henrik Kristoffersen, Felix Neureuther – che erano nettamente superiori agli altri. Adesso non c’è più un atleta che sovrasta gli altri. Oggi sono tutti forti e dal primo al trentesimo tutti possono vincere una gara.

Che obiettivi ti poni per le Finali di Soldeu?
Non mi piace parlare di obiettivi, non gareggio per obiettivi, ma per fare la mia migliore performance ogni volta in base alla giornata che è. È logico che si parla sempre del podio. Sono lì per giocarmelo e quindi, se vogliamo, l'obiettivo è quello.

La prossima stagione di Coppa del Mondo pensi che ti concentrerai anche sul gigante o ti focalizzerai solo sullo slalom?
Anche sul gigante. L'obiettivo era di farlo pure quest'anno, ma con i problemi che ho avuto con la schiena ho deciso di limitare le giornate sugli sci per cercare di recuperare al meglio e presentarmi nella miglior condizione fisica possibile per lo slalom, che è la disciplina dove al momento mi gioco di più. Però l'obiettivo del gigante c'è.

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