18 febbraio 1992: 25 anni fa il giorno d'oro dello sci alpino italiano

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Sci Alpino

18 febbraio 1992: 25 anni fa il giorno d'oro dello sci alpino italiano

Il 18 febbraio 1992 è sicuramente stato il giorno più bello della storia dello sci alpino italiano: in quel martedì invernale, esattamente un quarto di secolo fa, Deborah Compagnoni e Alberto Tomba vinsero una medaglia d’oro olimpica a testa ai Giochi di Albertville.

Si comincia alle 10 con la prima manche del gigante maschile sull'allora neonata Face de Bellevarde di Val d’Isère, nella quale Alberto precede Marc Girardelli di 13 centesimi, Kjetil André Aamodt di 24 e Paul Accola di 31: un ordine d’arrivo regale considerato che Accola stava vivendo la sua stagione magica e che Aamodt, fresco oro in superG in quei Giochi, emetteva i primi vagiti di una carriera che sarebbe stata straordinaria.

Alle 12,15 è la volta del superG femminile a Méribel, nella quale la favoritissima è la padrona di casa francese Carole Merle che infatti al termine delle 15 atlete del primo gruppo è in testa. Ma col numero 16 scende una 21enne di Santa Caterina Valfurva, Deborah Compagnoni, vincitrice del superG di Morzine di 23 giorni prima, guarda caso sempre in Francia, e quattro volte seconda in gigante e una in slalom in quella stagione. La valtellinese si inventa una gara stratosferica e vince il primo dei suoi sei ori olimpici o mondiali.

Deborah stacca Merle addirittura di 1 secondo e 41 centesimi, la tedesca Katja Seizinger di 1”97 e le austriache Petra Kronberger e Ulrike Maier di 1”98 e 2”13. Altro ordine d’arrivo regale e il giorno dopo Deborah ha tutte le possibilità di ripetersi ma cade dopo 15 secondi della prima manche e il suo urlo, che significava la rottura dei crociato del ginocchio sinistro, entra di prepotenza nelle case degli italiani facendola diventare un personaggio amatissimo.

Alle 14 seconda manche del gigante e tensione a mille: Accola, Aamodt e Girardelli si susseguono in testa difendendo le loro posizioni. Tocca ad Albertone. Ai primi due intermedi è indietro rispetto a Girardelli ma nel finale è più veloce dell’austrolussemburghese di quasi 4 decimi e sul traguardo lo batte di 32 centesimi negandogli quell’oro olimpico che Gira non riuscirà mai a vincere, mentre Alberto è il primo in tutta la storia dello sci alpino a confermare l’oro olimpico vinto nell’edizione precedente nella stessa specialità. Aamodt è bronzo a 84 centesimi, Accola quarto a 1”04. Quella giornata trionfale fu completata dalla prima medaglia vinta da una staffetta maschile italiana di fondo, un argento, dietro all’allora irraggiungibile Norvegia.

La foto da noi pubblicata illustra la prima pagina del 19 febbraio della Gazzetta dello Sport, allora diretta da Candido Cannavò, dalla quale, per la prima volta nella storia dello sport italiano contemporaneo, il calcio venne completamente estromesso. Altri tempi, altri giornali, altri direttori, altra attenzione mediatica verso uno sport del quale oggi i media generalisti televisivi si accorgono solamente se cade un drone in pista o una telecamera nella zona d’arrivo. 18 febbraio 1992, 25 anni fa: una giornata che difficilmente sarà dimenticata da chi l’ha vissuta anche solo da telespettatore.

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