Dalla "norma Hirscher" per le wild card al secondo logo sul casco, la FIS cambia... senza interpellare gli atleti

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Dalla "norma Hirscher" per le wild card al secondo logo sul casco, la FIS cambia... senza interpellare gli atleti

Alcune novità, a partire da quella che permetterà all'otto volte vincitore della Coppa del Mondo di partire col numero 31 già a Soelden, fanno discutere gli stessi protagonisti del circo bianco. La questione commerciale rimane sempre un tema, la Federazione Internazionale ora ha deciso di aprire una porticina permettendo agli atleti di avere un secondo partner rispettando certe norme.

Tra pochi giorni, Marcel Hirscher è atteso al ritorno in pista per le gare che, dal 15 al 19 agosto in quel di Coronet Peak, avranno un seguito clamoroso rispetto alle... abitudini.

Non saranno però determinanti, come si pensava inizialmente, per fare sì che il campionissimo salisburghese possa rientrare anche in Coppa del Mondo, visto che la nuova regola sulla concessione delle wild card per gli atleti reduci da uno stop di almeno due anni dall'attività agonistica, permetterà a MH89 di uscire dal cancelletto subito dopo i trenta per l'intera stagione 2024/25.

Una norma che, in realtà, si è scoperto non essere stata discussa con gli atleti, anzi lo stesso Daniel Yule (che li rappresenta in seno alla FIS assieme all'ex azzurra Verena Stuffer) ha confessato al quotidiano “Blick” che proprio i protagonisti del movimento non hanno avuto voce in merito, con altri riferimenti di alto livello come Justin Murisier e il vice campione del mondo di slalom, AJ Ginnis, che hanno apertamente contestato questa decisione.

Non solo, la Federazione Internazionale si è mossa nel periodo primaverile, anche in questo caso coinvolgendo ben poco gli atleti stessi, per cambiare un altro articolo del regolamento dall'estate 2024, in questo caso legato ai partners che supportano i campioni del circo bianco. Hanno approfondito la questione i colleghi di “skinews.ch” e “Ski Racing Media”: il tema sponsor commerciali è particolarmente delicato per la FIS e il suo presidente Johan Eliasch, che già nel 2023 aveva contestato in particolare il casco prodotto dalla Red Bull (come quello di Marco Odermatt, per intenderci), in quanto l'intero design richiamava al logo della nota azienda di bevande energetiche, non rispettando lo spazio di 50 centimetri quadrati che è il massimo concesso per la visibilità.

La buona notizia per gli atleti, in particolare coloro tra i più giovani che necessitano di avere la possibilità di innalzare le entrate (avendo solo il casco, di fatto, quale mezzo di promozione di uno sponsor), è che ora si potrà piazzare un secondo logo (delle stesse dimensioni), sulla parte anteriore o laterale del casco: un vantaggio in particolare per coloro che non fanno parte di team nazionali, visto che in quel caso la divisione degli introiti viene condivisa con le federazioni. “Noi atleti ci siamo sempre battuti per avere maggiori opportunità pubblicitarie, è bello che ora si possa arrivare almeno a questo punto”, ha dichiarato Joana Haehlen.

River Radamus ha aggiunto che, per quanto riguarda il secondo logo, “penso che sia una buona cosa per tutti e ciò dimostra che la FIS sta cercando nuovi modi per aiutare gli atleti ad ottenere maggiori entrate, anche se penso che si possa fare di più”.

E in Norvegia cosa accadrà? Sono ben noti i casi di atleti che hanno minacciato di lasciare i quadri federali per le limitazioni imposte dalla federazione scandinava, i più clamorosi quelli di Klaebo e Kristoffersen, oltre ovviamente all'ultimo di Lucas Braathen che ha addirittura cambiato nazionalità per tornare a gareggiare da quest'anno con il Brasile. Il portavoce della Norwegian Ski Federation, Claes-Tommy Herland, ha semplicemente affermato che “si cercherà una soluzione comune” con gli atleti.

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