![ll ricordo di Leonardo David nei festeggiamenti dei 90 anni del padre Davide](https://www.neveitalia.it/foto/albums/userpics/14362/500_david_810x456.webp)
I festeggiamenti che Gressoney-La-Trinitè ha tributato a Davide David, per i 90 anni di colui che ha fondato lo Sci Club Gressoney Monte Rosa, portano subito alla mente il ricordo di colui che avrebbe potuto riscrivere la storia dello sci alpino italiano.
Il figlio Leonardo, nato il 27 settembre 1960 a Gressoney-Saint-Jean prima che la famiglia si trasferisse nella frazione di La Trinitè, proprio ai piedi del Monte Rosa, è stato infatti uno dei talenti più puri espressi nell'ultimo mezzo secolo, da tutti considerato l'erede di Gustav Thoeni e colui che avrebbe contrastato il dominio di Ingemar Stenmark, prima che una tragedia immane lo togliesse al suo mondo prima e alla sua famiglia poi.
Con il suo volto candido e i riccioli svolazzanti, Leo era ben presto diventato l'idolo della sua valle, che l'ha seguito e sostenuto in un'ascesa semplicemente impressionante. A neppure 18 anni, il talento valdostano aveva già conquistato la Coppa Europa 1978, guadagnandosi la possibilità di entrare a far parte di quella Valanga Azzurra che stava vivendo un ricambio generazionale e, agli occhi del condottiero Mario Cotelli, aveva visto in Leo David il futuro.
La Coppa del Mondo 1978/79 scatta a Schladming, il 9 dicembre 1978, con uno slalom gigante: si decide di far esordire subito David nel massimo circuito, il risultato è semplicemente clamoroso. Alle spalle di Ingemar Stenmark e di Peter Luescher, che vincerà quella “famosa” coppa grazie al nuovo regolamento che penalizzava il fuoriclasse svedese, al terzo posto c'è proprio lui, Leo da Gressoney, a 2”13 da Ingo e appena 2 centesimi davanti allo svizzero Fournier.
Passano due settimane e arriva il secondo podio in CdM, questa volta nello slalom di Kranjska Gora con un altro 3° posto, seguito dalla seconda piazza di Jasna, sempre in slalom, dietro a Phil Mahre e davanti a Stenmark. Passano due giorni e, il 7 febbraio 1979, Leonardo David conquista la sua prima e unica vittoria in Coppa del Mondo, bruciando per 7 centesimi Ingemar Stenmark nello slalom di Oslo, che vede un altro fuoriclasse assoluto come Phil Mahre concludere in terza piazza. E' nata una stella, non ci sono più dubbi.
Leo ha anche la velocità nel dna, è un grande appassionato di rally e non ha paura di buttarsi in discesa, pur ammettendo di “dover migliorare molto nella scorrevolezza”. Si presenta così alla discesa dei campionati italiani di Cortina, ed è l'inizio di una fine assurda: il giorno della prova dei tricolori è il 16 febbraio 1979, quando David cade e batte la testa.
Nei minuti successivi prova un senso di vertigini e un forte dolore, trasferendosi a Lecco per svolgere gli esami neurologici (ma non la Tac, che veniva effettuata solo in alcuni ospedali), che diedero esito negativo. Gli venne prescritto solo qualche giorno di riposo, per poi portarlo negli Stati Uniti per provare la discesa di Lake Placid, che un anno più tardi avrebbe ospitato i Giochi Olimpici. Leo continua ad avere un forte mal di testa, fatica ad allenarsi ma non rinuncia al suo sogno e si fida del giudizio dei medici della federazione: il 3 marzo 1979, nel corso della gara di Coppa del Mondo poi vinta dall'austriaco Wirnsberger, il valdostano spigola e cade, a pochi metri dal traguardo. Una caduta banale, battendo però di nuovo la testa: David si rialza, taglia il traguardo su uno sci solo, poi perde i sensi accasciandosi tra le braccia di Piero Gros. Viene trasportato nel Vermont, sottoposto a tre operazioni nel giro di dieci giorni dopo il trauma cranico subito, ma è ormai piombato in uno stato di coma vigile in cui ha perso ogni riflesso, non riconoscendo più neppure la sua famiglia, da papà Davide a mamma Mariuccia e la sorella Daniela, che lo accudiranno nei successivi 6 anni, vissuti in uno stato vegetativo.
Ha provato di tutto la famiglia di Leo, compreso l'intervento ad Innsbruck, affidandosi ad un luminare come il prof. Franz Gerstenbrandt, che accerterà come il campione soffrisse di un ematoma dovuto alla caduta di Cortina, altro elemento che portò ad una causa legale con la Fisi, per la quale non fu però appurata una responsabilità penale nella gestione dell'atleta.
Di certo, c'è che il 26 febbraio 1985 se ne andò il potenziale fuoriclasse dello sci italiano e un ragazzo con tanta voglia di vivere, amare lo sci e la sua montagna.
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BOLLETTINO NEVE
LOCALITÀ | I.APERTI | H. Min/Max |
---|---|---|
Breuil-Cervinia | 15/15 | 100-165 cm |
Champoluc | 10/10 | 55-65 cm |
Monte Cimone | 12/14 | 50-70 cm |
Ultimo | 8/8 | 15-70 cm |
Gabiet | 11/11 | 40-70 cm |
Paganella | 20/20 | 55-75 cm |
Obereggen | 20/20 | 10-40 cm |
Alpe di Siusi | 23/24 | 65-110 cm |
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