Giovanni Bresadola faro dell'Italia per la Tournée dei quattro trampolini: "L'anno scorso abbiamo svoltato"

Giovanni Bresadola faro dell’Italia per la Tournée dei quattro trampolini: “L’anno scorso abbiamo svoltato, ma c’è ancora lavor
Sci NordicoTournée dei quattro trampolini

Giovanni Bresadola faro dell'Italia per la Tournée dei quattro trampolini: "L'anno scorso abbiamo svoltato"

A pochi giorni dall'inizio della Tournée dei quattro trampolini, che prenderà il via come di consueto da Oberstdorf (Ger) il prossimo 28 dicembre, abbiamo intervistato Giovanni Bresadola, leader del movimento azzurro di salto con gli sci, in ritiro insieme ai compagni a Planica per rifinire la preparazione in vista del primo grande appuntamento della stagione. 

In questo primo scorcio di Coppa del Mondo la squadra azzurra ha dato riscontri importanti, mettendo in mostra progressi tecnici e non solo, frutto di un lavoro intrapreso lo scorso anno e che ora sta proseguendo su una buona strada. Piano piano Insam sta tornando ai livelli di un tempo, Cecon è cresciuto e c'è stata la scoperta di Andrea Campregher, salito di colpi nel giro di pochi mesi e già capace di entrare in zona punti. L'inizio è stato in salita per il leader del movimento azzurro Giovanni Bresadola, frenato in estate da un infortunio che non gli ha permesso di prendere parte al Summer Grand Prix e gli ha tolto tanti salti di allenamento. Tra Lillehammer e soprattutto Engelberg il trentino ha però trovato ritmo ed è pronto a guidare il quartetto azzurro per la Viershanzentournée.

Giovanni, come sarà il percorso di avvicinamento alla Tournée dei quattro trampolini?

Siamo appena arrivati a Planica e staremo in ritiro fino al 23 dicembre, poi dopo Natale andremo a Seefeld per rifinire gli ultimi dettagli, dopodiché il 28 si partirà con la qualificazione di Oberstdorf.

La Tournée è il primo grande appuntamento della stagione, come si vive un evento così importante e intenso?

Sono giorni piuttosto stressanti, anche se dipende molto da com’è la forma sul trampolino. Se salti bene e le performance sono buone riesci a goderti l’esperienza, se invece fai fatica sono giorni tosti.

Come valuti questo inizio di stagione, soprattutto dopo l’infortunio patito in estate?

A Ruka ho faticato un po', ho pagato soprattutto il non aver gareggiato durante l’estate e l’autunno. Sentivo un po' di tensione, poi ho avuto anche dei problemi alla schiena che mi hanno frenato. In generale non sono partito bene ma ora sono nella giusta direzione, anche se mi manca ancora un po' di ritmo. Ho ancora margine e questo raduno sarà fondamentale per mettere tanti salti nelle gambe. Questo perché nei weekend di gara non c’è molto tempo per allenarsi e provare determinate cose, e se si prende la strada sbagliata poi è più difficile recuperare. I salti sono migliorati già ad Engelberg e quindi sono fiducioso.

Quali sono i tuoi obiettivi per la Tournée e per il resto della stagione?

Avendo fatto pochi salti nella fase di preparazione, ho iniziato la stagione guardando gara per gara. Per me l’importante era semplicemente saltare. Sin dall’inizio ho saltato meglio in allenamento che in gara e quindi c’è stata un pizzico di delusione, ma ora sono convinto che entrando in ritmo posso ambire a buoni risultati, anche se c’è ancora del lavoro da fare.

Nel complesso si è vista una squadra in crescita, come valuti il lavoro svolto?

Noi quest’anno abbiamo cambiato nuovamente allenatore però David (Jiroutek ndr) è il fratello di Jakub e quindi stiamo lavorando più o meno sulla stessa linea. E’ un miglioramento iniziato l’anno scorso e stiamo proseguendo nella crescita, anche in termini di risultati. Sicuramente rispetto a due anni fa tutto è cambiato.

Lo scorso anno per te è stata infatti la stagione della svolta, su quali aspetti ti senti più migliorato?

Sì, dall'anno scorso è cambiato l’approccio all’allenamento e sono più in sintonia anche con l’indirizzo tecnico che abbiamo intrapreso. Abbiamo fatto passi in avanti anche per quanto riguarda i materiali. Anche se con i cambi di regolamento, che avvengono più o meno tutti gli anni, le nazioni di vertice, che investono di più, ne traggono vantaggio. Ma negli ultimi due anni stiamo lavorando veramente tanto per rimanere al passo con i tempi anche rispetto ai migliori.

Avete collaborazioni tecniche con qualche superpotenza in questo senso?

No, facciamo tutto all’interno del team, cercando di trarre spunto dalle innovazioni che portano le nazioni top. Lo scorso anno la Polonia ha fatto grossi passi avanti, mentre quest’anno è uno step indietro rispetto agli austriaci, che hanno investito molto di più.

Chi vedi favorito per questa Tournée?

Non è facile dirlo e anche tra noi atleti e allenatori ci sono diverse opinioni. Vedo bene i tedeschi ma non saprei dirti un nome preciso, poi sicuramente c’è Kraft che sta dominando. Per lui dipenderà molto come andranno le tappe tedesche perché poi in Austria lo vedo favorito. Altri due nomi potrebbero essere Kobayashi e per la Norvegia dico Lindvik.

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