Roglic e una nazione in festa: la Slovenia del salto brinda al Giro conquistato da un atleta speciale

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Ferrari Fabio, La Presse

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Roglic e una nazione in festa: la Slovenia del salto brinda al Giro conquistato da un atleta speciale

Campione del mondo jr nel 2007 a Tarvisio, dove ieri è partita la cronometro decisiva della corsa rosa conquistata da "Rogla", poi il terribile incidente sul trampolino di Planica e, nel 2011, il passaggio al ciclismo partendo dalle gran fondo amatoriali. Due giorni fa sulle Tre Cime di Lavaredo l'incontro con Lisa Vittozzi, il ribaltone finale sul Monte Lussari a due passi da casa e aiutato dall'ex compagno di squadra Mitja Meznar nel momento in cui tutto sembrava finito...

Quattordici secondi, quelli che sono bastati per scavalcare Geraint Thomas e diventare il primo sloveno, alla 106esima edizione, a conquistare il Giro d'Italia.

Da qualche ora, anche se la celebrazione ufficiale ci sarà questa sera con la passerella a Roma (ultima tappa al via alle ore 15.30, arrivo previsto poco prima delle 19 con la premiazione per la prima volta officiata dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella), Primoz Roglic ha scritto una nuova storia sportiva, la più importante nel ciclismo dopo il Tour de France vinto da Tadej Pogacar beffando proprio l'alfiere della Jumbo-Visma nella cronoscalata del 19 settembre 2020 alla Planche des Belles Filles, per un paese come la Slovenia dedito al salto con gli sci e alle discipline invernali.

E proprio dal trampolino è cominciata l'avventura di “Rogla” che, a 17 anni, si laureò campione del mondo jr nella prova a squadre, poco più di due mesi prima di subire, il 22 marzo 2007, l'incidente che ne stroncò una promettente carriera da saltatore. Accadde a Planica, con una caduta bruttissima, nel tempio sloveno che si trova a due passi dove sabato pomeriggio, ormai al tramonto, Primoz ha messo la firma sulla maglia rosa, che già aveva vestito nel 2019 prima di chiudere quel Giro al 3° posto.

Sul Monte Lussari c'erano migliaia di sloveni a spingerlo verso il sorpasso a Thomas, al quale doveva recuperare 26 secondi dopo il tappone delle Tre Cime di Lavaredo, dove all'arrivo c'era una campionessa del biathlon come Lisa Vittozzi a regalarsi un selfie col futuro vincitore della corsa rosa, con la sappadina a ricevere da Roglic i complimenti per quanto “combinato” nella passata stagione.

Una storia pazzesca quella del 33enne sloveno, visto che nel 2011, ormai a quattro anni dal dramma vissuto e senza più ottenere risultati, decise di passare al ciclismo correndo da amatore le prime gran fondo. Nel 2013 il primo contratto da pro, in una squadra storica per il movimento a pedali del suo paese, l'Adria Mobil, e nel 2016 il grande salto a livello World Tour con quella che è tutt'ora la sua formazione. Vinse subito una tappa al Giro (sfiorando già la maglia rosa nel prologo di Apeldoorn), la cronometro di Greve in Chianti, e da lì non si è più fermato, diventando nel 2019 il primo sloveno a conquistare un GT, la prima delle sue tre Vuelta Espana consecutive.

E il cerchio si chiude se pensiamo che ieri, nel momento in cui sembrava tutto finito, ovvero quando un problema meccanico a 2500 mt dall'arrivo ha fatto perdere a Roglic almeno una decina di secondi, a spingerlo per ripartire su quelle pendenze mostruose sopra il 15%, c'era un tifoso particolare. Primoz ha incontrato infatti sulla sua strada l'ex compagno di nazionale, assieme al quale conquistò il titolo iridato jr a squadre 16 anni fa, Mitja Meznar, individuato dai media sloveni qualche ora dopo la tappa.

E dove lo vinsero quell'oro mondiale giovanile? A Tarvisio, dove ieri è cominciata la cronometro che ha portato “Rogla” dritto nella storia. Volando in... salita.

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