Cosa rischia ora Therese Johaug?

Cosa rischia ora Therese Johaug?
Info foto

Getty Images

Sci NordicoSci di fondo - Norvegia

Cosa rischia ora Therese Johaug?

È iniziato in queste ore il dibattito sulle possibili sanzioni che aspettano Therese Johaug. Le ipotesi sollevate sono le più disparate: da un sostanziale nulla di fatto (una reprimenda, ad esempio) a quattro anni di squalifica, passando per varie soluzioni intermedie.

Interpellata sull’argomento, l’agenzia antidoping norvegese ha affidato la sua risposta a Britha Rokenes: “Quella della sanzione è una questione complessa. Si potrebbe arrivare a quattro anni di squalifica, ma ci sono buone possibilità che la pena sia minore, o addirittura che non ci sia alcuna punizione. Avremo bisogno di tempo per far luce su tutti gli aspetti del caso”.
Sul tema è intervenuto anche il capo dell’agenzia, Anders Solheim: “Il Clostebol è uno steroide anabolizzante. Questo genere di sostanza viene usata per costruire massa muscolare ed è molto efficace. In questo caso, però, parliamo di piccole quantità, compatibili con l’utilizzo del Trofodermin. Nulla che faccia pensare ad un uso mirato al miglioramento della prestazione”.
Lo stesso Solheim ha illustrato i passi futuri della vicenda: “Seguiremo le usuali procedure e ci assicureremo di analizzare la situazione a fondo, prima di portare il caso di fronte al nostro tribunale indipendente”.
L’atleta sosterrà di avere utilizzato il Trofodermin – dichiarandolo peraltro agli ispettori della WADA in occasione del controllo – soltanto su indicazione del medico. Quest’ultimo l’avrebbe rassicurata sull’assenza di rischi anche a specifica domanda. Johaug potrà inoltre avvalorare la teoria dell’assunzione casuale se dimostrerà l’assenza di altre anomalie nel suo passaporto biologico. Esistono inoltre fotografie che sembrano fugare ogni dubbio circa la presenza della lesione al labbro che ha indotto l’atleta all’utilizzo della crema.
Dalla Svezia sono state subito paventate dure sanzioni. Tommy Forsgren, esperto di regolamenti WADA, ha previsto una squalifica di almeno due anni: “Di norma, per steroidi anabolizzanti sono previsti quattro anni di squalifica. Se non c’è intenzione di migliorare la performance – e sembra essere questo il caso –, si scende a due. Se l’atleta dimostra di avere assunto la sostanza senza errori o mancanze da parte sua, può anche essere assolto. Ma se ci si è affidati al proprio medico, questa attenuante è solo parzialmente riconosciuta, e la sanzione è di due anni anziché quattro. Gli sconti però non possono essere accumulati, e dunque la squalifica non può scendere al di sotto dei 24 mesi”. In questo caso, l’atleta sarebbe esclusa per due intere stagioni.
La piena assunzione di responsabilità del medico Fredrik Bendiksen gioverà senz’altro alla causa di Johaug. Fatto salvo per le diverse sostanze – differenza tuttavia non trascurabile –, la posizione della due volte vincitrice della Coppa del Mondo generale diviene simile a quella di Martin Johnsrud Sundby. Non è da escludere che il tribunale nazionale antidoping norvegese infligga a Johaug una sanzione di pochi mesi, non troppo dissimile da quella che il TAS ha inflitto al connazionale.
Basterebbero tuttavia sei mesi di squalifica perché Johaug perdesse l’intera stagione 2016-17. Se invece la pena dovesse essere più contenuta, la chiave diventerebbe la decorrenza.
Una squalifica di tre mesi con decorrenza inizio settembre, ad esempio, consentirebbe infatti all’atleta di gareggiare per quasi tutto l’inverno. Una analoga squalifica, ma conteggiata dalla data della sentenza, al contrario, permetterebbe all’atleta di tornare alle competizioni non prima della seconda parte della stagione.
A questo proposito, sorprende che Johaug non sia stata per il momento sospesa. Provvedimento che viene di norma adottato a tutela dell'atleta: i termini di un’eventuale squalifica inizierebbero infatti a decorrere, in tal caso, dal giorno in cui è stato emesso il provvedimento di sospensione, anziché dalla data della sentenza di condanna. Su questo particolare potrebbe giocarsi l’intera stagione della campionessa norvegese.
Non le è favorevole, peraltro, il precedente di Sundby. A quest’ultimo è stata infatti comminata quest’estate una squalifica di due mesi, scontata tra luglio e settembre, malgrado le sue due positività risalissero all’inverno 2014-15.
#FISCROSSCOUNTRY FISCROSSCOUNTRY #SCIDIFONDO
© RIPRODUZIONE RISERVATA
3
Consensi sui social

Ultimi in scinordico

E' ancora Paschke ad impedire un filotto austriaco, ma gara-2 a Lillehammer è di Jan Hoerl

E' ancora Paschke ad impedire un filotto austriaco, ma gara-2 a Lillehammer è di Jan Hoerl

Il primo week-end della Coppa del Mondo di salto con gli sci si chiude con gli aquilotti al primo, terzo e quarto posto, con Tschofenig sul podio e Kraft ancora beffato, mentre la piazza d'onore è del tedesco vincitore ieri. Cecon, 47esimo, unico azzurro in gara.