Sci NordicoSci di fondo - Svezia
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Emil Jönsson è reduce da una delle peggiori stagioni della carriera, martoriata da problemi alle vie respiratorie. Ecco perché, richiamando l’attenzione generale su questo tema, il caso Sundby potrebbe diventare, secondo lo svedese, una benedizione per lo sci di fondo.
Venerdì 11 Novembre 2016
“Lo scorso inverno è stato un incubo”, ha dichiarato Jönsson a Dagbladet. “Ho avuto svariati problemi, ma è durante il Tour de Ski che la situazione è precipitata. Ho tossito sangue e non riuscivo a parlare. Avevo stressato troppo le vie respiratorie. Il mio fisico per il resto funzionava bene, ma non potevo più gareggiare”.
Jönsson, asmatico da tempo, spera che la vicenda Sundby possa aprire finalmente un dibattito sull’elevatissima diffusione di simili malattie nel mondo dello sci di fondo: “Il caso Sundby può essere una fortuna per certi versi. Ha fatto sì che si riflettesse sui problemi respiratori nel nostro mondo. Ci sono tantissimi atleti che ne soffrono”.
Tra i punti oggetto di discussione c’è il possibile innalzamento della temperatura minima per lo svolgimento delle gare. “Credo si tratti di un dibattito importante”, ha commentato Jönsson. “Modificare questa soglia può essere una buona idea, se serve a tutelare la salute degli atleti”.
Interpellato sulla questione nebulizzatori, lo sprinter svedese ha affermato di non averne mai fatto uso, ma il suo punto di vista è molto meno critico di quello di alcuni compagni: “Credo che non ci sia niente di male in questa pratica. Non è vietata. I norvegesi scelgono di utilizzarla, noi seguiamo altre procedure”.
Anche per Jönsson, l’obiettivo numero uno della prossima stagione saranno i Mondiali di Lahti. Nell’occasione, andrà a caccia di quella medaglia d’oro che nei grandi appuntamenti gli è finora sempre sfuggita.
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