La FIS studia un piano per limitare il gap fra grandi e medio-piccole nazioni

La FIS studia un piano per limitare il gap fra grandi e medio-piccole nazioni
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La FIS studia un piano per limitare il gap fra grandi e medio-piccole nazioni

Durante il congresso annuale della FIS, cominciato da ieri a Varna, si discuteranno anche due nuove norme che potrebbero rivoluzionare dal punto di vista economico il mondo dello sci di fondo.

La FIS infatti vuole venire incontro alle nazioni medio-piccole, cercando di colmare il gap esistente con le grandi potenze di questo sport. La causa principale è il crollo di interessi e di ascolti TV in Paesi storicamente attaccati allo sci di fondo quali Germania e Polonia, ma anche Francia e Italia.

La prima nuova norma è la limitazione del numero di atleti aiutati finanziariamente per ogni singola nazione. Ad oggi infatti vengono rimborsati delle spese di viaggio e soggiorno i primi 30 fondisti delle classifiche distance e sprint più un allenatore. La proposta della FIS prevede di finanziare i primi 50 fondisti del mondo – senza distinzione fra distance e sprint – ma con un massimo di quattro atleti per nazione, senza aggiunte per gli staff tecnici. La norma, qualora venisse approvata, entrerebbe in vigore a partire dal 2016-17, in quanto per la stagione che comincerà a novembre è già stato fissato il budget.

La seconda nuova norma è la limitazione a sei del numero di tecnici al seguito delle varie squadre. Considerando che la passata stagione la Norvegia, regina incontrastata di questo sport, aveva al seguito dei propri atleti una trentina di tecnici ad ogni tappa di Coppa del Mondo, vien da sé che tale limitazione rivoluzionerebbe le strategie delle nazioni più rappresentative; viceversa paesi come Polonia e Kazakistan, si ritroverebbero con sei membri dello staff a disposizione di un singolo atleta (nella fattispecie Kowalczyk e Poltoranin).

Come si può evincere, le due nuove norme che verranno discusse a Varna non toccano esplicitamente la Norvegia, tuttavia è sotto gli occhi di tutti che il paese scandinavo sarebbe quello maggiormente svantaggiato, tanto che sui media norvegesi sono già scattate le polemiche.

Sicuramente qualche modifica regolamentare verrà apportata, ma probabilmente si cercherà un equilibrio che possa accontentare tutti e che possa far rispettare gli investimenti ed il talento sportivo che in alcuni Paesi sono innegabilmente al di sopra della media mondiale.

 

 

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