Le lacrime di Sundby: “Verdetto difficile da accettare”

Queste le parole del dominatore delle ultime tre stagioni: “Tutto è cominciato dieci giorni dopo la fine del Tour de Ski 2015. Mi stavo allenando quando il medico della nostra squadra mi ha chiamato. Mi ha detto che ero stato trovato per due volte con una dose di salbutamolo superiore al limite consentito. Lì per lì mi è crollato il mondo addosso, non riuscivo a capire come fosse possibile, non ho mai preso in vita mia un qualsiasi farmaco che non mi sia stato prescritto”.

Il caso sembrava chiuso quando la FIS ha accettato le sue motivazioni, ma si è scoperto successivamente che l’interpretazione dell’intera equipe medica norvegese non coincideva con quella della WADA. Da quel giorno si è scatenato un lungo processo che ha portato alle ben note conclusioni.

Sundby continua: “Ho gareggiato nel 2015-16 conscio di essere innocente e di essere stato assolto dalla FIS. Quando ho saputo dell’appello richiesto dalla WADA, pensavo si trattasse soltanto una formalità. Il verdetto, secondo me, è irragionevole, so di non aver fatto niente di male e sono felice che la Skiforbundet si stia assumendo la responsabilità di questa vicenda”.

Il 31enne non si dà pace: “Sto vivendo un’esperienza surreale, un incubo, anche perché tutto assolutamente inaspettato. La cosa che mi fa più paura è di essere ricordato in futuro per essere un atleta dopato. Spero e prego tutti coloro che tratteranno questa vicenda di tenere in considerazione ogni elemento”.

Nonostante tutto, i programmi di Sundby sono focalizzati sui mondiali di Lahti: “Spero di poter emergere come ho fatto sinora e di vincere una medaglia grazie alle mie qualità di fondista. Da parte dei miei colleghi ho ricevuto un sacco di messaggi di sostegno e questo mi dà fiducia per il futuro”.